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    Predefinito Berlusconi prepara i manifesti con il suo volto ferito

    Berlusconi prepara i manifesti
    con il suo volto ferito

    di Marco Conti

    ROMA (29 dicembre) - Il ”Partito dell’amore” immaginato da Silvio Berlusconi, nella versione De Amicis e non Cicciolina, è destinato ad avere una vita più lunga delle festività natalizie. Così come le immagini dell’aggressione subita dal premier in piazza Duomo che, per diventare eterne, finiranno presto sui muri delle principali città italiane, affinché il Cavaliere, ritratto con il sangue sul volto o con le bende, sia monito a coloro che si ostinano a rifiutare il dialogo e il confronto.

    In questi giorni di relativa vacanza, Berlusconi ha infatti dato il via libera a una seria di bozzetti che molto presto diventeranno manifesti sei per tre. Da un lato la foto del presidente del Consiglio con il volto insanguinato, a destra lo slogan ”l’amore vince sempre sull’odio”. Da un lato l’immagine del premier con le bende, dall’altro lo slogan ”basta con le fabbriche dell’odio”.

    D’altra parte l’effetto-souvenir ha dato al premier la possibilità di consolidare la robusta svolta data alla linea della maggioranza sin dalle prime ore successive all’aggressione. Archiviata la prospettiva del voto anticipato, la mano tesa all’opposizione ha il vantaggio di intercettare il senso comune di un Paese stanco di risse e violenza anche verbale.

    Sondaggi e focus group in possesso del premier, e forniti dall’immancabile e precisissima Euromedia di Alessandra Ghisleri prima e dopo il lancio del souvenir, confermano infatti che oltre il 70 per cento degli italiani - molti dei quali impegnati a difendere il proprio posto di lavoro - è stufo del clima di scontro che si è respirato negli ultimi mesi e chiede alla politica, specie quella che governa, risposte serie sulla crisi e sui principali problemi del Paese. Basta quindi con le risse. Basta con la contrapposizione violenta anche a mezzo stampa. Con i sondaggi di gradimento altissimi anche per il ruolo da ”eroe” che gli ha tributato l’aggressione in piazza Duomo, Berlusconi da giorni interviene via etere per consolidare l’immagine di un premier-vittima, capace però di reagire in maniera costruttiva.

    Trasformare il Popolo delle Libertà in partito dell’Amore, cristianamente inteso, non solo mette premier e Papa sulla stessa lunghezza d’onda anche a seguito delle aggressioni ricevute, ma spiazza l’opposizione che, se non si associa allo ”spirito nuovo”, rischia di essere annoverata dall’altra parte della barricata. Ovvero nel partito dell’Odio. La controffensiva mediatica del Cavaliere avrà quindi bisogno di meno titoli contro gli alleati ”infidi e bari”, e di una dose massiccia di progetti di riforma. Ecco perché, sempre in questi giorni di relativa vacanza, il Cavaliere ha sentito i ministri ad uno ad uno chiedendogli mettere nero su bianco l’agenda del nuovo anno.

    «Il 2010 sarà l’anno delle riforme», ha annunciato qualche giorno fa. L’impegno dovrebbe essere rispettato grazie al lavoro del Guardasigilli Alfano che presenterà la riforma della giustizia. Alla riforma fiscale in favore delle famiglie sta lavorando Tremonti. Sacconi a quella degli ammortizzatori sociali e, forse, a quella della pensioni. A Maroni la revisione dei testi in materia di sicurezza nel lavoro e la riforma della polizia locale. Brunetta sarà ovviamente impegnato nel tentativo, a tratti disperato, di ridare efficienza alla pubblica amministrazione. Sullo sfondo resta ovviamente il più ampio progetto di riforme istituzionali che muoveranno dalla ormai nota bozza-Violante e che dovrebbero coinvolgere l’opposizione.

    Le elezioni regionali di marzo, saranno quindi giocate da Berlusconi sulla reale volontà degli schieramenti di voler contribuire a riformare e modernizzare il Paese e, secondo lo schema del Cavaliere, «all’opposizione sarà difficile sfilarsi adducendo la scusa delle leggi ad personam». Il premier infatti non ha nessuna intenzione di rinunciare agli unici due ddl (legittimo impedimento e processo breve)in grado di metterlo in sicurezza «dalle aggressioni» della magistratura.


    http://www.ilmessaggero.it/articolo....=HOME_INITALIA

  2. #2
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    Predefinito Re:Berlusconi prepara i manifesti con il suo volto ferito

    Non ci credo finchè non lo vedo anche perchè dal 2008 Berlusconi ha rinunciato a metere cartelloni col suo volto, lasciando il simbolo del PDL.
    Against all odds

  3. #3
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    Predefinito Re:Berlusconi prepara i manifesti con il suo volto ferito

    Peccato che per gennaio e febbraio il Parlamento sia già intasato di leggi ad personam,sarà piuttosto facile per l'opposizione smontare questa messinscena,dicendo che a parole il premier vuole le riforme,ma nei fatti si fa solo i cazzi suoi,poi dopo le regionali può fare quello che vuole,tanto le prossime consultazioni serie sarebbero le politiche tra tre anni...

  4. #4
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    Predefinito Re:Berlusconi prepara i manifesti con il suo volto ferito

    sarebbe vergognoso sfruttare il sangue in cabina elettorale

  5. #5
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    Predefinito Re:Berlusconi prepara i manifesti con il suo volto ferito

    Se è confermata, semplicemente GENIALE

    L'amore contro l'odio. Quest'uomo ha sette vite (almeno)!!!
    \"La Giustizia è il potere dei senza potere\"
    Vaclav Havel

  6. #6
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    Predefinito Re:Berlusconi prepara i manifesti con il suo volto ferito

    Come in ogni democrazia che si rispetti, il linguaggio è prima creato a tavolino, poi veicolato mediaticamente, poi inoculato come un cancro all'uretra, infine ripetuto ad nauseam affinché anche il più imbecille contribuente (o non, in Italia è un caso raro pagare le tasse, a meno di non essere un immigrato saraceno o vedico) recepisca il messaggio. Il Verbo, già declinato e digerito.

    Allora ci accorgiamo che sul finire del 2009 il sostantivo più in voga sia "odio", il suo contrario "amore" altrettano, come Castore e Polluce i quali non possono essere separati.

    Ragionepolitica, del compianto thinktanker B.Bozzio, è un megafono piuttosto asettico ed afono nel panorama del conservatorismo statalista. RP riesce nella difficile ed ardua impresa di esacerbare il linguaggio posticcio lanciato dai media, che opportunamente molti elettori savi e saggi ripetono come un gregge di pecore di lana merinos.

    La virtù cristiana del perdono: esalogo parafrastico di ipocrisia cripto-cristiana.

    Ricordo ai sedicenti cristiani che la blasfemia e la simonia sono reati puniti dal Dio narrato nel Libro e nello sciagurato caso in cui il tal Dio si svegliasse dal lungo letargo in cui è piombato dal primo secondo dell'ottavo giorno a creatione condita, i sedicenti suddetti vedrebbero le proprie natiche ridotte ad un ammasso di ceneri. Quindi, il mio consiglio è di sparare tutte le cartucce disponibili prima del famigerato Risveglio, perché poi saranno votalili per diabetici.

    Il paradosso batracomiomachico in Alicarnasso prevede quanto segue:

    - saranno gli acerrimi nemici del Dio a voler che il Dio emerga dal Maelstrom affinché faccia giustizia e saranno gli adoratori del Dio stesso a sperare che il tal Dio non esista, altrimenti verranno spazzati via

  7. #7
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    Predefinito Re:Berlusconi prepara i manifesti con il suo volto ferito

    MarcoGhiotti ha scritto:
    Come in ogni democrazia che si rispetti, il linguaggio è prima creato a tavolino, poi veicolato mediaticamente, poi inoculato come un cancro all'uretra, infine ripetuto ad nauseam affinché anche il più imbecille contribuente (o non, in Italia è un caso raro pagare le tasse, a meno di non essere un immigrato saraceno o vedico) recepisca il messaggio. Il Verbo, già declinato e digerito.

    Allora ci accorgiamo che sul finire del 2009 il sostantivo più in voga sia "odio", il suo contrario "amore" altrettano, come Castore e Polluce i quali non possono essere separati.

    Ragionepolitica, del compianto thinktanker B.Bozzio, è un megafono piuttosto asettico ed afono nel panorama del conservatorismo statalista. RP riesce nella difficile ed ardua impresa di esacerbare il linguaggio posticcio lanciato dai media, che opportunamente molti elettori savi e saggi ripetono come un gregge di pecore di lana merinos.

    La virtù cristiana del perdono: esalogo parafrastico di ipocrisia cripto-cristiana.

    Ricordo ai sedicenti cristiani che la blasfemia e la simonia sono reati puniti dal Dio narrato nel Libro e nello sciagurato caso in cui il tal Dio si svegliasse dal lungo letargo in cui è piombato dal primo secondo dell'ottavo giorno a creatione condita, i sedicenti suddetti vedrebbero le proprie natiche ridotte ad un ammasso di ceneri. Quindi, il mio consiglio è di sparare tutte le cartucce disponibili prima del famigerato Risveglio, perché poi saranno votalili per diabetici.

    Il paradosso batracomiomachico in Alicarnasso prevede quanto segue:

    - saranno gli acerrimi nemici del Dio a voler che il Dio emerga dal Maelstrom affinché faccia giustizia e saranno gli adoratori del Dio stesso a sperare che il tal Dio non esista, altrimenti verranno spazzati via
    Non so se ho capito tutto, ma concordo che i sudditi potrebbero anche nausearsi di tutta questa melassa e avere una reazione immunitaria contro questo micidiale virus. Il troppo (a volte) stroppia.
    Basta con i cialtroni.

  8. #8
    .
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    Predefinito Re:Berlusconi prepara i manifesti con il suo volto ferito

    Obbeh, sarà il caso di approntare bende e cerotti per medicare il povero volto ferito ed evitare che le ferite si infettino. Con carità cristiana.

  9. #9
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    Predefinito Re:Berlusconi prepara i manifesti con il suo volto ferito

    Oppure capiterà che a sentir parlare di tutti questi valori cristiani da salvaguardare e difendere, qualcuno inizi a sospettare del Vaticano, ed indaghi le fortune finanziarie dello Ior. Come se fosse sceso un nuovo Attila a dilapidare il tesoro del vigliacco Leone I.

    In fondo,
    ferisce più l'assonanza che il pinnacolo meneghino, o qualcosa del genere.

  10. #10
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    Predefinito Re:Berlusconi prepara i manifesti con il suo volto ferito

    Purtroppo mi sovviene che è il sessantennale (fu pubblicato nel 1949) di un romanzo fin troppo conosciuto.

    Da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/1984_(romanzo)
    In un futuro prossimo (l'anno 1984) la Terra è suddivisa in tre grandi potenze totalitarie perennemente in guerra tra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia che sfruttano la guerra perenne per mantenere il controllo totale sulla società. In Oceania, la sede dei vari ministeri (Ministero dell'Amore, dell'Abbondanza, della Verità e della Pace) è Londra, facente parte della provincia di Pista Uno.

    La società è amministrata secondo i principi del Socing, una evoluzione del Partito Laburista Inglese, e governata da un onnipotente partito unico con a capo il Grande Fratello, un personaggio che nessuno ha mai visto e che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini. Il totalitarismo del Grande Fratello sviluppa caratteristiche dell'URSS di Stalin e della Germania preconizzata dai nazisti.

    Il partito è a sua volta diviso in Partito Interno (che ha il vero potere) e Partito Esterno. I suoi occhi sono dei televisori-telecamere, installati per legge in ogni abitazione dei membri del Socing e che i membri del Partito Esterno non possono spegnere. Questi televisori-telecamere, oltre a diffondere propaganda 24 ore su 24, spiano la vita di qualunque membro del Socing esterno.

    Il partito è Governato dal Minamor (MINistero dell'AMORe), la cui funzione è di controllare i membri del partito e di convertire i dissidenti alla ideologia del partito. Il Minamor è dotato di una polizia politica, la psicopolizia, che interviene in ogni situazione sospetta di eterodossia e di deviazionismo.

    Al di sotto del partito unico stanno i Prolet[2], che non hanno alcun potere né privilegio, fanno i lavori pesanti in cambio del minimo di sussistenza, ma hanno il vantaggio di non essere controllati se non in modo indiretto, tramite la tecnica del Panem et circenses.

    Ovunque nella città sono appesi grandi manifesti che ritraggono il Grande Fratello, con la didascalia Il Grande Fratello ti vede, e gli slogan del partito: «la guerra è pace», «la libertà è schiavitù», «l'ignoranza è forza».

    I membri del Socing (Socialismo Inglese in Neolingua) vivono in moderni palazzoni alveare nella città nuova, ed i prolet (il Proletariato) vivono separati dai primi nella città vecchia.

    L'unica forma di pensiero ammissibile in Oceania è il Bispensiero (ispirato al Materialismo dialettico leninista), un pensiero che esige che la mente si adatti senza resistenze alla realtà così come definita dal partito e cancelli ogni dato divergente ed ogni forma di obiezione. Come recitano alcuni slogan del partito, “la menzogna diventa verità e passa alla storia”, “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato”.

    La lingua che si parla in Oceania si sta trasformando così in Neolingua, un nuovo linguaggio in cui tutte le parole hanno un'unica accezione che riducendo il significato ai concetti più elementari rende impossibile concepire un pensiero critico individuale. Con la creazione della neolingua il partito censura quindi l'utilizzo di molte parole, convogliando quelle sgradite (come ad esempio "democrazia") nell'unico termine "psicoreato": in questo modo diventa impossibile formulare, e a lungo andare anche solo pensare ad un argomento "proibito". I semplici concetti che renderebbero discutibile l'operato del partito diventano inesprimibili. La stessa parola "psicoreato" va ben oltre il divieto di esprimersi, ma si spinge appunto a vietare anche solo di pensare in modo divergente dai dettami del governo totalitario sotto il Grande Fratello.

    Le scienze umanistiche sono di conseguenza cambiate: i testi vengono riscritti espellendo tutto quanto non sia in linea con le idee del momento del Socing.

    Tutti i fatti che rivelino contraddizione o fallibilità del partito vengono periodicamente e sistematicamente cancellati e sostituiti, la storia non esiste più, se non per dare ragione al partito.

    Ci si aspetta che gli uomini si adeguino, cancellando la memoria dei fatti indesiderati e sostituendoli coi fatti che il Partito vuole che si ricordino.

    Così, per esempio, se si ribaltano i fronti e l'Eurasia diventa improvvisamente alleata dopo esservi stati in guerra fino a un momento prima, nessuno deve rilevarne la contraddizione e portare memoria della precedente ostilità, per cui diverrà vero che l'Eurasia è sempre stata alleata dell'Oceania e che non vi è mai stata inimicizia tra i due stati.

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