Borsa, Monte dei Paschi di Siena in caduta libera dopo scoop del Fatto
Profondo rosso per il titolo di Mps a Piazza Affari a causa dei rischi sui conti legati ad alcuni contratti derivati siglati sotto la precedente gestione, guidata dall’attuale presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, e da Antonio Vigni. Il titolo, dopo aver ceduto oltre il 4%, è entrato in asta di volatilità ed è stato sospeso. Poi è stato riammesso ma perde il 6,2%

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 22 gennaio 2013Commenti (65)

Più informazioni su: Borsa, Giuseppe Mussari, Marco Lillo, Monte dei Paschi di Siena, Piazza Affari.

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Meno quattro per cento. Si appesantisce il titolo di Monte dei Paschi di Siena a Piazza Affari a causa dei rischi sui conti legati ad alcuni contratti derivati siglati sotto la precedente gestione, guidata dall’attuale presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, e da Antonio Vigni. Il titolo, dopo aver ceduto oltre il 4%, è entrato in asta di volatilità ed è stato sospeso. Successivamente è stato riammesso alle contrattazioni e cede il 6,19% a 0,27 euro. Determinanti per l’andamento in Borsa di Mps sono state in Borsa le rivelazioni del Fatto Quotidiano, che in un’inchiesta di Marco Lillo ha raccontato di un’operazione segreta con Nomura per nascondere perdite per centinaia di milioni dal bilancio 2009 e oggetto di esame anche da parte della Procura di Siena nell’ambito dell’inchiesta su Antonveneta. Il dossier derivati, su cui stanno cercando di far luce i nuovi vertici del Monte, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, sarà oggetto di esame da parte del Cda del prossimo 24 gennaio.

L’INCHIESTA DEL FATTO
”Il Monte dei Paschi di Siena nel2009 durante la gestione di Giuseppe Mussari ha truccato i conti con un’operazione di ristrutturazione del debito per centinaia di milioni di euro di cui oggi i contribuenti italiani pagano il conto”: questo l’attacco del pezzo di Marco Lillo sul Fatto Quotidiano di oggi, in cui si ricostruisce l’operazione Alexandria, dal nome di un contratto derivato siglato dal Monte con la banca giapponese Nomura e su cui sono in corso accertamenti da parte dell’attuale cda di Mps.

Il contratto, ricostruisce Marco Lillo, impone subito una correzione nel bilancio di 220 milioni di euro ma i consulenti di Pwc e Eidos stanno cercando di quantificare il buco reale nei conti del Monte che, secondo una fonte anonima citata dal nostro giornale, potrebbe salire a 740 milioni di euro. L’operazione Alexandria, al vaglio anche della Procura di Siena, sarebbe servita a Mps per “abbellire il bilancio 2009” scaricando su Nomura le perdite di un derivato basato su rischiosi mutui ipotecari che poi i giapponesi avrebbero riversato sul Monte attraverso un contratto ‘segreto’ a lungo termine non trasmesso dall’allora vertice di Mps, guidato da Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, ai revisori dei conti Kpmg e a Bankitalia.

COME DISTRUGGERE LA BANCA PIù ANTICA DEL MONDO.
Il Cda presieduto da Profumo, che sta cercando di far luce sui derivati ‘segreti’ sottoscritti sotto la gestione Mussari, ha già ricevuto una relazione di otto pagine dal titolo ‘Alexandrià che verrà discussa il prossimo 24 gennaio, alla vigilia dell’assemblea di Mps, e in cui si parla anche di un altro derivato in perdita per il Monte, l’operazione ‘Santorini’. La relazione, firmata dall’ad Fabrizio Viola, sottolinea che “a fronte dei possibili impatti patrimoniali” derivanti da queste “operazioni strutturate” il cda ha aumentato da 3,4 a 3,9 miliardi di euro le richieste di Monti Bond al Tesoro. Sulla questione è intervenuto il Monte dei Paschi di Siena, che ha confermato come l’incremento di 500 milioni di euro di Monti Bond assicurerà la copertura “degli impatti patrimoniali” derivanti dai derivati, compresa l’operazione Alexandria, la cui analisi verrà sottoposta al cda entro metà febbraio.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013...-fatto/476829/