...per quanto genuino, spontaneo, si propone. Loro, i Sinistri del quotidiano di Partito, sono fatti così, e si credono fatti bene, esibendosi come sono. Hanno una regola tipica, che osservano rigida: pensi come me, sei un genio; pensi diversamente, sei un [frase non permessa].
Adulano quanti danno il minimo segnale di vicinanza, tanto quanto odiano chi mostrasse lontananza. E tutto sommato, la regola potrebbe considerarsi di carattere generale, e pure scontata. Solo che loro, i Sinistri, esasperano le distinzioni, in modo e misura manichei.
Esempi sono tantissimi, e gli ultimi più eclatanti sono di quelli che fanno sorridere, molto.
Fini, personaggio molto discusso sotto il profilo della coerenza dei suoi comportamenti, per motivi storici molto inviso al popolo "sinistro", addirittura odiato come fascista, ad un certo punto, tradisce "anche" Berlusconi.
Fini, subito, conosce la benevolenza, l'entusiasmo commosso, la considerazione positiva massima, dei Compagni (non so se accettino ancora il titolo, o preferiscono relegarlo a ricordo). Qualcuno giudica che manca poco che i militanti rossi sostituiscano, sulle loro magliette, l'immagine del Che con quelle di Gianfranco.
Squinzi, presidente strano della Confindustria, si lascia irretire dalla Camusso, e si lascia andare (frainteso, dirà poi) a giudizi sul governo Monti di estrema condivisione con la CGIL. Parte la sceneggiata: Squinzi, padrone buono, reuccio delle manifestazioni del sindacato tremendo, ripreso accanto alla Camusso, sorridentele, registrato e riprodotto nelle sue improvvide, e perciò tanto degustate dichiarazioni.
Poi Fini esce dai loro cuori, non serve più. E Squinzi, richiamato all'ordine dai padroni cattivi, per non perdere l'eredità, rinuncia al suo folle amore, e l'entusiasmo cigiellino si ridimensiona, finisce, subito dimenticato, ma usato. Usato contro i padroni cattivi della Confindustria, che non hanno acconsentito all'innaturale connubio, antidemocratici, mai disposti a commuoversi, neppure di fronte a tanto grande amore...
E L'Unità appassiona i suoi lettori, con un altro romanzo rosa, di quelli che tanto piacciono.
Denuncia, così, scarsa avvedutezza politica, poca coerenza, è vero, ma fa tanta tanta tenerezza...