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  1. #1
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    Predefinito I Paesi emergenti rilanciano l’Ermenegildo Zegna

    I Paesi emergenti rilanciano l’Ermenegildo Zegna
    di
    MARIANNA ARAGÃO

    Folha de São Paulo

    Negli ultimi dieci anni, i tradizionali abiti sartoriali del marchio di lusso italiano Ermenigildo Zegna hanno condiviso la scena in misura crescente – nei negozi come nelle entrate – con oggetti, come occhiali da sole e giacche sportive.

    Oggi gli abiti, le camicie e le cravatte, molti dei quali fatti su misura, rappresentano il 40% delle vendite, mentre dieci anni fa erano il 70%.

    La diversificazione del portfolio è stata intrapresa via via che i consumatori dei Paesi emergenti divenivano rilevanti per gli affari della centenaria griffe di moda maschile.

    Nel 2010 la Cina ha superato gli Stati Uniti ed è diventata il maggior mercato dell’azienda in tutto il mondo. Brasile, Russia e perfino Paesi africani come la Nigeria e l’Angola sono entrati nel raggio d’azione del marchio.

    “Il mercato del lusso sta diventando più giovane e casual grazie a questi mercati” spiega alla Folha de S. Paulo Gildo Zegna, 58 anni, nipote del fondatore e presidente del gruppo, che la settimana scorsa ha visitato il Brasile.

    Il rallentamento dell’economia cinese, dove si trovano un centinaio dei circa 500 negozi della griffe, non preoccupa il manager.

    Secondo Zegna l’anno passato c’è stato un raffreddamento nella domanda dei cinesi, ma nell’ultimo trimestre del 2012 si prevede un rilancio.

    Sostiene che la crescita del 30-40% degli ultimi anni dovrebbe portare a tassi di crescita minori, ma ancora elevati rispetto a quelli presentati dai mercati maturi. “Abbiamo fiducia nel paese”.

    Al momento, la Cina rappresenta il 30% delle vendite dell’azienda. Sommando altri Paesi della regione, come Vietnam e Giappone, la fetta supera il 50%. Il fatturato europeo corrisponde al 30% circa del totale.

    Secondo la società di consulenza Bain & Company, il mercato mondiale del lusso ha fatturato 200 miliardi di euro nel 2011.

    IL BRASILE

    Il Brasile ha ricevuto un’attenzione speciale negli ultimi anni. Nonostante rappresenti l‘1,3% del mercato mondiale dei beni di lusso, che corrisponde a vendite per 2,7 miliardi di euro, tale nicchia è cresciuta del 27% nel Paese negli ultimi due anni.

    Con l’accelerazione, il gruppo italiano ha deciso di ricomprare i tre negozi del suo rappresentante brasiliano, che le gestiva dal 2000, e tornare ad investire nel Paese.

    Dal 2008 ad oggi, ha aperto quattro punti vendita – a Rio de Janeiro, San Paolo, Brasilia e il più recente a Curitiba, previsto per aprile. Le vendite crescono al ritmo annuale di due cifre, dice Zegna. Il manager, però, si mostra cauto per quanto riguarda il futuro.

    Non si prevedono nuove inaugurazioni nel Paese nei per i prossimi anni – a differenza della Cina, che ospiterà un terzo dei 30 nuovi negozi previsti per il 2013 – e il Brasile dovrebbe entrare nella lista dei dieci mercati più grandi solo fra due anni.

    “Il mercato del lusso soffre ancora x il protezionismo locale. Se le tasse i dazi e le imposte non fossero così alte da queste parti, cresceremmo in maniera più rapida”, spiega.

    Fuori dall’Italia, i brasiliani sono un mercato importante. Insieme a cinesi e russi permettono l’apertura di nuovi negozi nel continente europeo, in piena crisi. Nel 2013 Parigi, Milano e Ginevra ospiteranno nuovi punti vendita. “Senza questi turisti, i nostri affari in Europa non crescerebbero”. Zegna stima che il 40% delle vendite di lusso avviene durante i viaggi all’estero.

    UN’AZIENDA FAMILIARE

    Fondata nel 1910 nella città di Trivero, come fabbrica di tessuti, l’azienda è diventata una multinazionale che opera in più di cento Paesi.
    “Mio nonno era un visionario. Diede inizio all’internazionalizzazione già negli anni ‘30, quando vendeva tessuti ai commercianti italiani che emigravano negli Stati Uniti”, afferma Zegna.
    L’azienda gestisce 300 dei suoi 560 negozi – gli altri sono gestiti in franchising. Due terzi degli introiti vengono dal commercio al dettaglio, il resto dalla vendita di tessuti a terzi.

    (pubblicato il 6 gennaio 2013)

    I Paesi emergenti rilanciano l?Ermenegildo Zegna | Italia Dall'Estero

  2. #2
    Il fustigatore.
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    Predefinito Re: I Paesi emergenti rilanciano l’Ermenegildo Zegna

    Citazione Originariamente Scritto da dedelind Visualizza Messaggio
    I Paesi emergenti rilanciano l’Ermenegildo Zegna
    di
    MARIANNA ARAGÃO

    Folha de São Paulo

    Negli ultimi dieci anni, i tradizionali abiti sartoriali del marchio di lusso italiano Ermenigildo Zegna hanno condiviso la scena in misura crescente – nei negozi come nelle entrate – con oggetti, come occhiali da sole e giacche sportive.

    Oggi gli abiti, le camicie e le cravatte, molti dei quali fatti su misura, rappresentano il 40% delle vendite, mentre dieci anni fa erano il 70%.

    La diversificazione del portfolio è stata intrapresa via via che i consumatori dei Paesi emergenti divenivano rilevanti per gli affari della centenaria griffe di moda maschile.

    Nel 2010 la Cina ha superato gli Stati Uniti ed è diventata il maggior mercato dell’azienda in tutto il mondo. Brasile, Russia e perfino Paesi africani come la Nigeria e l’Angola sono entrati nel raggio d’azione del marchio.

    “Il mercato del lusso sta diventando più giovane e casual grazie a questi mercati” spiega alla Folha de S. Paulo Gildo Zegna, 58 anni, nipote del fondatore e presidente del gruppo, che la settimana scorsa ha visitato il Brasile.

    Il rallentamento dell’economia cinese, dove si trovano un centinaio dei circa 500 negozi della griffe, non preoccupa il manager.

    Secondo Zegna l’anno passato c’è stato un raffreddamento nella domanda dei cinesi, ma nell’ultimo trimestre del 2012 si prevede un rilancio.

    Sostiene che la crescita del 30-40% degli ultimi anni dovrebbe portare a tassi di crescita minori, ma ancora elevati rispetto a quelli presentati dai mercati maturi. “Abbiamo fiducia nel paese”.

    Al momento, la Cina rappresenta il 30% delle vendite dell’azienda. Sommando altri Paesi della regione, come Vietnam e Giappone, la fetta supera il 50%. Il fatturato europeo corrisponde al 30% circa del totale.

    Secondo la società di consulenza Bain & Company, il mercato mondiale del lusso ha fatturato 200 miliardi di euro nel 2011.

    IL BRASILE

    Il Brasile ha ricevuto un’attenzione speciale negli ultimi anni. Nonostante rappresenti l‘1,3% del mercato mondiale dei beni di lusso, che corrisponde a vendite per 2,7 miliardi di euro, tale nicchia è cresciuta del 27% nel Paese negli ultimi due anni.

    Con l’accelerazione, il gruppo italiano ha deciso di ricomprare i tre negozi del suo rappresentante brasiliano, che le gestiva dal 2000, e tornare ad investire nel Paese.

    Dal 2008 ad oggi, ha aperto quattro punti vendita – a Rio de Janeiro, San Paolo, Brasilia e il più recente a Curitiba, previsto per aprile. Le vendite crescono al ritmo annuale di due cifre, dice Zegna. Il manager, però, si mostra cauto per quanto riguarda il futuro.

    Non si prevedono nuove inaugurazioni nel Paese nei per i prossimi anni – a differenza della Cina, che ospiterà un terzo dei 30 nuovi negozi previsti per il 2013 – e il Brasile dovrebbe entrare nella lista dei dieci mercati più grandi solo fra due anni.

    “Il mercato del lusso soffre ancora x il protezionismo locale. Se le tasse i dazi e le imposte non fossero così alte da queste parti, cresceremmo in maniera più rapida”, spiega.

    Fuori dall’Italia, i brasiliani sono un mercato importante. Insieme a cinesi e russi permettono l’apertura di nuovi negozi nel continente europeo, in piena crisi. Nel 2013 Parigi, Milano e Ginevra ospiteranno nuovi punti vendita. “Senza questi turisti, i nostri affari in Europa non crescerebbero”. Zegna stima che il 40% delle vendite di lusso avviene durante i viaggi all’estero.

    UN’AZIENDA FAMILIARE

    Fondata nel 1910 nella città di Trivero, come fabbrica di tessuti, l’azienda è diventata una multinazionale che opera in più di cento Paesi.
    “Mio nonno era un visionario. Diede inizio all’internazionalizzazione già negli anni ‘30, quando vendeva tessuti ai commercianti italiani che emigravano negli Stati Uniti”, afferma Zegna.
    L’azienda gestisce 300 dei suoi 560 negozi – gli altri sono gestiti in franchising. Due terzi degli introiti vengono dal commercio al dettaglio, il resto dalla vendita di tessuti a terzi.

    (pubblicato il 6 gennaio 2013)

    I Paesi emergenti rilanciano l?Ermenegildo Zegna | Italia Dall'Estero
    L'Ermenegildo Zegna non bisogno di esser rilanciata,sono Ditte solide quali Loro Piana,Agnona,Piacenza,Lanificio di Lessona, Zegna Baruffa Filati.E sai perchè?Per il semplice motivo che la teppaglia cinese non è e credo non sara' mai in grado di emulare i filati pregiati e le stoffe d'alta qualità prodotte dalle Ditte tessili summenzionate!!Tanto per citare un aneddoto,Agnona fino a pochi anni fa' si recava personalmente in Peru' a vedere i capi di alpaca che avrebbero dovuto essere tosati per produrre nel suo stabilimento!!I musi gialli cose di questo genere possono solo sognarsele!!!
    Ahi serva Italia di dolore ostello,
    nave sanza nocchiero in gran tempesta
    non donna di provincia ma bordello!
    Dante Alighieri Divina Commedia Purgatorio canto VI° anno 1304!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

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