"Supporre", come da dizionario della nostra magnifica lingua, indica l'attività del presumere, dell'immaginare, dell'ipotizzare. Stranamente, per chissà quale evoluzione dell'uso della parola, il participio presente del verbo in esame, "supponente", ha assunto un significato di carattere negativo, divenendo sinonimo di vanitoso, arrogante, saccente.
"Uno che suppone" si presenta, al giudizio immediato, come individuo positivo, perché è colui che pensi, che valuti, con dati di fatto, ragionati. La supposizione è sintomo di modestia, opposta alla certezza sfacciata, è l'uso della propria logica con misura, non esibita.
Quando l'"uno che suppone" diventa "supponente", cambia tutto, e questi diventa insopportabile ai più.
La Fornero è la classica personificazione del descritto apparentemente strano fenomeno linguistico.
La Fornero è "una che suppone", ma, alla fine, è assunta, percepita, come una "supponente". E forse la spiegazione, a pensarci, è dell'uso del supporre, del come si suppone, del quanto si suppone.
La Fornero suppone che la riforma delle pensioni sia un capolavoro di equilibrio, di considerazione sociale, di sopportabilità economica. Lo suppone con eccessiva sicurezza, e diventa "supponente".
La Fornero suppone che l'art. I8 famoso, come lo ha risolto lei, sia il massimo dell'equilibrio, utile socialmente a lavoratori e imprese. Lo suppone senza possibilità di critica, e diventa "supponente".
La Fornero suppone che gli "esodati" siano 65.000, e non c'è verso che riconsideri la cifra. Tutti le fanno presente che sono più di 350.000, ma lei insiste a supporre di aver ragione. Alla fine è "supponente".
La Fornero si offre fascinosa, suppone lei, alle telecamere. Per come si pone, pare supporre di essere molto apprezzabile anche fisicamente. Si sorride, si muove le mani esplicative ed ammaliatrici, e suppone di conquistare. Stavolta, è, ancora di più,"supponente".
Io mi compiaccio di tali profonde considerazioni, suppongo di essere acuto osservatore, logico conversatore. E, però, non mi avverto "supponente". Stranezze della nostra magnifica lingua...