Originariamente Scritto da
Tommaso
Nel mondo ideale, comunista di Tommaso, l'autostima personale di certo non si fonda, neanche minimamente, sul "lavoro" (ripeto, in quanto attività specifica del capitalismo).
Ma visto che viviamo sotto la dittatura del capitale, questo significa che il "peso" della nostra persona sia funzione della sua più o meno forte integrazione nel capitale. Chi è completamente dentro, cioè integrato, è guardato come un dio (esempio: Steve Jobs). Chi è completamente fuori, cioè escluso, è guardato come un poveraccio, un delinquente (almeno in potenza), un sovversivo, etc.
Prendere il sussidio, nella società tedesca più che in quella italiana (che nel complesso è meno integrata capitalisticamente), significa trovarsi ad una certa distanza della rappresentazione che ha di se la società capitalista occidentale. Da questa distanza nasce spesso - ma non sempre, da cui l'interesse del caso Naitmer - una sofferenza. Il discorso dominante ti dice "puoi diventare tutto ciò che vuoi! sei libero!"... e invece prendi il sussidio.
Certo che la problematica non è facile da spiegare, ma di questo non ci deve soprendre: infatti è una condizione vitale, per il capitalismo, che non si cominci a chiedersi se è possibile un altro tipo di "integrazione", questa volta non nella forma del rapporto sociale dominante (il capitale) ma in una forma nuova, dove il "peso" di una persona non dipende dalla sua utilità per l'accumulazione del valore, ma dalla sua utilità per il bene immediato e collettivo della comunità.
Si capisce quindi che voglio capire perché Naitmer, già cosi lontano dall'utopia negativa del capitale, non si è girato verso una nuova elaborazione teorica anti-capitalista, e continua invece ad odiare chi condivide la sua stessa condizione sociale.