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Discussione: Le linee di Nazca

  1. #11
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    Predefinito Re: Le linee di Nazca


  2. #12
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    Predefinito Re: Le linee di Nazca

    DANNEGGIATE LE LINEE DI NAZCA: UN CAMION SBAGLIA STRADA E ROVINA IL SITO UNESCO


    Jainer Jesus Flores Vigo, 40 anni, è stato arrestato per aver rovinato alcune delle antichissime linee di Nazca, in Perù. L'uomo ha ignorato il cartelli stradali che vietano l'accesso all'area del sito, patrimonio Unesco, e ha guidato per oltre cento metri sopra i millenari geoglifi. Le autorità peruviane hanno reso noto che le ruote del veicolo hanno lasciato grossi solchi su un'area di 50 metri per cento. Le linee di Nazca sono disegni che riproducono forme geometriche o animali stilizzati come ragni, pappagalli e lucertole. Sono state realizzate dall'antica civiltà Nazca, che ha abitato l'area tra il I secolo a.C e il VI d.C. Le autorità peruviane hanno fatto sapere che dopo questo incidente la sorveglianza del sito sarrà incrementatata. Non è la prima volta che il sito Unesco viene danneggiato: nel 2014 un attivista di Greenpeace aveva lasciato alcune impronte di piede vicino al disegno di un colibrì mentre posizionava la scritta a grandi lettere gialle "Time for change".


  3. #13
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    Predefinito Re: Le linee di Nazca

    PERÙ, SCOPERTI 143 NUOVI DISEGNI GIGANTI NEL DESERTO DI NAZCA: MERITO DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE


    Le Linee di Nazca, quei disegni giganti che l'Unesco ha dichiarato patrimonio mondiale nel 1994, si arricchiscono di nuove figure. Un team di ricercatori giapponesi della Yamagata University, guidato dal professore Masato Sakai, è riuscito a localizzare e individuare 143 nuovi geoglifi nella parte occidentale del deserto di Nazca. La scoperta è frutto di oltre dieci anni di lavoro, condotto attraverso lo studio sul campo e il supporto di immagini satellitari e non solo.

    Per la prima volta è stata utilizzata anche l'intelligenza artificiale, cui va il merito di aver riconosciuto il geoglifo più piccolo dei 143 scoperti. Secondo i ricercatori, i nuovi disegni sono databili tra il 100 a.C e il 300 d.C. e sono stati realizzati dalla società preincaica dei Nazca rimuovendo le pietre scure del deserto, lasciando così esposta la sabbia più chiara.












    Immagini e video Yamagata University

  4. #14
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    Predefinito Re: Le linee di Nazca

    Daniele Mastrogiacomo


    IL MISTERO DELLE LINEE DI NAZCA: ORA SPUNTA UN GATTO DI 37 METRI






    Adesso è apparso anche il gatto, sornione, adagiato sul fianco della collina, lo sguardo rivolto verso l’esterno, i tratti semplici, meno lineari degli altri 13 mila che formano 800 geoglifi. Quasi il disegno di un bambino.

    Eppure la scoperta di questo nuovo reperto, che fa parte delle famose linee di Nazca - un mosaico infinito di pesci, uccelli, scimmie, fiori oltre a una figura dalle sembianze umane chiamata l’astronauta, tutti distribuiti su 180 chilometri quadrati e realizzati tra il 300 avanti Cristo e il 200 dopo Cristo dalla civiltà precolombiana che abitava il grande deserto a 300 chilometri a sud di Lima, in Perú - assume una rilevanza storica e archeologica. Il felino è stato probabilmente disegnato almeno due secoli prima, a conferma dell'esistenza di antiche popolazioni ancora avvolte nel mistero che precedono le più note, come appunto quella di Nazca.

    La notizia della scoperta dell’ultima linea è stata data dal ministero della Cultura peruviano, che a sua volta era stato informato dal gruppo di archeologi del Piano di Gestione Nazca-Palpa. Stava per scomparire. Ripulendo la collina dalla sabbia e il terriccio per renderla più accessibile ai visitatori, i tecnici si sono imbattuti in queste righe incerte ma ben definite, di una larghezza variabile tra i 30 e i 40 centimetri. Seguendo il disegno hanno riportato alla luce il gatto, lungo 37 metri, che adesso è entrato nell’Olimpo delle linee, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1994.

    Il luogo del ritrovamento è il Mirador Natural: una collina pietrosa che sorge su un tratto della Panamericana Sur, la lunga arteria che porta verso il Cile attraversando questa regione depressa, circondata dal deserto. Sullo sfondo le acque grigie del Pacifico da un lato, dall’altro il profilo delle vette delle Ande. Un luogo magico, ricco di energie, ancorato al passato, che lo rende pieno di fascino e di misteri.

    Sulle linee di Nazca hanno indagato in molti. Archeologi e antropologi di fama. Si sa con certezza che la loro incredibile conservazione, a distanza di secoli, è dovuta all’assenza di vento e dalla scarsità delle precipitazioni. Sono state realizzate togliendo dalla superficie le pietre che contengono ossidi di ferro, lasciando un contrasto con il pietrisco bianco sottostante. Hanno una prospettiva talmente raffinata - viste le loro dimensioni, che possono raggiungere anche i 120 metri di lunghezza - da sembrare impossibile. Gli studiosi sono convinti che i disegni siano stati prima realizzati in scala ridotta e poi applicati sul terreno. Dimostrazione di come la geometria e l’ingegneria fossero già conosciute e praticate con ingegno da queste popolazioni.

    Diverse le interpretazioni sul loro uso. C’è chi sostiene fossero dei sentieri adatti alle cerimonie religiose per invocare la pioggia, così rara ma così essenziale per i raccolti della zona. Altri ritengono invece che siano la riproduzione della mappa stellare: ogni animale - dal colibrì, alla scimmia, all’alligatore, alla balena - rappresenterebbe le costellazioni che queste antiche popolazioni osservavano nel cielo. Infine, la teoria più affascinante: i disegni erano piste d’atterraggio per guidare il ritorno del leggendario eroe-maestro Viracocha, noto anche come Quetzalcoatl e Kontiki, atteso dal cielo ancora ai tempi dei Conquistadores spagnoli. Al suo posto si presentò Hernán Cortés. Si sa come andò a finire.



  5. #15
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    Predefinito Re: Le linee di Nazca

    Daniele Mastrogiacomo

    PERÚ, ALTRI 168 DISEGNI SCOPERTI TRA LE LINEE DI NAZCA




    Non si vedono da terra ma solo dal cielo. Sono nascoste e restano immutate da secoli. Neppure il vento che soffia sul deserto nel sud del Perú, né il contrasto di temperatura tra la notte il giorno riesce a intaccarle. Le linee di Nazca, veri gioielli dell'ingegneria preincaica, possono raggiungere anche i 130 metri di lunghezza. Finora ne erano state scoperte oltre 13 mila, disseminate su un'area di 80 chilometri.
    Ma una recente analisi del territorio circostante, compiuta da un gruppo di ricercatori giapponesi con l'aiuto di foto aeree scattate da droni e di sondaggi laser guidati dai satelliti, ha fatto una nuova, eccezionale scoperta. Ne ha individuate altre 168: figure del tutto nuove, scolpite nel deserto o sui rilievi circostanti.

    I geoglifi rappresentano figure umane, gatti, serpenti, oche assassine, uccelli e i classici camalidi del posto come lama, guanachi e alpaca. Jorge Olano, capo archeologo del programma di ricerche delle Linee di Nazca, spiega all'agenzia britannica che i disegni scoperti hanno una lunghezza media compresa tra i 2 e i 6 metri e sono scolpiti sui costoni delle colline che precedono le Ande.
    Lo stesso gruppo di ricercatori, nel 2004, aveva già scoperto nella stessa area altre 190 figure iconiche dell'era precolombiana. Il problema è riuscire a conservarli. Negli ultimi anni si è sviluppata l'attività mineraria e questo mette a rischio un patrimonio tutelato dall'Unesco, che appartiene a tutti noi.




    Il governo peruviano è molto attento a quello che considera un patrimonio storico nazionale: rievoca i fasti e le decadenze delle civiltà andine. Le linee Nazca sono il simbolo di quella sorta tra il 300 e il 500 Avanti Cristo, detta appunto Nazca, quindi ben prima degli Incas. Restano misteriose le sue origini. Molti esperti e studiosi, soprattutto stranieri, hanno cercato di attribuire un senso e un significato a queste linee che tratteggiano, in modo sorprendente e con una proiezione quasi millimetrica, grandi animali e figure mitologiche.

    Paul Kosok, archeologo statunitense, ipotizzò che l'intera piana fosse un centro di culto; il suo collega Hans Horheimerb suggerì che invece fossero i tracciati di sentieri da seguire durante le cerimonie religiose degli antenati del popolo Nazca. Ma il contributo maggiore lo diede Maria Reiche, un'archeologa tedesca. Studiò a fondo e con passione gli altri 13 mila disegni e giunse alla conclusione che riproducevano la calotta celeste.
    Avevano un significato astronomico: la scimmia era l'Orsa maggiore, il delfino e il ragno la Costellazione di Orione. Erano frutto di attente osservazioni da parte di tecnici e ingegneri dell'epoca. Ma altri, come lo zoologo Tony Morrison e il collega Gerald Hawkins, riprendendo vecchie cronache dei conquistatori spagnoli, cambiarono completamente ipotesi e si convinsero che le linee erano piste d'atterraggio. Non tanto per aiutare gli alieni a scendere sulla terra ma per una leggenda che è stata un mito per secoli. Gli "antichi indios" attendevano il ritorno dell'eroe-maestro Viracocha, chiamato anche Quetzalcoati e Kontiki. Lo avevano aspettato durante lo sbarco di Cortés; non vedendolo pensavano che sarebbe arrivato dall'alto. Alla fine altri archeologi stabilirono che in realtà le linee servivano nei rituali in cui si pregava per l'arrivo dell'acqua piovana, elemento vitale in quelle zone così aride e secche durante tutto l'anno.

    Il mistero non è mai stato definitivamente risolto. Ancora oggi è possibile ammirare questo capolavoro di geometria volando con i piccoli aerei che decollano dallo scalo vicino. Si sono conservati grazie alla loro composizione: sono tracciati rimuovendo le pietre che contengono ossidi di ferro dalla superficie del deserto. Il contrasto con il pietrisco bianco sottostante fa emergere la linea che resta intatta, senza essere invasa da sabbia e altro terriccio. L'ennesimo miracolo di un giallo ancora tutto da chiarire.


  6. #16
    Non confondermi con Salvo
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    Predefinito Re: Le linee di Nazca

    Citazione Originariamente Scritto da Silvia Visualizza Messaggio
    A niente servirono le imponenti cerimonie nei grandi spazi disegnati sulla pampa desertica. I geoglifi della terza fase (500 - 600 d. C.) sembrano infatti il risultato di una crisi profonda: i disegni si fanno più schematici e le lunghe linee che attraversano il territorio in tutte le direzioni sembrano voler cancellare le ormai inutili divinità-uccello, che non avevano ascoltato le richieste degli uomini. Una furia iconoclasta pare aver pervaso questo popolo che, prima di abbandonare i villaggi e migrare verso nuovi territori, fece sparire i suoi luoghi di culto con un sigillo fatto di strati di terra e paglia.
    la gente di Nazca ha fatto bene.
    Se gli Dei non ascoltano più le richieste degli uomini, è giusto che vengano non solo dimenticati, ma anche distrutti, perché non servono più a niente.
    Ben gli sta.

    Comunque gli Dei di Nazca erano chiaramente degli alieni, il resto, le ipotesi dei panza-archeologi (palloni gonfiati) sono solo palle.
    Quelli che un tempo si chiamvano Dei, oggi li chiamiamo benissimo Alieni.

    Del resto, uno che non crede agli alieni come può fare l'archeologo? Andasse a vendere la cicoria, ma non rompesse le scatole con le sue teorie campate per aria. Si cercasse un altro lavoro.
    San Valentino, la festa di ogni cretino, che crede di essere amato e invece è soltanto fregato.

 

 
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