http://www.ilsole24ore.com/art/notiz...?uuid=Aa3dudBE
quella di un passaggio più equo tra "protetti" e "non protetti" dalle norme attualmente vigenti.
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Grazie Non cambia nulla nemmeno per me allora, però sarebbe da capire in termini numerici cosa succede agli altri...
Devo proprio studiarmi bene i due sistemi
sei recidivo...
comunque non mi sembra che proponga esattamene questo... dice che sarebbero da togliere le pensioni di anzianità (40 anni di contributi) ed aumentata per tutti l'età minima pensionabile a 63 anni (con contributi minimi di 20 anni come per le pensioni sociali)... i "favoriti" dal sistema retributivo sarebbero comunque penalizzati, ma non sarebbero parificati a quelli parzialmente protetti o per niente protetti dalle norme attuali perché continuerebbero a mantenere i vantaggi degli anni di contribuzione accumulati con il sistema retributivo... valuteranno se gli conviene comunque andare in pensione a 63 anni o allungare...
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cambia solo per quelli nati negli anni '50 che hanno iniziato a versare contributi molto presto... per gli altri non cambia assolutamente nulla...
Indovina in che anno sono nato io? C'è un detto che dice che se un giorno la merda avesse valore i poveri nascerebbero senza il buco del culo.
Comunque io, vecchio 53enne bilioso, sono d'accordo con la Fornero... anche perché come lavoratore autonomo non mi è dato di pensare alla pensione da tempo.
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Quindi l'idea è passare tutti al contributivo, con età minima a 63 anni (mi riferisco a questo articolo postato prima http://www.ilsole24ore.com/art/notiz...?uuid=Aa3dudBE) con incentivo per lavorare anche di più (68/70 anni).
Il contributivo in generale mi sembra più giusto del retributivo, e mi pare che il vantaggio sia che, essendo la pensione legata effettivamente ai contributi versati, si avrà in generale più incentivo a lavorare per più anni, per accumulare più contributi (e non fare la corsa agli straordinari negli ultimi anni di lavoro per alzare la retribuzione, come succede in alcuni settori, spesso a spesa del pubblico, parlo ad esempio di una cosa che conosco, e cioè i trasporti).
In tutto questo mi chiedo:
- cosa succede ai lavoratori con mansioni usuranti
- ai "giovani" (anche 40enni) che magari hanno iniziato comunque a lavorare presto (dopo le medie)
La vera "ingiustizia" che si sovrappone all'altra... quella di aver in pensione gente di 55 anni sostenendola con pensioni che non hanno assolutamente formato con i contributi versati... è proprio questa.
Perché se è vero che per un ragazzo di oggi sembra normale che uno vada in pensione a 65 anni visto che lui al lavoro, se va bene, inizia ad andarci a 30 anni escludendo lavori non consoni alle sue aspettative, è assolutamente "ingiusto" per chi ha iniziato a 14 facendo il manovale...
Il guaio è che la mobilità è tanto deprecata quanto proprio per molti quei 40 anni di lavoro hanno consistito in un interrotto rapporto sempre a fare le stesse cose nello stesso posto e dopo 40 è oggettivamente comprensibile che ne abbia le palle piene... e non sia nemmeno più produttivo come ogni imprenditore sa bene... costringerlo a lavorare ancora è un'esigenza e al tempo stesso un controsenso.
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Ma che forse finalmente si riesce a convincere gli italiani, o molti tra questi, a investire il largo risparmio che hanno (concentrato chiaramente tra chi ha più di 50 anni) in pensione integrativa e/o una rendita che permetta di andare in pensione qualche anno prima e stare senza problemi anni senza pensione? Che so, anche solo 4/5 anni.
Against all odds
Le pensioni integrative trovano una grande resistenza concettuale: se io pago i contributi mi aspetto una pensione, punto.
Perché devo pagarmene un'altra?
Io credo che, esclusi quelli che già la prendono una pensione e non capiranno mai che il sistema va cambiato, i giovani, a patto di avere un mercato del lavoro migliore e equo, siano anche disposti a lavorare di più, ad andare in pensione dopo.
Il problema è che i nostri genitori ci hanno un po' fregato da questo punto di vista...
E' la stessa resistenza stupida da bambini che c'è in un sistema statalista anche per sanità e istruzione. Ovvero, anche se i soldi ce li ho, e vado a Madesimo a sciare e a Sharm al sole (e sono tantissimi, non arrivate con la storia che sono pochissimi sulle piste e sugli aerei) non voglio spendere nulla per pensioni sanità e istruzione "perchè ci sono già le tasse", un alibi che nasconde il capriccio, la pigrizia e la poca voglia di risparmio e di un minimo di sacrificio, che poi sarebbe veramente minimo.
Against all odds