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  1. #21
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    Predefinito Re: Canaletto e le meraviglie del Settecento veneziano

    Citazione Originariamente Scritto da Silvia Visualizza Messaggio
    Canaletto torna nel luogo dove dipinse un suo capolavoro, all'Abbazia di San Gregorio. Dal 10 novembre al 27 dicembre 2013.


    Venezia grandi mostre

    GERO QUA. CANALETTO TORNA A CASA
    Grazie, Silvia, per aver segnalato questa splendida iniziativa, tanto pregevole perchč dalle modalitŕ singolari...

    Quel dipinto č un po' il manifesto dell'arte di Canaletto... Un quadro che forse piů di ogni altro supera le barriere e ostenta questo effetto magico, che "vede" oltre i limiti fisici e ristretti dell'occhio essendo l'Arte un quid pluris rispetto all'uomo medesimo... e cosě porta in trionfo l'apertura urbanistica e suggestiva della Laguna che corre nel secolo decimottavo, col suo aspetto spaziale ma ancor piů culturale e metaforico... La Serenissima che decade ma non smarrisce l'essenza della sua grandezza e universalitŕ.
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 20-02-15 alle 04:16
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  2. #22
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    Predefinito Re: Canaletto e le meraviglie del Settecento veneziano


    A. Stom, Veduta di Piazza San Marco dalle Procuratie Vecchie
    (olio su tela - 1720 - collezione privata)
    Immagine dal sito Web Gallery of Art

    Tonino (Antonio) Stom, seconda generazione di una famiglia di pittori, realizzň essenzialmente capricci, connubi fantastici... Solo piů tardi si accostň al vedutismo seguendo l'esempio di Marco Ricci, tuttavia lo stile appare quanto mai sui generis...

    Spesso considerato approssimativo per i tagli prospettici non sempre da manuale e le pennellate non graziosissime, sofferma le sue attenzione sugli aspetti dinamici, movimentati, insoliti... e lo scenario architettonico scivola via secondario, meno interessante della presenza umana.
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 16-10-16 alle 03:21
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  3. #23
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    Predefinito Re: Canaletto e le meraviglie del Settecento veneziano

    Le corse dei tori nei campi veneziani

    La Serenissima e gli spettacoli di carnevale oltre ogni immaginazione


    J. Heintz il Giovane, Caccia ai tori in campo San Polo (1648-1649)

    Riccardo Ravegnani

    Volge al termine un’altra edizione del Carnevale di Venezia. Chiassosa, eccessiva, probabilmente con pochi legami con la tradizione, la festivitŕ per eccellenza della cittŕ viene spesso presa a modello per sottolinearne la “decadenza morale” rispetto al passato.

    Ma uno sguardo indietro ci mostra che in quanto a festeggiamenti e a sfrenatezza la Serenissima non era seconda a nessuno: c’erano i saltimbanchi che il giovedě grasso, per deliziare il Doge, eseguivano esercizi acrobatici pericolosissimi lanciandosi dall’alto del Campanile di San Marco con una corda, c’erano fuochi e balli; c’erano soprattutto le corse dei tori nei campi veneziani, oggi impensabili ma un tempo diffusissime.

    Le corse dei tori nei campi veneziani si svolgevano dal primo giorno fino all’ultima domenica di carnevale ed erano vere e proprie lotte tra cani e tori, questi ultimi tenuti per le corna con delle funi da due individui detti tiratori (spesso un uomo e una donna).

    I luoghi teatro dello spettacolo erano principalmente i campi di Santa Maria Formosa, San Polo, Santa Margherita, San Giacomo dall’Orio, San Geremia, le Chiovere di Cannaregio, l’Arzere di Santa Marta e le Corti Grandi della Giudecca. Nelle occasioni speciali anche Piazza San Marco.

    Erano eventi seguitissimi, organizzati da alcuni giovani detti cortesani che chiedevano la licenza al Consiglio dei X. Gli abitanti vicini invitavano parenti e amici a seguire lo spettacolo dalle finestre delle loro case e spesso venivano istituite delle gradinate con posti a pagamento (da dieci a quindici soldi veneziani), orchestre e vari spettacoli di intermezzo.


    F. Battaglioli, Veduta di Venezia con piazza S. Marco durante il combattimento dei tori (sec. XVIII)

    Come si svolgevano? All’ora decisa venivano liberati uno, due, tre, quattro o anche sei tori, ognuno con a fianco i suoi tiratori vestiti con pantaloni di velluto nero, giubba bianca o rossa e cappello, rosso se erano Castellani e nero se erano Nicolotti. I tiratori procedevano con la cosiddetta molada, dando lazo ai cai, cioč allentavano le funi ai tori perché potessero difendersi meglio dai cani che gli si aizzavano contro per addentarne e tenerne stretto un orecchio: alcune volte i cani avevano la meglio, in altre i tori riuscivano a divincolarsi e reagivano, quasi sempre il tutto si concludeva in modo cruento e sanguinoso.

    La bravura dei tiratori consisteva nel frenare l’impeto del toro, non sempre riuscendoci.
    Dopo tre o quattro molae, i tori e i tiratori si ritiravano lasciando posto ad altri e spesso si recavano a dare qualche molada nelle corti o sotto i balconi delle loro amanti.

    Le corse dei tori nei campi veneziani, ben diverse dalle corride spagnole ed esempio lampante del divertimento sfrenato, pericoloso e il piů delle volte feroce del Carnevale della Serenissima, durarono anche oltre la sua caduta. Furono inizialmente proibite sotto la prima dominazione austriaca a inizio ‘800, restando perň praticate nell’isola di Murano, e successivamente vietate in maniera definitiva dal governo francese come ogni festa di sangue.

    Corse dei tori nei campi veneziani - Il blog della bottega di Manuzio
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  4. #24
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    Predefinito Re: Canaletto e le meraviglie del Settecento veneziano

    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 16-10-16 alle 14:38
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  5. #25
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    Predefinito Re: Canaletto e le meraviglie del Settecento veneziano

    Bellissima e sempre del Canaletto questa veduta di Piazza San Marco con la Torre dell'Orologio, eseguita nel 1735-1737 circa ed oggi presso la National Gallery of Canada.
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  6. #26
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    Predefinito Re: Canaletto e le meraviglie del Settecento veneziano

    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada Visualizza Messaggio
    Bellissima e sempre del Canaletto questa veduta di Piazza San Marco con la Torre dell'Orologio, eseguita nel 1735-1737 circa ed oggi presso la National Gallery of Canada.
    Bellissima veduta, sembra che Canaletto sia riuscito a dipingere anche il sole, la sua presenza si vede chiaramente sulle case, sulla piazza, sulla gente, anche nell'aria. Poi anche le ombre. Un quadro cosě reale...cosě luminoso, sereno.
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

  7. #27
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    Predefinito Re: Canaletto e le meraviglie del Settecento veneziano

    Citazione Originariamente Scritto da mary ann Visualizza Messaggio
    Bellissima veduta, sembra che Canaletto sia riuscito a dipingere anche il sole, la sua presenza si vede chiaramente sulle case, sulla piazza, sulla gente, anche nell'aria. Poi anche le ombre. Un quadro cosě reale...cosě luminoso, sereno.
    E' anche una delle mie opere predilette, nell'ambito della pittura veneziana settecentesca, pur non molto famosa rispetto ad altre.

    Canaletto č sempre molto bravo... ma talvolta, a giudizio di alcuni, anche un po' freddo e asettico... specie in talune rappresentazioni che immortalano sě gli scenari della Laguna ma conferendo loro una certa fissitŕ.

    Questo č uno dei rari suoi rari dipinti che denotano maggior naturalezza, sprigionando perfino un certo tepore di uomini e luci. Uno spontaneo effetto tridimensionale sembra permetterci di "entrare" nel quadro... di udire il chiacchiericcio dalla cadenza venexiana... e quasi di scivolare nel tempo.
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  8. #28
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    Predefinito Re: Canaletto e le meraviglie del Settecento veneziano

    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada Visualizza Messaggio

    Questo č uno dei rari suoi rari dipinti che denotano maggior naturalezza, sprigionando perfino un certo tepore di uomini e luci. Uno spontaneo effetto tridimensionale sembra permetterci di "entrare" nel quadro... di udire il chiacchiericcio dalla cadenza venexiana... e quasi di scivolare nel tempo.
    Concordo.

    Comunque io spesso "entro" nei quadri... Non in tutti, ovviamente. Alcuni quadri sono chiusi.
    Originariamente Scritto da …:
    “Se trovi che ho parlato di una Lamborghini te ne regalo una”.

    https://forum.termometropolitico.it/...l#post21308108

 

 
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