Il paradiso delle armi nel cuore dell’Europa
22/01/2013 - La Svizzera come gli Usa. Anzi, peggio
Gli Svizzeri sono probabilmente gli europei più armati, ma i crimini a mano armata rimangono abbastanza rari. In Svizzera secondo Small Arms Survey ci sono tra i i due milioni e mezzo e i quattro milioni e mezzo di armi da fuoco, una densità piuttosto elevata per un paese con nemmeno otto milioni di abitanti.
LE ARMI D’ORDINANZA - Accanto alle armi private, acquistate o ereditate, ci sono centinaia di migliaia di fucili d’assalto SIG 550 distribuiti dall’esercito ai cittadini di leva. Tutti i maschi svizzeri devono svolgere un breve servizio d’addestramento militare e un aggiornamento annuale di tre settimane fino ai 30 anni e ogni anno devono sparare almeno qualche centinaio di colpi al locale poligono, ce n’è uno per ogni comune. Le munizioni le conserva l’esercito, ma non sono difficili da reperire. Anche perché i cittadini svizzeri possono comprare armi senza limitazioni o registrazioni.
POCHI OMICIDI - Tuttavia il tasso di omicidi con armi da fuoco è basso, così com’è bassa la presenza di criminali armati, tanto che questo genere d’omicidi ha luogo quasi esclusivamente in ambiente domestico e rari sono i casi di sparatori folli, che peraltro possono approfittare della carenza di controlli. L’idea di creare un registro nazionale delle armi da fuoco è stata di recente cassata da un referendum e non è popolare nemmeno tra i politici, perché il rapporto tra svizzeri e armi non sarà mistico come quello degli americani, ma fin dai tempi nei quali i valligiani vendevano i loro servizi mercenari agli imperi europei hanno rappresentato il simbolo più tangibile della determinazione degli svizzeri al sottrarsi agli appetiti degli imperi e degli stati europei. Scartata anche la richiesta da parte delle associazioni femminili di tenere anche i fucili in caserma, figlia del fatto che di solito uccidono le mogli e non i mariti.
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UN BUCO - Se il fenomeno in Svizzera preoccupa relativamente, è altrettanto vero che il sistema permette anche a prestanome svizzeri di acquistare in vece di compratori europei, che poi hanno poca difficoltà a far apparire nei rispettivi paesi armi senza storia, per procurarsi le quali non è neppure necessario interagire con organizzazioni criminali.
RIMEDI ALLO STUDIO - Un buco notevole nella rete delle leggi europee di solito assai severe in materia di armi e non solo perché le frontiere svizzere sono notoriamente porose ai traffici poco chiari, se non fosse che l’offerta di armi illegali in Europa è soddisfatta per lo più attraverso altri canali. Per gli svizzeri non è un problema, anche se c’è consenso che si possa fare qualche attenzione in più per evitare ad esempio che persone qualificate come disturbate e private delle loro armi, spendano la pensione d’invalidità per mettere insieme un arsenale e poi si mettano a sparare sui passanti, com’è successo all’inizio dell’anno.
IL PESO DELLA TRADIZIONE - Per il resto non si vede proprio perché cambiare, lo svizzero guarda oltre frontiera e vede “dei marsigliesi armati come portaerei” nelle regioni di confine della Francia, che pure ha alcune tra le leggi più restrittive d’Europa in materia di possesso delle armi e questa incongruenza gli basta per concludere che preferisce quella Svizzera, che conosce bene e con la quale convive benissimo da secoli.
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