La Repubblica è sempre più riconoscibile, a meno di inconfessabili passioni..., come quotidiano inaffidabile. Segue la linea di predeterminati interessi economici che, per essere organizzati e conservati, hanno bisogno di potere, anche di natura politica. Adotta la tecnica di viziare le realtà, aggiustandola, manipolandola, al fine di farla risultare confacente al suo tornaconto. L'aspetto peggiore di questo malvezzo è nella indiscutibile capacità di mimetizzazione che riesce a praticare un 'abilissima linea editoriale. La sua capacità di inganno di troppe menti è supportata dalla voglia irrazionale di queste di sentirsi informare come piace, come corrisponde alle loro idee politiche, sociali, umane.
Mi piace ripetere questo convincimento, perchè proporlo è uno sfogo, un desiderio di verità.
Dopo la dimostrazione, oggettivamente probante, del falso, ai danni di Formigoni, personaggio molto inviso al quotidiano, oggi si trova il nuovo impegno al depistaggio. Stavolta sulla trattativa Stato-Mafia. Caduti, di fatto, i teoremi berlusconiani, per intervento di nuovi molto significativi elementi, La Repubblica non rinuncia alla facile attribuzione del misfatto, l'indegno patto, al Cavaliere. Lo fa insistendo sul personaggio usato come tramite per coinvolgere Berlusconi, e, sulla prima pagina di oggi, riportata la richiesta di una veloce vera verità, da parte di Napolitano, trova modo, il quotidiano travisatore, di suggerire ancora la figura di Dell'Utri. E' la tecnica del suggerimento immediato, automatico.
Al titolo che sintetizza la richiesta del Presidente, si aggiunge, sommariamente, la frase "i conti segreti di Dell'Utri". Il lettore che non ha tempo adeguato da prestare alla notizia, legge l'appello di Napolitano e Dell'Utri. Il gioco è fatto...
E La Repubblica continua a fuorviare, a manipolare, a depistare...Ormai un vizio, ingestibile...