Insomma,si vota in Cile.Le vicende politiche cilene,oltre ad avere quel buon sapore di militanza di una volta(El pueblo unido etc.etc.)sono sempre di particolare interesse perché ritengo che in esse ci siano dei punti di contatto con lo scenario politico italiano.
L'elettorato cileno,infatti,nell'ultima metà del Novecento,si è rivelato essere diviso in tre,e lo si è visto molto chiaramente ai tempi di Allende.A una forte componente marcatamente conservatrice(che però,a differenza che in Italia,ha la sua base solo nella borghesia molto più che nei ceti popolari),corrispondono infatti una forte sinistra socialista e un forte partito centrista-cattolico.Quest'ultimo,prima del colpo di stato di Pinochet,ha spesso fatto da ago della bilancia,e fu proprio il forte ruolo del centro a generare quell'instabilità politica che contribuì alla caduta di Allende,e a tutto ciò che ne derivò.
Dopo la caduta di Pinochet nel 1989,comunque,il centro cattolico si è unito,in pianta più o meno stabile,in un'alleanza col Partito Socialista(e con il Partito Radicale),in una forza di centro-sinistra(la Concertazione per la Democrazia)molto simile all'Ulivo italiano.Non è un caso se Prodi,nel 1996,ebbe il pubblico sostegno di Gabriel Valdes che era il segretario della Democrazia Cristiana cilena.
Quest'alleanza ha permesso,dal 1989 a oggi,di impedire il ritorno al governo del Cile delle forze di destra,vincendo tutte le elezioni.Ma non è stata sempre una passeggiata:anzi.A differenza di quanto accaduto in Italia,infatti,il regime di Pinochet non è stato abbattuto con la guerra,e le forze più conservatrici che a quel regime erano vicine non sono state ghettizzate come avvenuto col nostro Msi.A questo si aggiunga che l'elezione del Parlamento avviene con un sistema elettorale lasciato da Pinochet che rende difficile la formazione di forti maggioranze.Si vota col sistema "binominale" che prevede la divisione del territorio in collegi in cui ogni coalizione presenta due candidati.Per eleggerli tutti e due,la coalizione vincente deve riuscire a ottenere una percentuale di voti doppia rispetto alla seconda classificata.Siccome questo avviene di rado,in diversi collegi il risultato è di parità e viene eletto un candidato per ogni coalizione.
Domenica 13 dicembre si vota.Il Cile è un sistema presidenziale sul modello statunitense:Governo e Parlamento sono eletti separatamente,non hanno vincoli di fiducia l'uno verso l'altro,e il Presidente della Repubblica non è al di sopra dei poteri ma è il capo del Governo.Viene eletto direttamente,a suffragio universale,con un meccanismo di doppio turno:se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta dei voti si avrà un ballottaggio fra i due candidati più votati.
Per la prima volta dal 1989,la destra rischia di tornare al potere.Le primarie della Concertazione per la Democrazia hanno visto vincere Eduardo Frei Ruiz-Tagle,candidato democristiano,che già era stato Presidente dal 1993 al 1997 e che è figlio di quell'Eduardo Frei Montalva che aveva presieduto il Paese prima di Allende.Il problema è che il fronte del centro-sinistra si è diviso:è spuntato fuori un terzo candidato che di professione fa il regista,si chiama Marco Enriquez-Ominami e proviene dal Partito Socialista;è sostenuto da un movimento che si fa chiamare "Nuova maggioranza per il Cile".
Stando a sentire El Pais*,Enriquez-Ominami(per gli amici MEO)sta ottenendo un discreto successo nell'elettorato del centro-sinistra:arriverebbe al 19%.Frei non supererebbe il 26.E così aumentano le possibilità di vittoria del candidato della destra che supererebbe in testa il primo turno col 36%.Va sottolineato che oltre ai due candidati del centro-sinistra si presenta anche il candidato dell'estrema sinistra che si chiama Jorge Arrate.Ma secondo i sondaggi il candidato della destra riuscirebbe a imporsi anche al ballottaggio.Nonostante l'attuale presidente Bachelet,espressione del centro-sinistra,stia battendo tutti i record di popolarità.
Il candidato della destra si chiama Sebastian Pinera.Sul suo conto occorre fare una precisazione:Pinera,in occasione del referendum del 1988,votò contro la richiesta di Pinochet di rimanere al potere.Per il resto,bisogna sottolineare che Pinera è un imprenditore ricchissimo,operante nel campo televisivo.
Tanto per confermare le analogie fra lo scenario cileno e lo scenario italiano.
*http://www.elpais.com/articulo/inter...pepuint_12/Tes