In Belgio il passo falso dell’ex regina sulle tasse aiuta i nazionalisti fiamminghi

[von Dekken]

Può un membro di una famiglia reale sfruttare ogni mezzo legale per pagare meno tasse, proprio come fanno tanti cittadini comuni? Può una regina cercare persino di aggirare il fisco? Proprio queste domande - seppur inusuali - hanno infiammato il dibattito pubblico belga negli ultimi giorni.



All'inizio della scorsa settimana i media hanno riportato la notizia che la ex regina del Belgio Fabiola, vedova del re Baldovino, scomparso nel 1993 senza lasciare eredi diretti, ha recentemente creato una fondazione alla quale ha affidato la gestione del proprio patrimonio.



Tra gli scopi principali di questo ente compaiono l’aiuto e l’assistenza ai nipoti di Fabiola, i quali però, grazie alla specifica costruzione giuridica architettata dalla loro benefattrice, potranno usufruire di una consistente riduzione sulle tasse di successione alla morte di Fabiola stessa. Dal punto di vista legale, la mossa della nobile è ineccepibile. Cercando sulla rete, si trovano numerosi siti che consigliano di utilizzare un simile espediente a tutti coloro che desiderano lasciare in eredità un patrimonio consistente, ma senza pagare le gravose imposte di successione.



Cercare il sistema migliore per pagare meno tasse sembra essere un'attività diffusa tra i reali di mezza Europa. Già lo stesso Baldovino aveva adottato una soluzione analoga all'inizio degli anni Novanta, poco prima della morte, e anche all’epoca non erano mancate le polemiche. Così come un paio di anni fa la scelta della principessa Christina d’Olanda di trasferire gran parte del proprio patrimonio in un fondo con sede a Guernsey, isola nel Canale della Manica che applica un regime fiscale particolarmente favorevole, aveva fatto discutere.



L'eco della notizia è stato generato non solo dalle questioni etiche inerenti le scelte finanziarie della ex regina ma, soprattutto, dallo specifico contesto politico belga. Tutto lascia intendere infatti che il patrimonio di Fabiola e di Baldovino sia stato in buona parte accumulato con lo 'stipendio' - le sostanziose dotazioni - che lo Stato belga versa annualmente al sovrano e ai membri principali della famiglia reale. Il tema è particolarmente delicato. Da tempo, infatti, tra i politici e nei media si levano con una certa regolarità voci che chiedono un ridimensionamento di queste dotazioni, specialmente in un difficile periodo di crisi come quello attuale. Il premier Di Rupo, interrogato in parlamento sulla questione, ha già annunciato una revisione del sistema di finanziamento della famiglia reale, al fine di ridurre in maniera sostanziosa le dotazioni di rappresentanza e di distinguerle in modo più chiaro dal "salario" personale.



Tuttavia l’affaire va ben oltre ed esplode in un momento tutt'altro che positivo per Alberto II, fratello di Baldovino. Nel suo tradizionale discorso di Natale, trasmesso in tv lo scorso dicembre, pronunciato come di prassi con l'avallo del governo, il sovrano ha invitato i belgi a resistere alle sirene della demagogia, temendo che la crescita dei partiti populisti possa far piombare il paese in un clima simile a quello degli anni Trenta.



Un richiamo generico e a prima vista condivisibile. Tuttavia, l'unico partito veramente in crescita in questa fase della storia politica belga risulta essere la Nuova alleanza fiamminga (N-VA), al momento l'incarnazione di maggior successo del "fiammingantismo" politico, che sta portando avanti una ferma opposizione al governo in carica. In molti hanno pensato perciò che il re volesse - tra le righe - puntare il dito proprio contro il partito di Bart de Wever. Egli è reduce da un’impresa che solo fino a pochi mesi prima sembrava impossibile: diventare il primo partito al municipio di Anversa, la città più grande delle Fiandre, governata ininterrottamente dai socialisti fin dal secondo dopoguerra.



Dopo settimane di trattative andate a vuoto con i socialisti del sindaco uscente, Patrick Janssens, De Wever si è insediato come primo cittadino lo scorso 1 gennaio, a capo di un'alleanza con i liberali ma anche con i democristiani, che alle elezioni si erano presentati proprio insieme ai socialisti. Il nazionalismo fiammingo è tradizionalmente molto poco realista mentre Di Rupo è diventato ormai il bersaglio preferito di De Wever. Non sorprende quindi che il neosindaco anversese abbia voluto vedere la longa manus del premier dietro al discorso del sovrano. In questo quadro si colloca l’invito del sindaco di Anversa a relegare il re dei belgi in un ruolo puramente istituzionale.

In Belgio il passo falso dell?ex regina sulle tasse aiuta i nazionalisti fiamminghi - rivista italiana di geopolitica - Limes

[santiago gonzales]

Il belgio, ennesima area da spolpare per la finanza francese (area francofona, walloni) tedesca e olandese (fiamminghi)
banche, industra pesante, industra alimentare, industria mineraria (il carbone è tornato di moda..), quote latte, infrastrutture ecc...