...hanno sparato al dirigente dell'Ansaldo, qualche mese addietro. Si tratta di due signori che hanno il torto di avere esagerato con la loro passione politica, spinta fino all'uso delle armi. Trattasi, se proprio si vuol non considerare una militanza molto sentimentale, di due "sovversivi", da non confondersi con i colpevoli del deplorevole reato di "terrorismo".
I "sovversivi", infatti, si prendono la briga di selezionare le loro vittime, sceglierle accuratamente,evitando di sparare alla cieca, sulla folla magari, a chi c'è c'è, come fanno i "terroristi".
Si tratta della sostanza della nuova dotta sentenza della Cassazione che, esprimendo caratteri filosifici della distinzione fra sovversione e terrorismo, insegna la sostanziale differenza tra i due fenomeni che, se confusi, possono determinare ingiuste condanne morali anche nei confronti di chi, come i sovversivi, combatte per un suo ideale politico. Che poi gli stessi sovversivi sparino a qualche povero disgraziato, ma selezionato, attenzione!, è particolare di poco rilievo.
Certo si tratta di nuova coscienza giuridica, di diversa e più attenta valutazione etica, che contrasta anche con i parlamentari, i legislatori, che inserirono nel codice penale il temine "terrorismo" proprio quando, le Brigate Rosse, le prime, cominciarono le loro "imprese". Ma queste sono considerazioni che non interessano i nostri Giudici massimi.
Si deve capire che tutto evolve, cambia, si aggiorna, fosse pure ad offendere le vecchie morali, i sentimenti troppo conservatori, a suscitare sgomento, incredulità e, per quanto incredibile, anche ilarità...