Investimento in corso Lancieri, la Procura: «Pohrib arrestato per rischio di fuga»
L'imputato - ha spiegato Mineccia - poteva avere il timore di una condanna più pesante per la somma della rapina e dell'ipotesi di reato di omicidio colposo nel caso i bambini fossero morti, come si temeva all'inizio, e per la paura della reazione della gente. Ieri c'è stato quasi un linciaggio» ha sottolineato. La Procura ha quindi disposto ieri sera il fermo in carcere; la richiesta di convalida, invita stamattina, dovrà essere valutata dal gip entro 48 ore.
«Capisco - ha detto Mineccia - l'effetto emotivo di profonda indignazione» provocato dagli eventi. Il procuratore capo però ha tenuto a precisare che non si tratta di un arresto mediatico e allo stesso tempo ha voluto sottolineare come «la Procura, per quanto riguarda la rapina, abbia agito secondo i parametri normativi» e non «sull'onda emotiva». Lunedì, quando Pohrib è stato rilasciato, non sussisteva alcun pericolo di fuga, quindi l'arresto non sembrava necessario. «Si è presentato lui stesso in Procura e ha ammesso ogni addebito, collaborando e indicandoci i nomi dei complici e affermando di essere stato obbligato a partecipare alla rapina (circostanza che sarà ora valutata). Era incensurato e ha 21 anni e non c'erano presupposti per il fermo. Inoltre il pm non può disporre l'arresto se non in casi particolari».
Il procuratore capo ha ammesso che «ci aspettavamo un comportamento ligio alle regole» da parte di Pohrib, ma che quest'ultimo causando l'incidente stradale di ieri pomeriggio «ha dimostrato di non avere senso critico». La misura del carcere, ha aggiunto, è «proporzionale ed equa per fargli prendere coscienza di ciò che ha fatto».