Pagina 3 di 10 PrimaPrima ... 234 ... UltimaUltima
Risultati da 21 a 30 di 92

Discussione: La Voce Repubblicana

  1. #21
    laico progressista
    Data Registrazione
    07 Jun 2009
    Messaggi
    5,279
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: La Voce Repubblicana

    Scusate l'assenza, leggo solo ora il vostro dibattito.

    Vi ringrazio dei commenti positivi di quelli critici, perché animati dalla stessa stima e dallo stesso rispetto che anch'io nutro nei vostri confronti.
    La scelta di rientrare, dopo 15 anni, nel PRI è stata ponderata a lungo, e discussa con molti amici con cui condivido spesso pensieri e valutazioni.
    Ma è una scelta convinta, e mi auguro che davvero possa essere presa in considerazione da molti di voi.

    Non si tratta di una scelta "premio", se così si può dire. C'è senz'altro da registrare con ottimismo la decisione di non entrare nel PDL, e anche i ripetuti contatti che hanno riaperto il capitolo unitario con la Sbarbati.
    Ma il PRI rimane tutt'oggi nel centrodestra. Compagno di merende del Cavaliere.

    Il rientro è piuttosto una scelta costruttiva. Costruttiva come tutto il percorso politico che ho intrapreso fino ad oggi. Credo fermamente nella rinascita dei repubblicani, e ritengo che ci sia una via per risorgere.
    Ma purtroppo occorre lavorare con quello che c'è, fuori e dentro il PRI, perché ad oggi nessuno di noi ha la forza di incidere autonomamente.

    Per oltre un anno il FUR ha contribuito con determinazione alla costruzione di una lista liberaldemocratica per le europee. Lo ha fatto con quello che c'era: i gruppi liberali, il PLI di De Luca, gli amici repubblicani, lo stesso PRI, gli ex diniani, tutta una serie di realtà associative collaterali, figure parlamentari e non.
    Gli unici a tenere fede al progetto iniziale, a battersi per la sua riuscita e per l'integrità degli obiettivi di fondo, siamo stati noi del FUR, insieme ai gruppi liberali di Morelli e di Claudio Pietroni.
    Se avessimo proseguito tutti nel solco iniziato, con l'intento di unire le forze e originare un soggetto sì plurale, ma coerente e di chiara identità, oggi la lista LD avrebbe un altro simbolo, un altro nome e sarebbe l'embrione di un progetto destinato a decollare, perché riassunto di tutte queste realtà coinvolte.
    Invece è finita che ognuno ha tirato acqua al proprio mulino, alcuni pezzi si sono persi per strada, i liberali hanno pasticciato le cose e ci hanno escluso dai tavoli nei momenti finali e cruciali, mentre Tanoni e Melchiorre hanno deciso di presentare il simbolo in beata solitudine (cosa che forse era nei loro programmi sin dal principio).
    Risultato, repubblicani e liberali non si presentano. Gli ex diniani vanno da soli a prendere una sonora pernacchia.

    I repubblicani senza il PRI sono deboli. E' debole il PRI senza i repubblicani.
    E' bene dunque ricominciare da un punto fermo, il partito. Nel PRI oggi c'è spazio per cambiare. Questo è ciò che penso.
    Non sarà facile, come niente è facile in una politica che ha preso una piega bruttissima, a tutti i livelli. Ma si può. Ci sono molte risorse, dentro al partito, che parlano da tempo la stessa lingua. Ci sono situazioni oggettive che non sono più sostenibili. Ci sono allettanti ed evidenti prospettive che non si possono ignorare.
    C'è terreno dunque. E' bene che ogni repubblicano, oggi, decida di fare il repubblicano sul serio. Abbiamo girovagato per anni, a torto e a ragione. Ma ci siamo indeboliti e basta. Tornare a casa, e ritrovarci a fare le nostre giuste battaglie tra le mura domestiche, è oggi una risorsa e una ricchezza indispensabile per ricominciare. Altrimenti si muore.

    In calce, vi riporto due interventi recenti:
    - per una più facile lettura, vi riporto nuovamente l'articolo pubblicato il 12 aprile 2009 sulla Voce Repubblicana (col titolo originale, però), che McFly ha gentilmente linkato qualche tempo fa
    - un articolo pubblicato da Terza Repubblica, contro il referendum.

  2. #22
    laico progressista
    Data Registrazione
    07 Jun 2009
    Messaggi
    5,279
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: La Voce Repubblicana

    Rinnovarsi al centro,
    per ritrovare ruolo e spazio politico


    di Paolo Arsena

    ''Non siamo affatto sciolti nel PDL: il nostro è il partito piu' antico della storia italiana ed europea. Siamo sopravvissuti alla repressione monarchica prima e al ventennio fascista poi. Sopravviveremo anche a Berlusconi''. La dichiarazione è del segretario Nucara e merita applausi scroscianti.
    Dunque il partito è salvo. È ancora vivo. Guarderà al futuro.
    Adesso il punto è lavorare perché il futuro guardi noi.

    In questi anni i repubblicani (a destra e a sinistra) hanno sofferto il sistema bipolare, ma ne hanno assecondato i processi. Sono stati cioè in balia degli eventi, cercando riparo e protezione sotto l’ala dei partiti egemoni. Una posizione che, se ha garantito il rancio di sopravvivenza, ha però impedito di sviluppare una politica autonoma, lasciando in ombra le proposte, la specificità, il ruolo di una cultura che ha ancora molto da dire alla politica italiana.
    Il rigore meritocratico nella pubblica amministrazione, il ritorno all’energia nucleare, l’abolizione delle province, le campagne laiche per le libertà civili, il disimpegno dello Stato dal libero mercato sono alcune delle battaglie che hanno qualificato da sempre la nostra politica, e che pure abbiamo risfoderato in tempi recenti e non sospetti: eppure non possiamo nasconderci che esse si siano risolte solo in un suggerimento “scippato” dal governo e dagli altri partiti e fatto proprio, senza che l’opinione pubblica si sia mai accorta di noi.

    Il fatto è che l’adesione di un partito-nano ad una coalizione di giganti può servire ad una sterile sopravvivenza, ma certamente non può riscattarlo da una condizione subordinata e precaria.
    A chi ancora coltiva simpatie per il partito del premier, è bene evidenziare che la democrazia italiana sta scherzando col fuoco: il PDL non ha avversari; guida una maggioranza bulgara, che ha i numeri per cambiare la Costituzione; si propone di cambiarla, la Costituzione, per concedersi più poteri, avendo dichiarato insofferenza verso gli iter parlamentari e gli attuali contrappesi istituzionali; governa senza un’opposizione adeguata nei numeri e nelle capacità; è capeggiato dal magnate nazionale del sistema mediatico. Una tale concentrazione di poteri che perde i bilanciamenti necessari non è salutare per il pluralismo politico e per la buona tenuta di un sistema di alternanze di governo: sarebbe paradossale che il partito della democrazia pura si rendesse complice oggi del rischio di una deriva monocratica.
    A chi in alternativa predica l’alleanza col PD, occorre rimarcare che è proprio il processo bipolare e bipartitico fortemente voluto dal prodismo e dalle sue varianti veltroniane ad aver ridotto il Paese in questa situazione. E che per questo la sinistra italiana è fallita, e ciononostante non ha capito, non vede il baratro in cui è già caduta. E non è pertanto in grado di offrire diversivi a se stessa.

    Ciò che occorre dunque è remare controcorrente. Ritagliarsi uno spazio e un ruolo politico che ci consenta da un lato di ritrovare la nostra identità condivisa, e dall’altro di operare da battitori liberi, di parlare alla gente, di mettere il dito nelle contraddizioni e nelle carenze dei due blocchi dominanti.
    Dove e come? Sul “dove” non ci sono dubbi: al centro, fuori dal bipolarismo. Ove non troviamo il deserto, ma forze politiche che, pur distanti da noi sul piano della laicità, con noi possono condividere molto in termini di sviluppo economico, di investimenti e di riforme strutturali, oltre che di strategie politiche. Sul “come” ci possiamo divertire. L’elettore non vota più i partitini, vuole proposte nuove, che abbiano la capacità di incidere. Il PRI si ritrova la grande virtù di essere il partito più antico, ma tale valore si rivela un handicap se non dimostra la capacità di rinnovarsi e di proporsi in modo appetibile. Solo così si può pensare di reinventare con formule fresche e seducenti quella che in politichese chiamiamo la Costituente Laica e Liberaldemocratica: la casa di tutto il mondo laico-democratico-liberale che si riconosce nella terza forza europea. Un soggetto autonomo, differenziato dal blocco cattolico, ma all’occorrenza alleato. E comunque sempre spendibile per coalizioni su raggio più ampio.

    Si tratta di una sfida ad oggi possibile. Una sfida che può ridare linfa al partito e contribuire a cambiare gli assetti politici del Paese.
    Non ci serve l’immobilismo. Le cose cambiano quando si agisce. Le opportunità arrivano quando si cercano. Siamo artefici, non succubi del nostro destino: da laici, dovremmo essere i primi a saperlo.

  3. #23
    laico progressista
    Data Registrazione
    07 Jun 2009
    Messaggi
    5,279
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito da www.terzarepubblica.it

    Roma, 20-05-2008
    Un referendum da boicottare.

    di Paolo Arsena*

    Non ci piace riproporre il desueto cliché del rischio di un “regime autoritario”, dal momento che, dopo un quindicennio che ha visto la stella berlusconiana nascere, crescere e dominare, rispettiamo la volontà di un elettorato che non possiamo superficialmente liquidare come “manipolato” o “incosciente”.
    Ma quando il rischio effettivo di un regime autoritario viene propiziato e alimentato da un folto gruppo di oppositori di Berlusconi, il grido d’allarme s’impone, se non altro per mettere all’indice i miopi in buonafede, gli opportunisti senza scrupoli e gli stolti. E anche per evitare che l’elettorato avverso al Cavaliere sia tentato di seguire acriticamente le indicazioni dei propri referenti.

    È ciò che accade con questo referendum, sostenuto da un’intesa trasversale tra i due maggiori partiti italiani, a rimorchio di Mariotto Segni e del professor Guzzetta. Dov’è il problema? Risiede in un insidioso quesito che vorrebbe assegnare il premio di maggioranza non “al partito o alla coalizione che ottiene più voti”, come avviene oggi, ma soltanto “al partito che ottiene più voti”.
    Inutile fare una prima banale osservazione, dicendo che oggi non c’è gara: l’unico partito in grado di beneficiare del premio di maggioranza è il PdL, e questo referendum gli regala una supremazia incontrastata, incontrastabile e perpetua.
    Ma questo non basta a spiegare, dal momento che i referendari obiettano (qui sì in assoluta malafede), che l’effetto-referendum è neutro, poiché anche oggi Berlusconi, presentandosi solo col suo partito, può ottenere il premio. Vero, ma peccato si tratti solo di una mezza verità, che omette la parte cruciale del ragionamento: col sistema odierno resta sempre la possibilità di opporre al PdL una coalizione vincente, che sarebbe in grado di prendere il bonus per governare; domani, se passa il referendum, non più. Le coalizioni non avranno più valore, e ogni partito sarà nudo, coi propri semplici voti, a contrastare la dimensione gigantesca del PdL. E guardiamoci attorno: l’unico a poter competere con un partito che vale il 40%, è il PD, oggi accreditato attorno al 25%. Come si può pensare ad una vera gara elettorale? Sorvoliamo poi sull’enormità degli effetti collaterali delle modifiche referendarie, che imporrebbero sbarramenti tali da lasciare fuori dal Senato partiti che contano più dell’8%....

    Naturalmente l’obiettivo ultimo dei Guzzetta-boys è quello di obbligare al bipartitismo. È un approccio ideologico fuori dalla realtà, e a ben vedere poco democratico, visto che alla luce dei fatti non è stato assecondato dall’elettore. L’ipotesi bipartitica è tramontata politicamente prima ancora di nascere, malgrado tutte le forzature tecniche ed elettorali perpetrate finora. Perché esiste un centro, perché Lega e Italia dei Valori contano molto più di prima e perché, a fronte di un centrodestra coeso attorno alla figura carismatica del Cavaliere, il centrosinistra ha dimostrato, dal ’94 ad oggi, di rappresentare due o tre visioni politiche differenti e incompatibili. Lo si è visto ieri al governo, quando non ha mai saputo tenere in piedi un esecutivo per due anni consecutivi (quattro governi in cinque anni nella XIII Legislatura, un governo caduto dopo un anno e mezzo nella scorsa); lo si vede oggi nelle alleanze, dove non c’è uno straccio di unitarietà per il futuro. Sinistra radicale, Di Pietro, PD: sono tutti contro tutti.
    In questo senso, il referendum opera una terapia sbagliata, con un accanimento che, lungi dal risolvere una divergenza che è esclusivamente politica e culturale, avrà il solo effetto di dare il colpo di grazia al malato, cioè la sinistra, che si ritroverà impotente. Indebolendo nel contempo la democrazia, che rischierà a lungo di non beneficiare più di un’alternanza al governo. La storia stessa del PD, che nasce su questo solco, dovrebbe insegnare qualcosa: un partito concepito per rappresentare la metà degli italiani, ha invece reso la sinistra debolissima e consegnato il Paese al Cavaliere.

    Parisi, Bordon, Bassolino, Boato, Bresso, Bobba, Cacciari, Chiamparino, Garavaglia, Melandri, Realacci sono alcuni tra i noti esponenti estranei alla maggioranza, che promuovono il referendum. Ci si chiede come mai tanti politici del PD a sostegno di una proposta così controproducente: la risposta è amara, e risiede nel fatto che, pur di incassare qualche voto in più e tenere in piedi un progetto malnato e malsano, c’è chi è disposto a consegnare per sempre l’Italia al nemico.
    D’altronde si guardi anche l’atteggiamento tenuto dal premier sulla questione. Conscio di essere l’unico ad acquisire dal referendum un beneficio determinante, ha preferito non esporsi in suo favore, lasciando che la ghiotta occasione gli venisse offerta dall’avversario, evitando così di instillare nell’elettore sospetti che potessero pregiudicarne l’esito. Suo malgrado, poi, sotto il ricatto della Lega ha dovuto fissare una data scomoda per la consultazione. Ma quando è stato interpellato a riguardo non ha esitato e si è lasciato sfuggire: “Certo che voto, e voterò sì. Non sono masochista!”.

    Sono anni che Mario Segni e Arturo Parisi manomettono regole e assetti secondo i loro rigidi schemi, a colpi di referendum. Sono anni che anche per questo il sistema politico italiano soffre di leggi elettorali deformi e inadeguate. È innegabile che il parlamento non sia stato ancora capace di scrivere buone regole, ma quel che è sicuro è che il popolo, chiamato a decidere con quesiti di incidenza parziale e su una materia squisitamente tecnica e dannatamente complessa, può soltanto fare di peggio.
    Come noto, poi, l’istituto referendario racchiude una trappola per i dissenzienti che, a differenza dei sostenitori, si dividono tra chi si si astiene e chi va a votare “no”, lasciando il responso dell’urna sempre a vantaggio del “sì”.
    Non resta quindi che il boicottaggio, affinché il quorum non venga raggiunto. Il weekend del 20-21 giugno passiamolo in campagna: non avremo il rimpianto di perdere l’occasione di una bella gita, e saremo contenti di aver evitato al Paese l’ennesima sciagura.


    *portavoce del Forum per l’Unità dei Repubblicani

  4. #24
    laico progressista
    Data Registrazione
    01 Apr 2009
    Messaggi
    29
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: La Voce Repubblicana

    Per rimagnetizzare il PRI è necessaria, come primo passo, la riunificazione; il che equivale all'assorbimento del MRE.

    Il mezzo per tale assorbimento è probabilmente lo stesso che potrebbe ricondurre nel PRI i repubblicani senza tessera, e anche nuove persone. Cioè articolare una federazione di unità territoriali alquanto autonome sul piano delle alleanze locali, con un coordinamento scevro di retaggi o suggestioni centralistici.

  5. #25
    Repubblicano nella sx
    Data Registrazione
    01 Apr 2009
    Località
    bologna
    Messaggi
    1,908
     Likes dati
    270
     Like avuti
    133
    Mentioned
    9 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: La Voce Repubblicana

    Citazione Originariamente Scritto da Paolo Arsena Visualizza Messaggio
    Scusate l'assenza, leggo solo ora il vostro dibattito.

    Vi ringrazio dei commenti positivi di quelli critici, perché animati dalla stessa stima e dallo stesso rispetto che anch'io nutro nei vostri confronti.
    La scelta di rientrare, dopo 15 anni, nel PRI è stata ponderata a lungo, e discussa con molti amici con cui condivido spesso pensieri e valutazioni.
    Ma è una scelta convinta, e mi auguro che davvero possa essere presa in considerazione da molti di voi.

    Non si tratta di una scelta "premio", se così si può dire. C'è senz'altro da registrare con ottimismo la decisione di non entrare nel PDL, e anche i ripetuti contatti che hanno riaperto il capitolo unitario con la Sbarbati.
    Ma il PRI rimane tutt'oggi nel centrodestra. Compagno di merende del Cavaliere.

    Il rientro è piuttosto una scelta costruttiva. Costruttiva come tutto il percorso politico che ho intrapreso fino ad oggi. Credo fermamente nella rinascita dei repubblicani, e ritengo che ci sia una via per risorgere.
    Ma purtroppo occorre lavorare con quello che c'è, fuori e dentro il PRI, perché ad oggi nessuno di noi ha la forza di incidere autonomamente.

    Per oltre un anno il FUR ha contribuito con determinazione alla costruzione di una lista liberaldemocratica per le europee. Lo ha fatto con quello che c'era: i gruppi liberali, il PLI di De Luca, gli amici repubblicani, lo stesso PRI, gli ex diniani, tutta una serie di realtà associative collaterali, figure parlamentari e non.
    Gli unici a tenere fede al progetto iniziale, a battersi per la sua riuscita e per l'integrità degli obiettivi di fondo, siamo stati noi del FUR, insieme ai gruppi liberali di Morelli e di Claudio Pietroni.
    Se avessimo proseguito tutti nel solco iniziato, con l'intento di unire le forze e originare un soggetto sì plurale, ma coerente e di chiara identità, oggi la lista LD avrebbe un altro simbolo, un altro nome e sarebbe l'embrione di un progetto destinato a decollare, perché riassunto di tutte queste realtà coinvolte.
    Invece è finita che ognuno ha tirato acqua al proprio mulino, alcuni pezzi si sono persi per strada, i liberali hanno pasticciato le cose e ci hanno escluso dai tavoli nei momenti finali e cruciali, mentre Tanoni e Melchiorre hanno deciso di presentare il simbolo in beata solitudine (cosa che forse era nei loro programmi sin dal principio).
    Risultato, repubblicani e liberali non si presentano. Gli ex diniani vanno da soli a prendere una sonora pernacchia.

    I repubblicani senza il PRI sono deboli. E' debole il PRI senza i repubblicani.
    E' bene dunque ricominciare da un punto fermo, il partito. Nel PRI oggi c'è spazio per cambiare. Questo è ciò che penso.
    Non sarà facile, come niente è facile in una politica che ha preso una piega bruttissima, a tutti i livelli. Ma si può. Ci sono molte risorse, dentro al partito, che parlano da tempo la stessa lingua. Ci sono situazioni oggettive che non sono più sostenibili. Ci sono allettanti ed evidenti prospettive che non si possono ignorare.
    C'è terreno dunque. E' bene che ogni repubblicano, oggi, decida di fare il repubblicano sul serio. Abbiamo girovagato per anni, a torto e a ragione. Ma ci siamo indeboliti e basta. Tornare a casa, e ritrovarci a fare le nostre giuste battaglie tra le mura domestiche, è oggi una risorsa e una ricchezza indispensabile per ricominciare. Altrimenti si muore.

    In calce, vi riporto due interventi recenti:
    - per una più facile lettura, vi riporto nuovamente l'articolo pubblicato il 12 aprile 2009 sulla Voce Repubblicana (col titolo originale, però), che McFly ha gentilmente linkato qualche tempo fa
    - un articolo pubblicato da Terza Repubblica, contro il referendum.
    Paolone ! che piacere rileggerti ! anche quando dissento, come in questo caso. Sono certo che tutto quello che farai sarà fatto con entusiasmo, freschezza di idee ed onestà, sarà comunque positivo . Auguroni iaociao:

  6. #26
    laico progressista
    Data Registrazione
    07 Jun 2009
    Messaggi
    5,279
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: La Voce Repubblicana

    E' un piacere anche mio ritrovarmi qui, e risentirti!
    Tutto bene a Bologna?

  7. #27
    Repubblicano nella sx
    Data Registrazione
    01 Apr 2009
    Località
    bologna
    Messaggi
    1,908
     Likes dati
    270
     Like avuti
    133
    Mentioned
    9 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: La Voce Repubblicana

    Citazione Originariamente Scritto da Paolo Arsena Visualizza Messaggio
    E' un piacere anche mio ritrovarmi qui, e risentirti!
    Tutto bene a Bologna?
    Aspettiamo di sapere se ci sarà ballottaggio, ma i due candidati di CD sono quasi venuti alle mani , non dovrebbero esserci sorprese. Ovviamente il mondo ex PRI si è spalmato su tutto l' arco elettorale, forse potremo avere una bella sorpresa in una cittidanina dell' interland, ma non dico nulla per scaramanzia

  8. #28
    Repubblicano nel Partito
    Data Registrazione
    09 Jun 2009
    Località
    Bologna
    Messaggi
    356
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: La Voce Repubblicana

    Citazione Originariamente Scritto da lucrezio Visualizza Messaggio
    Aspettiamo di sapere se ci sarà ballottaggio, ma i due candidati di CD sono quasi venuti alle mani , non dovrebbero esserci sorprese. Ovviamente il mondo ex PRI si è spalmato su tutto l' arco elettorale, forse potremo avere una bella sorpresa in una cittidanina dell' interland, ma non dico nulla per scaramanzia
    Ora sappiamo che il ballottaggio ci sarà: naturalmente sarà un appuntamento formale, il candidato del centrosinistra ha tutti i numeri per vincere la gara (così io, sdraiato come una lucertola sotto il sole di Riccione, non avrò rimorsi per non essere andato a votare e mi risparmierò pure la "fatica" di dover rifiutare la scheda per il referendum).
    In attesa, scaramantica, della bella notizia che dovrebbe arrivare dall'interland, spero che in consiglio provinciale possa entrare, a seguito delle dimissioni dei consiglieri del PD eletti e chiamati a far parte della giunta, anche un nostro ex segretario regionale (al quale avrei votato volentieri se si fosse presentato nel mio collegio) che ricordo come persona seria e capace. iaociao:
    Se no, no!

  9. #29
    Forumista
    Data Registrazione
    28 Apr 2009
    Località
    Ravenna
    Messaggi
    695
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: La Voce Repubblicana

    condivido il ragionamento di Arsena ed infatti anche io qualche anno fa ho deciso di tornare nella casa dei repubblicani ovvero il PRI...spero che anche gli amici del MRE tornino dentro al PRI perchè soltanto i repubblicani possono salvare e dare un futuro al repubblicanesimo..sull'autonomia locale citata da Giovineeuropa a livello teorico concordo ma vedo che nei fatti non aiuta a prendere voti..anzi...faccio l'esempio delle ultime amministrative..a Cesena Comune alleati alla Lega(un punto in meno e due consiglieri..)...in Provincia Forli'-Cesena da soli meno 2% e nessun consigliere(per la prima volta nella storia..)...a Forli' Comune da soli meno 2% e nessun consigliere(anche qui prima volta dal dopoguerra addirittura..) quando c'era pure l'occasione di riaprire al CS avendo come candidato sindaco un repubblicano doc come Balzani...a Lugo da soli nessun consigliere...a Cervia si è passati dal CS al CD(senza Lega e con candidato sindaco il repubblicano Fantini..) con un meno 2% e un consigliere in meno...a Bagnacavallo lista con IDV e stessi voti di quando si era da soli con il CS e nessun consigliere...insomma in 50 chilometri si è sperimentato tutto e il suo contrario e con scarsi risultati...forse una linea politica più chiare almeno a livello romagnolo non guasterebbe...
    Repubblicano

  10. #30
    repubblicano di sinistra
    Data Registrazione
    07 Apr 2009
    Località
    Padova
    Messaggi
    134
     Likes dati
    0
     Like avuti
    3
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Riferimento: La Voce Repubblicana

    Citazione Originariamente Scritto da IX Febbraio Visualizza Messaggio
    condivido il ragionamento di Arsena ed infatti anche io qualche anno fa ho deciso di tornare nella casa dei repubblicani ovvero il PRI...spero che anche gli amici del MRE tornino dentro al PRI perchè soltanto i repubblicani possono salvare e dare un futuro al repubblicanesimo..sull'autonomia locale citata da Giovineeuropa a livello teorico concordo ma vedo che nei fatti non aiuta a prendere voti..anzi...faccio l'esempio delle ultime amministrative..a Cesena Comune alleati alla Lega(un punto in meno e due consiglieri..)...in Provincia Forli'-Cesena da soli meno 2% e nessun consigliere(per la prima volta nella storia..)...a Forli' Comune da soli meno 2% e nessun consigliere(anche qui prima volta dal dopoguerra addirittura..) quando c'era pure l'occasione di riaprire al CS avendo come candidato sindaco un repubblicano doc come Balzani...a Lugo da soli nessun consigliere...a Cervia si è passati dal CS al CD(senza Lega e con candidato sindaco il repubblicano Fantini..) con un meno 2% e un consigliere in meno...a Bagnacavallo lista con IDV e stessi voti di quando si era da soli con il CS e nessun consigliere...insomma in 50 chilometri si è sperimentato tutto e il suo contrario e con scarsi risultati...forse una linea politica più chiare almeno a livello romagnolo non guasterebbe...
    Se non sai dove stai andando
    Volgiti indietro e guarda da dove vieni ( anonimo indiano )

    In questo ed in altri interventi trovo spesso citato questo termine ambiguo tutto italiota di Centro Sinistra e Centro Destra. Basta con le ipocrisie, dobbiamo avere il coraggio di chiamare Destra la Destra e Sinistra la Sinistra, il Centro è tutta un'invenzione.
    Tornando ai repubblicani il Partito Repubblicano(a parte le scelte scellerate e contro natura degli ultimi anni)è sempre stato fin dalla sua nascita l'Unica Sinistra Democratica di questo paese. Il presente può essere mistificato il passato un pò meno.
    Se dobbiamo ripartire è da qui che si deve incominciare a ragionare.
    “…che differenza c’è tra honecker e la siemens se le persone continuano a essere oggetti…”

 

 
Pagina 3 di 10 PrimaPrima ... 234 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. La " Voce Repubblicana " (01)
    Di Roberto (POL) nel forum Repubblicani
    Risposte: 252
    Ultimo Messaggio: 20-01-09, 15:30
  2. La Voce Repubblicana Apprezza La Meloni
    Di kid nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 15-11-06, 19:34
  3. La Voce Repubblicana intervista Giulio Tremonti
    Di nuvolarossa nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 01-08-06, 19:11
  4. La Voce Repubblicana, quotidiano della sinistra democratica
    Di nuvolarossa nel forum Centrosinistra Italiano
    Risposte: 20
    Ultimo Messaggio: 16-12-05, 10:57
  5. "minacce" alla VOCE REPUBBLICANA
    Di nuvolarossa nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 29-11-05, 21:13

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito