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  1. #21
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    Predefinito Re:I politici e la gente: un rapporto catulliano

    Qualche osservazione:

    1) Perché solo io e Perseo abbiamo colto il senso della citazione catulliana? :woohoo: scherzi a parte, appare evidente la discrepanza tra quanto il termine sia presente nella bocca dei politici (il che farebbe supporre che il loro riferimento è sempre quello, la "gg.") e il loro operato, che del significante di quel termine (=i cittadini) se ne sbatte altamente.

    2) Non a caso Davide nella sua "freddezza" chiama le cose col loro nome: i politici che parlano di gente si riferiscono immancabilmente al corpo elettorale; così, un politico che dice "dobbiamo saper tornare tra la gente" intende dire "dobbiamo tornare a farci votare dali elettori", esattamente come il proprietario di un esercizio commerciale dice "oggi c'era veramente un sacco di gente" intendendo "oggi sono venuti davvero molti clienti".

    3) Paradossalmente (?) l'unico politico che rifugge il termine "ggente" è il populista-demagogo-savonarola Di Pietro, il quale adotta invece fino all'esagerazione il termine "ilcittadìno" (o "iccittadìni"), come ha colto mirabilmente anche Corrado Guzzanti nella sua imitazione dell'ex pm; in realtà non ho mai sentito nemmeno i Radicali parlare di "ggente", ma quelli sono per definizione radical chic :P

    4) Non colpevolizzerei Marino per aver usato talvolta questo termine (a memoria mi sembra che adoperasse anche lui il termine "cittadino" ben più spessso), e soprattutto dò ragione e Lucanta quando dice che c'è "gente" e "ggente"; insomma, mettere al bando un termine, sic et sempliciter, non serve a molto; un termine è un contenitore che assume il significato che se ne dà a seconda del contesto, come ho evidenziato nel punto 2.
    Corriamo da una fotografia in macchina.

  2. #22
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    Predefinito Re:I politici e la gente: un rapporto catulliano

    Salvatore Borghese ha scritto:
    Qualche osservazione:

    1) Perché solo io e Perseo abbiamo colto il senso della citazione catulliana? :woohoo: scherzi a parte, appare evidente la discrepanza tra quanto il termine sia presente nella bocca dei politici (il che farebbe supporre che il loro riferimento è sempre quello, la "gg.") e il loro operato, che del significante di quel termine (=i cittadini) se ne sbatte altamente.

    2) Non a caso Davide nella sua "freddezza" chiama le cose col loro nome: i politici che parlano di gente si riferiscono immancabilmente al corpo elettorale; così, un politico che dice "dobbiamo saper tornare tra la gente" intende dire "dobbiamo tornare a farci votare dali elettori", esattamente come il proprietario di un esercizio commerciale dice "oggi c'era veramente un sacco di gente" intendendo "oggi sono venuti davvero molti clienti".

    3) Paradossalmente (?) l'unico politico che rifugge il termine "ggente" è il populista-demagogo-savonarola Di Pietro, il quale adotta invece fino all'esagerazione il termine "ilcittadìno" (o "iccittadìni"), come ha colto mirabilmente anche Corrado Guzzanti nella sua imitazione dell'ex pm; in realtà non ho mai sentito nemmeno i Radicali parlare di "ggente", ma quelli sono per definizione radical chic :P

    4) Non colpevolizzerei Marino per aver usato talvolta questo termine (a memoria mi sembra che adoperasse anche lui il termine "cittadino" ben più spessso), e soprattutto dò ragione e cinisello quando dice che c'è "gente" e "ggente"; insomma, mettere al bando un termine, sic et sempliciter, non serve a molto; un termine è un contenitore che assume il significato che se ne dà a seconda del contesto, come ho evidenziato nel punto 2.
    Io, in verità ho sentito Marino utilizzare molto più spesso il termine "persona/e", che a me piace moltissimo, perché contiene in sè da un lato l' unicità del singolo e dall'altro i diritti sociali e civili.

    Ps: cerco di spiegarmi meglio. Prendiamo le donne. Io sono una donna e, in quanto persona, ho diritto a non essere discriminata nell' occupazione, nel salario, che mi si forniscano dei servizi per la cura di bambini, all' inviolabilità del mio corpo, ad essere rispettata in pubblico e nel privato ecc e questo vale per qualunque donna. Ma sono anche in primo luogo una persona, quindi non sono "LE" donne, ma QUELLA persona, con tutto quello che mi rende un individuo unico e irripetibile per cui, pur essendo donna, lavoratrice, genitore ecc ho delle aree di intersezione e di interessi con questi sottoinsiemi, ma non mi esaurisco e scompaio in essi, con arbitrarie generalizzazioni. Per esempio, non sono una donna di destra, non sono una donna cattolica, non sono una donna imprenditrice, non sono una donna casalinga, non sono una donna single ma neppure sono un lavoratore maschio o un' operaia metalmeccanica o una lavoratrice precaria. Governare questa complessità che attraversa i singoli individui e trovare dei punti di raccordo e di unità fra le persone, evitando che i singoli scompaiano in un magma indifferenziato e impecoronito ma anche con gli individui artificiosamente gli uni contro gli altri armati (la gggente), è la sfida politica di una sinistra del XXI secolo, secondo me.
    Basta con i cialtroni.

  3. #23
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    Predefinito Re:I politici e la gente: un rapporto catulliano

    Io penso che un linguaggio di sinistra debba preferire i termini "persone" e "cittadini" a "gente". Basta deresponsabilizzare pure nelle parole!
    \"La Giustizia è il potere dei senza potere\"
    Vaclav Havel

  4. #24
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    Predefinito Re:I politici e la gente: un rapporto catulliano

    bsiviglia ha scritto:
    Isa ha scritto:
    bsiviglia ha scritto:
    Isa ha scritto:
    A me piace il termine gente, è così qualunquista che ci pone tutti sullo stesso livello e ci rende tutti uguali, come la morte. :P
    E, invece, grazie a Dio, non siamo uguali. Essere tutti uguali è, appunto, la morte senza morire. Nel momento in cui mi sentissi non più "io" ma "la gente", sarei una morta che cammina.
    Ero ironica e ho un bizzarro senso dell'umorismo, non badarci. :silly:
    Lo so: oggi sono molto stonata ma me ne ero comunque accorta. Per esempio, a proposito di quello che vuole "la gente", io sono orgogliosissima di non essermi fatta turlupinare dalla campagna "securitaria" prima delle elezioni. Non mi sono spostata di un millimetro, non mi sono venute paure assurde e, anche nei momenti più isterici, consideravo tutto questo strepitare come un' idiozia per catturare gonzi. Di questo sono molto fiera. ehehheheheeh B)
    Se livelli, annulli, appiattisci, banalizzi ogni differenza, con una parola che riassume tutto ma è talmente neutra che non vuol dire niente e non categorizza nessuno finisce che uccidi sul nascere ogni diversità, ogni spigolo, ogni dinamicità sociale. Lobotomizzi ed è più facile controllare. Questo intendevo.

    Un po' come i toni urlati usati sempre e comunque, hanno lo stesso effetto, alla fine ogni idea finisce nello stesso calderone sguaiato e la ggente smette di pensare e finisce col trovare normale ogni tipo di aberrazione, perchè se qualcuno urla il suo dissenso la sua voce si confonde con le altre. La nostra politica è un po' così.

  5. #25
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    Predefinito Re:I politici e la gente: un rapporto catulliano

    Non so se era stata postata, comunque mi pare interessante

    http://www.demos.it/a00361.php
    \"La Giustizia è il potere dei senza potere\"
    Vaclav Havel

  6. #26
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    Predefinito Re:I politici e la gente: un rapporto catulliano

    Emanuele Rallo ha scritto:
    Non so se era stata postata, comunque mi pare interessante

    http://www.demos.it/a00361.php
    non è solo interessante.

    E' ESTREMAMENTE INTERESSANTE.

  7. #27
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    Predefinito Re:I politici e la gente: un rapporto catulliano

    Isa ha scritto:
    bsiviglia ha scritto:
    Isa ha scritto:
    bsiviglia ha scritto:
    Isa ha scritto:
    A me piace il termine gente, è così qualunquista che ci pone tutti sullo stesso livello e ci rende tutti uguali, come la morte. :P
    E, invece, grazie a Dio, non siamo uguali. Essere tutti uguali è, appunto, la morte senza morire. Nel momento in cui mi sentissi non più "io" ma "la gente", sarei una morta che cammina.
    Ero ironica e ho un bizzarro senso dell'umorismo, non badarci. :silly:
    Lo so: oggi sono molto stonata ma me ne ero comunque accorta. Per esempio, a proposito di quello che vuole "la gente", io sono orgogliosissima di non essermi fatta turlupinare dalla campagna "securitaria" prima delle elezioni. Non mi sono spostata di un millimetro, non mi sono venute paure assurde e, anche nei momenti più isterici, consideravo tutto questo strepitare come un' idiozia per catturare gonzi. Di questo sono molto fiera. ehehheheheeh B)
    Se livelli, annulli, appiattisci, banalizzi ogni differenza, con una parola che riassume tutto ma è talmente neutra che non vuol dire niente e non categorizza nessuno finisce che uccidi sul nascere ogni diversità, ogni spigolo, ogni dinamicità sociale. Lobotomizzi ed è più facile controllare. Questo intendevo.

    Un po' come i toni urlati usati sempre e comunque, hanno lo stesso effetto, alla fine ogni idea finisce nello stesso calderone sguaiato e la ggente smette di pensare e finisce col trovare normale ogni tipo di aberrazione, perchè se qualcuno urla il suo dissenso la sua voce si confonde con le altre. La nostra politica è un po' così.
    Isa, mannaggia a te! Sto riflettendo su quello che hai scritto, mi vengono una serie di considerazioni e ora mi fuma la testa e mi fa anche male! Comunque ora ho da fare e ho anche mal di testa, ma stai sicura che ci penserò ancora su. Domani, magari, appena avrò tempo e se mi passa il mal di testa, tirerò fuori quello che ho partorito (speriamo non troppe idiozie).
    Basta con i cialtroni.

  8. #28
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    Predefinito Re:I politici e la gente: un rapporto catulliano

    Lucanta ha scritto:
    Emanuele Rallo ha scritto:
    Non so se era stata postata, comunque mi pare interessante

    http://www.demos.it/a00361.php
    non è solo interessante.

    E' ESTREMAMENTE INTERESSANTE.
    B)
    \"La Giustizia è il potere dei senza potere\"
    Vaclav Havel

  9. #29
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    Predefinito Re:I politici e la gente: un rapporto catulliano

    bsiviglia ha scritto:
    Isa ha scritto:
    bsiviglia ha scritto:
    Isa ha scritto:
    bsiviglia ha scritto:
    Isa ha scritto:
    A me piace il termine gente, è così qualunquista che ci pone tutti sullo stesso livello e ci rende tutti uguali, come la morte. :P
    E, invece, grazie a Dio, non siamo uguali. Essere tutti uguali è, appunto, la morte senza morire. Nel momento in cui mi sentissi non più "io" ma "la gente", sarei una morta che cammina.
    Ero ironica e ho un bizzarro senso dell'umorismo, non badarci. :silly:
    Lo so: oggi sono molto stonata ma me ne ero comunque accorta. Per esempio, a proposito di quello che vuole "la gente", io sono orgogliosissima di non essermi fatta turlupinare dalla campagna "securitaria" prima delle elezioni. Non mi sono spostata di un millimetro, non mi sono venute paure assurde e, anche nei momenti più isterici, consideravo tutto questo strepitare come un' idiozia per catturare gonzi. Di questo sono molto fiera. ehehheheheeh B)
    Se livelli, annulli, appiattisci, banalizzi ogni differenza, con una parola che riassume tutto ma è talmente neutra che non vuol dire niente e non categorizza nessuno finisce che uccidi sul nascere ogni diversità, ogni spigolo, ogni dinamicità sociale. Lobotomizzi ed è più facile controllare. Questo intendevo.

    Un po' come i toni urlati usati sempre e comunque, hanno lo stesso effetto, alla fine ogni idea finisce nello stesso calderone sguaiato e la ggente smette di pensare e finisce col trovare normale ogni tipo di aberrazione, perchè se qualcuno urla il suo dissenso la sua voce si confonde con le altre. La nostra politica è un po' così.
    Isa, mannaggia a te! Sto riflettendo su quello che hai scritto, mi vengono una serie di considerazioni e ora mi fuma la testa e mi fa anche male! Comunque ora ho da fare e ho anche mal di testa, ma stai sicura che ci penserò ancora su. Domani, magari, appena avrò tempo e se mi passa il mal di testa, tirerò fuori quello che ho partorito (speriamo non troppe idiozie).
    Siamo un popolo che sta morendo, o è già morto, dentro penso possa riassumere il concetto.

    Mavalà!

  10. #30
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    Predefinito Re:I politici e la gente: un rapporto catulliano

    Emanuele Rallo ha scritto:
    Io penso che un linguaggio di sinistra debba preferire i termini "persone" e "cittadini" a "gente". Basta deresponsabilizzare pure nelle parole!
    Dai che pian pianino ci avviciniamo al quid della questione.

 

 
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