Conservatorismo

[Sentenza]

Cos'è il conservatorismo? È tradizionalismo? È progressismo col freno a mano tirato? È immobilismo? Chi mi sa spiegare cosa sia?

[FalcoConservatore]

Il conservatorismo è sinonimo di "immobilismo", di arretratezza, di passatismo solo in Italia, dove l'uso del termine ha valore dispregiativo. Nella gloriosa tradizione conservatrice anglosassone, invece, si può parlare di una salvaguardia attiva (conserv-azione) della migliore "eredità dei padri", degli insegnamenti positivi dei nostri predecessori in ogni campo della vita. Conservatorismo è allora sinonimo di saggezza, equilibrio, preservazione delle nostre radici comuni e della nostra identità. Amare il passato non significa voler tornare nel passato (quella è pura "reazione"), ma saper trovare il meglio nelle opere di coloro che "vennero prima", assumendo al tempo stesso un atteggiamento di apertura mentale agli elementi di novità in grado di apportare un miglioramento alla società.

[Tyler Durden]

Ti rispondo citando il ''Manifesto dei conservatori' di Prezzolini:

“Prima di tutto il Vero Conservatore si guarderà bene dal confondersi con i reazionari, i retrogradi, i tradizionalisti, i nostalgici; perché il Vero Conservatore intende “continuare mantenendo”, e non tornare indietro e rifare esperienze fallite. Il Vero Conservatore sa che a problemi nuovi occorrono risposte nuove, ispirate a principi permanenti”

“Il Vero Conservatore si guarderà bene dal dare un sigillo religioso alla propria dottrina, perché la dottrina del Vero Conservatore non è fondata sopra una rivelazione ma sopra i fatti e il ragionamento”

“Il Vero Conservatore è per la natura contro l´astrattismo, per il provato contro il teorizzato, per il permanete contro il transeunte”

“Il Vero Conservatore sa che l´estensione della burocrazia, l´aumento progressivo delle tasse, la svalutazione della moneta sono stati sempre il principio della decadenza delle società e hanno annunziato il principio della fine della loro indipendenza”

“Il Vero Conservatore reputa utopici i programmi universali come abolire la povertà, l’analfabetismo, la fame in tutti i Paesi del mondo; e propone programmi parziali, limitati ad una dato Paese, a un dato periodo di tempo per ottenere frutti sensibili”

“Per un Vero Conservatore il più importante scopo di ogni comunità è quello di mantenere intatte le proprie caratteristiche di usi, di costumi, di lingua e quando il caso, di razza e di religione; a questo scopo segue quello di assicurare al maggior numero il benessere necessario allo sviluppo di tutte quelle qualità potenziali dei singoli”

“Separare i migliori elementi dai peggiori e per il Vero Conservatore il sistema più adatto allo sviluppo sociale, mentre il mescolare dei tardi con i pronti, dei sani con gli ammalati, degli intelligenti con gli stupidi, degli attivi con i passivi è il sistema più adatto a ritardarlo”

“Gli uomini sono disuguali per salute, per età, per sesso, per apparenza, per educazione, per ingegno, per forza, per coraggio, per bontà, per onestà e per molte altre condizioni dovute all’ereditarietà e alla fortuna. Ogni legislazione o costituzione che non tenga conto di questo è da considerarsi vana e dannosa”

“Il Vero Conservatore è convinto che la democrazia sia la forma di governo più facilmente corrompibile, e che specialmente quella parlamentare offra l’occasione e la tentazione ai deputati di approfittare del denaro pubblico, sia direttamente per loro e per le loro famiglie, sia indirettamente per comperare con favori dannosi al pubblico interesse alcune schiere di elettori, o nella propria città, o in una determinata classe”

[Melchisedec]

Cos'è il conservatorismo?

[Sentenza]

Il conservatorismo è sinonimo di "immobilismo", di arretratezza, di passatismo solo in Italia, dove l'uso del termine ha valore dispregiativo. Nella gloriosa tradizione conservatrice anglosassone, invece, si può parlare di una salvaguardia attiva (conserv-azione) della migliore "eredità dei padri", degli insegnamenti positivi dei nostri predecessori in ogni campo della vita. Conservatorismo è allora sinonimo di saggezza, equilibrio, preservazione delle nostre radici comuni e della nostra identità. Amare il passato non significa voler tornare nel passato (quella è pura "reazione"), ma saper trovare il meglio nelle opere di coloro che "vennero prima", assumendo al tempo stesso un atteggiamento di apertura mentale agli elementi di novità in grado di apportare un miglioramento alla società.

La tua risposta è apparentemente sensata, ma c'è qualcosa che non mi convince. Non si parla di valori di riferimento o di una certa "filosofia" da seguire, ma di ragionare e guidare i fenomeni nuovi in base alla cultura presente e passata, che non deve essere annientata ma adattata. Ma se questa cultura è frutto della sovversione? Molti conservatori (anzi, tutti i conservatori di questo forum e non solo di questo forum) sono per la salvaguardia della nostra cultura in contrapposizione al progressismo multiculturalista; ma la nostra attuale cultura è tale perché il conservatorismo in passato spesso ha perso! Non è un controsenso? In sostanza, il conservatorismo mi sembra un tratto più caratteriale che politico, più di sentimento che di ragionamento.

[Melchisedec]

Non si parla di valori di riferimento o di una certa "filosofia" da seguire, ma di ragionare e guidare i fenomeni nuovi in base alla cultura presente e passata, che non deve essere annientata ma adattata.

Il metodo conservatore dell’”adattamento” ha dei limiti ben precisi, almeno per quei conservatori che aderiscono a una filosofia dell’Essere, e non del Divenire. Per me, che aderisco agli insegnamenti del Magistero cattolico, esistono principi non negoziabili che, nella loro essenza, non sono suscettibili di “adattamenti” di sorta. Al di fuori di questi principi è invece applicabile, alle varie questioni politiche, economiche e sociali, il metodo dell’adattamento tipico di tutti i conservatori, che siano trascendentisti o meno.

[Sentenza]

Il metodo conservatore dell’”adattamento” ha dei limiti ben precisi, almeno per quei conservatori che aderiscono a una filosofia dell’Essere, e non del Divenire. Per me, che aderisco agli insegnamenti del Magistero cattolico, esistono principi non negoziabili che, nella loro essenza, non sono suscettibili di “adattamenti” di sorta. Al di fuori di questi principi è invece applicabile, alle varie questioni politiche, economiche e sociali, il metodo dell’adattamento tipico di tutti i conservatori, che siano trascendentisti o meno.

OK. Il mio è un discorso generale, quindi mettiamo da parte la religione (è ovvio che per un religioso ci siano principi non negoziabili). Tu cerchi di adattare i nuovi fenomeni alla tua cultura presente e passata, seguendo la tradizione degli avi. Ma se questa tua cultura deriva da una sovversione? Causata, per esempio, dalla Rivoluzione Francese? È solo un esempio, con questo non voglio dire che la Rivoluzione Francese è la causa di tutti i mali, anche se di qualche male sì.

[Giò]

OK. Il mio è un discorso generale, quindi mettiamo da parte la religione (è ovvio che per un religioso ci siano principi non negoziabili). Tu cerchi di adattare i nuovi fenomeni alla tua cultura presente e passata, seguendo la tradizione degli avi. Ma se questa tua cultura deriva da una sovversione? Causata, per esempio, dalla Rivoluzione Francese? È solo un esempio, con questo non voglio dire che la Rivoluzione Francese è la causa di tutti i mali, anche se di qualche male sì.

La Tradizione però è qualcosa che ha un fondamento ultimo di carattere metafisico e divino.
La Tradizione poggia sulla Verità.
Esistono poi le singole tradizioni storiche dei popoli, ma esse appunto non sono in contrasto con la Tradizione, in quanto quest'ultima è norma delle altre. Ciò che è scaturito dalla Rivoluzione francese non è tradizione né Tradizione, ma è sovversione perché nega l'ordine naturale, gerarchicamente ordinato.

[Sentenza]

La Tradizione però è qualcosa che ha un fondamento ultimo di carattere metafisico e divino.
La Tradizione poggia sulla Verità.
Esistono poi le singole tradizioni storiche dei popoli, ma esse appunto non sono in contrasto con la Tradizione, ma quest'ultima è norma delle altre.

Sì, certo, ma questo cosa c'entra?

[Giò]

Sì, certo, ma questo cosa c'entra?

Scusa ho editato: ciò che è scaturito dalla Rivoluzione francese non è tradizione né Tradizione, ma è sovversione perché nega l'ordine naturale, gerarchicamente ordinato.