bsiviglia ha scritto:
Io però vorrei chiedere ai lavoratori che votano questo centrodestra classista oltre ogni limite di sopportazione: "grandissime teste di min...a, vi rendete conto che vi considerano zero e vi disprezzano perché non avete abbastanza soldi? vi rendete conto che non solo la differenza fra il vostro reddito e il loro si allarga sempre di più da 15 anni a questa parte, ma che anche vi umiliano, vi ghettizzano e vi sbeffeggiano? vi siete bevuti il cervello? ekkekkazz, siete ridotti con le pezze al sedere, molti di voi sono anche in mezzo a una strada, senza prospettive per i vostri figli se non precariato senza diritti e salari da fame, con nessuna speranza di mobilità sociale per loro, per quanto bravi e capaci possano essere, e voi ancora li votate? mi sa che siete proprio rincoglioniti". Chi sa che una terapia del genere non possa guarire qualcuno.
Guarda, lo studio "sociologico" del voto al PDL è una cosa che da un certo punto di vista mi ha sempre affascinato (e terrorizzato) in quanto razionalmente lo si potrebbe definire "inconcepibile".
Dopo anni, sono arrivato a definire le "parole chiave" di riferimento e chiamiamolo il "concept" del voto al coacervo berlusconiano.
La definizione riguarda appunto alcuni "concetti":
Identità
Semplificazione
Percezione
Convenienza
Identità:
Il voto identitario è semplicemente rappresentativo di una "continuità". In Italia c'è sempre stato dal dopoguerra in avanti un voto di "pregiudiziale" anticomunista.
Quindi c'è chi vota nel PDL semplicemente perche' non puo' rappresentare a sè stesso il rinnegare il proprio voto storico "anticomunista" e quindi (avendo il B. abilmente rappresentato sè stesso come tale e continuando a definire "comunisti" gli altri) si prende il voto di questi.
Semplificazione:
C'è da ricordare che per una buona parte delle microimprese, dei commercianti, autonomi e professionisti, ma anche dei dipendenti, lo Stato è stato sempre considerato piu' che altro come una specie di "taglieggiatore" (tramite la Finanza) dei propri guadagni nonche' per una specie di ente che attraverso codicilli incomprensibili, linguaggi "tecnici" e politichese vario, vessasse i guadagni dei medesimi. E la "semplificazione" del linguaggio del B., con le sue pur estreme conseguenze, è vista da molti esattamente come la propria insofferenza allo "Stato taglieggiatore".
Percezione:
Inutile ricordare che il monopolio dei media permette una "percezione" dei messaggi totalmente distorta, all'interno dei quali, la sussistenza della "voce tonante" berlusconiana, ancorche' foriera di polemiche a gogo', viene quasi "sadicamente" presa come esempio di "voce dissonante" dall'odiato politically correct (è il curioso (e qualunquistico) "senso del trasgressivo" del berlusconiano tipico). In piu' ovviamente le suddette informazioni, ancorche' sballate e fuorvianti, inviano il messaggio che TUTTE le informazioni stesse (da chiunque vengano veicolate) siano "curvate" ad interessi di parte e quindi inattendibili. E da qui "promana" anche la giustificazione delle incommensurabili balle berlusconiane, che perdono rilevanza di per sè stesse.
Convenienza:
Anche qui, sia in conseguenza dei punti precedenti, sia per il ritrovarsi all'interno di sistemi di voti di scambio e in condizioni sia "border-line" all'interno di illegalità diffuse, sia di connivenza diretta (volontaria o involontaria badate bene), il voto rappresenta semplicemente una "assicurazione" sul perpetuare la propria convenienza economica (vedi evasori), sia rappresentata da favori del potente di turno, sia persino i pacchi di pasta in stile Lauro.
Nell'interazione tra questi 4 fattori piu' o meno si puo' rappresentare la massa dei voti al coacervo berlusconiano.