Nella storia del mondo, non c'è Paese, o pezzo di Paese, che si sia sviluppato sul dono, sulle provvidenze, sulla beneficenza di altri
di Alberto Mingardi
«E tutti ad aspettare che vengano Elargite Provvidenze, per il solo fatto che se le stanno aspettando...» Il Sud è così, l'Italia è così. Un dibattito che si stava timidamente aprendo, quello sulle "regioni canaglia" della sanità che costano al Paese e nemmeno danno molto al malato, è stato sovrastato dal tam tam del partito del Sud. La diffidenza per un governo "nordista" nelle biografie dei suoi componenti non è cosa nuova, nel Mezzogiorno.
Ma se i partiti si misurano sulla capacità di portare a casa risultati, verrebbe da dire che non c'è paragone, fra la Lega per quanto strutturata e radicata, e i due descamisados Micciché e Lombardo. Chapeau alla coppia di fatto. La complessa e costosa macchina organizzativa leghista segna sul suo bastone le tacche di pochi successi simbolici, federalismo fiscale e compagnia, distanti mille miglia da quella autonomia impositiva e decisionale che restituirebbe definitivamente il Nord Italia all'Europa nella posizione di preminenza che merita. Miccicché e Lombardo, facendo ammuina, spuntano quattro miliardi per la Sicilia, un generale consenso, persino un interessante riflesso condizionato di Franceschini, che accusa il governo di non essere stato sufficientemente generoso nelle sue elargizioni.
È la Prima Repubblica che non è mai finita. Il Sud chiede, e il Sud avrà. Davanti a uno Stato bancomat, basta comporre il codice giusto. È la storia dell'Italia repubblicana: un Paese a maggioranza "bianca", comunque lo si guardi, in cui si fondono e danno sostanza ai governi due anticomunismi inconciliabili e diversi, l'anticomunismo di chi teme una ancor più rapace economia di confisca, e l'anticomunismo di chi sulla confisca ci vive. L'alternanza impossibile, la posizione delicatissima dell'Italia come terra di confine, hanno saldato assieme gruppi sociali che hanno interessi in assoluta tensione, eppure si immaginano rappresentati dagli stessi partiti politici. Le ragioni del consenso pesano enormemente di più delle parole della politica. E mai lo si è visto come in questa commedia dei pupi del Partito del Sud.
Raffaele Lombardo, nell'intervista rilasciata a questo giornale ma non solo, ha usato per la prima volta un lessico nuovo. Dal vocabolario "leghista", ha pescato la fiscalità di vantaggio. Tutto il suo richiamo al governo era sintonizzato su un messaggio anomalo: lasciateci fare. Un governo nordista in senso pieno, convinto perciò della necessità di frenare l'inutile drenaggio di quattrini che annaffia improduttivamente il Sud da che l'Italia è Italia, trasparentemente rappresentante dell'interesse dei derubati contro quello dei borseggiatori, avrebbe preso Lombardo in parola. E sarebbe andato col coltello fra i denti fino a Bruxelles, spiegando che se l'Irlanda ha potuto giocare con le aliquote fiscali non si capisce perché non lo dovrebbe fare un'area che tutta insieme fa quattro volte la popolazione dell'isola verde. Abbattere la pressione fiscale sulle imprese nel Meridione costa poco, e può servire ad attirare investitori in un'area in cui le tante difficoltà finiscono per respingerli.
Ma Lombardo non è stato preso sul serio per quello che ha detto, quanto piuttosto per i suoi silenzi. Alle questioni che ha suscitato, si è scelto di rispondere come da sempre si fa in Italia. È noto che nel nostro Paese ci sono due sole soluzioni possibili, ad ogni problema. O si fa una nuova legge, o si apre un nuovo ente. Berlusconi ha parlato di un piano Marshall. Tremonti ha precisato che si tratta di un piano «che va operato con strumenti speciali». Torna in circolo la Banca del Sud, si parla di un nuovo organismo, il ministro dell'Economia rispolvera il nome inglorioso della Cassa del Mezzogiorno. Per un male antico, si utilizzano medicine vecchie. Che non hanno mai funzionato.
Inutile illudersi. L'unica secessione dei deboli di cui si abbia notizia è quella della Slovacchia. I cechi furono ben lieti di lasciarli andar via. Gli slovacchi ripartirono da un'economia in condizioni pietose. Poi, una dopo l'altra, fecero tutte le cose giuste. Grazie a una pressione fiscale bassissima, attirano investimenti. Con una riforma del welfare ben pensata, resero sostenibili i costi del loro piccolo Stato. È chiaro che Bratislava non è Praga, e non lo sarà mai. Ma all'assenza di glorie passate, gli slovacchi hanno opposto una gran voglia di fare e si sono guadagnati uno sviluppo tumultuoso. Scegliendo di rimboccarsi le maniche.
Nella storia del mondo, non c'è Paese, o pezzo di Paese, che si sia sviluppato sul dono, sulle provvidenze, sulla beneficenza di altri. Il Sud ha le sue bellezze, le sue glorie, persino uno spirito imprenditoriale diffuso ma compresso, che diventa "arte di arrangiarsi" perché non ha altre strade in cui farsi canalizzare e diventare sviluppo. I problemi del Mezzogiorno non sono esclusivamente economici, ma è sul terreno dell'economia che la cultura del parassitismo è diventata una delle grandi culture politiche del Paese. Presente e florida in tutti i partiti. È questo il vero legato della Prima Repubblica, destinato a durare.
Da Il Riformista, 1 agosto 2009
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