Pansofilointerdentale ha scritto:
Non sono al corrente dei sistemi elettorali canadesi ed indiani, magari Salvo può illuminarci.
Se parli dell'Italia, nel 94, 96 e 01 la situazione politica era nettamente diversa, non essendoci nessun partito oltre un potenziale 30%. FI non lo era. Lo potevano essere i cartelli elettorali, ovvero la CDL e L'Ulivo.
Ma nel 2010 non siamo più in presenza di cartelli: il PD è un partito, Pdl+lega sono una coalizione.
Non capisco quindi l'equiparazione di quegli anni coi nostri.
Al 5%, Fini e Vendola entrano.
Porta la quota al 10% e se ne può parlare. Ma al 10% sarebbe ridicola.
In Canada e in India si applica molto banalmente il sistema Westminster: maggioritario uninominale a un turno. In Canada il primo partito è quello conservatore che ha 143 seggi su 308, dunque non ha la maggioranza assoluta (che ne richiede 155); la regola è che si formino governi di minoranza (come quello guidato dal liberale Martin dopo le elezioni 2004). In India, peggio mi sento: ci sono 36 partiti in Parlamento; il primo partito è quello del Congresso guidato da Singh e Sonia Gandhi e ha 206 seggi su 543, neanche qui c'è la maggioranza assoluta.
Ti faccio notare che i primi due partiti canadesi hanno ottenuto entrambi, nel 2006, più del 30 per cento. Quindi la tua obiezione relativa all'Italia è da respingere.
Neanche il maggioritario a un turno, dunque, riesce a creare il bipartitismo, laddove questo non esista spontaneamente, come in Gran Bretagna e negli Stati Uniti; e nella stessa Gran Bretagna è bastata un'affermazione particolarmente positiva dei Libdem per costringere i conservatori a un governo di coalizione. In Italia, il bipartitismo non esiste. Gli italiani non lo vogliono. Inutile quindi cercare di crearlo con la scorciatoia elettorale, perché non ci riuscirai, in virtù del meccanismo che ti ho spiegato nel mio precedente intervento e che vede i partiti grossi costretti alla desistenza con altri partiti per vincere più collegi possibile arrivare a una maggioranza assoluta. Come succede nel proporzionale tedesco o nel maggioritario a due turni. Solo che, in più, il maggioritario a un turno, non prevedendo sbarramenti, aumenta il potere non solo dei partiti medi, ma anche di quelli piccoli.