Osservatorio Iraq, 30 luglio 2009
Israele ha concesso eccezionalmente l’ingresso di 130mila tonnellate di cemento e materiale edilizio all’interno della striscia di Gaza.
Secondo quanto dichiarato da una fonte ufficiale del governo di Tel Aviv, la consegna di oggi (la prima di materiali da costruzione da quando lo Stato ebraico ha attaccato il territorio palestinese alla fine dello scorso anno) fa parte della politica israeliana "a sostegno della popolazione civile di Gaza".
Finora, proprio l’assenza di cemento e materiali edilizi ha impedito la ricostruzione degli edifici distrutti o danneggiati durante l’offensiva israeliana, ma anche degli impianti elettrici, del sistema idrico e fognario.
La Striscia si trova peraltro sotto embargo da oltre due anni, a partire dal giugno 2007 quando la formazione islamica Hamas ne ha preso il controllo ai danni dei rivali di Fatah.
Beni come il cibo e i medicinali entrano nel territorio in maniera irregolare, mentre altri materiali - quali il cemento, il ferro e i fertilizzanti - sono proibiti del tutto, perché – a detta di Tel Aviv – potrebbero essere utilizzati da Hamas a scopi militari.
Lo scopo ufficiale dell’embargo è quello di indebolire il movimento islamico. Ma - secondo osservatori e organizzazioni umanitarie - il suo solo effetto è quello di danneggiare la popolazione civile.
Stando a quanto riferito dale Nazioni Unite, la consegna di cemento di oggi ha valore puramente simbolico: il cemmento stimato necessario solo per ricostruire le scuole di Gaza ammonta a 40 mila tonnellate.