Fiat, Maurizio Landini: "Pronto a una discussione con Sergio Marchionne se Fiat vuole cambiare. Grugliasco? Scene coreane"
Il muro contro muro, in un modo o nell'altro, è destinato a finire. Sembra trasparire questo dall'invito lanciato oggi da Maurizio Landini dal palco della festa di Repubblica a Torino. Palco che, meno di 24 ore più tardi, è destinato ad ospitare l'Ad di Fiat Sergio Marchionne.
"Chiedo a Marchionne - ha detto Landini - che sia possibile aprire un confronto adesso, anche coinvolgendo il nuovo governo, senza aspettare l'esito di investimenti per i quali servono 2-3 anni. Che si continuino a produrre auto in Italia è interesse di tutti. Marchionne può anche pensare di ridurre la presenza in Italia e spostare la testa negli Usa, ma il sindacato, i lavoratori e il Paese non se lo possono permettere".
Dopo il passo indietro di Fiat su Fabbrica Italia Pomigliano, che blocca di fatto il licenziamento dei 19 lavoratori al centro di uno scontro tra azienda e sindacato, qualcosa potrebbe cambiare nella "relazione complicata" che lega il Lingotto e la Fiom. "La fine della Newco di Pomigliano è anche merito delle iniziative che abbiamo messo in campo", ha puntualizzato il leader dei metalmeccanici". Sconfitta o gesto distensivo che sia, la mossa a sorpresa di Marchionne, comunque, inevitabilmente ha contribuito a smuovere la acque.
Quella di Landini, più che un'apertura, sembra però un invito a Fiat a riconoscere che il quadro è cambiato e che lo scontro frontale non è destinato a sortire i benefici sperati. "Marchionne dovrebbe imparare che dire no è anche condizione per dire dei sì", ha detto il segretario Fiom. "Non serve neanche alla Fiat avere dei sindacati che dicono sempre sì anche quando fai cose che non stanno in piedi".
Anche perché, se su Pomigliano e Melfi le mosse dell'azienda sono chiare, su Mirafiori la road map del Lingotto è ancora un mistero. Ipotizzare, come alcuni già fanno, un ulteriore ridimensionamento del polo torinese, già ampiamente al di sotto della propria capacità produttiva, significa aprire un nuovo terreno di scontro con i sindacati.
L'euforia di Grugliasco rappresenta soltanto un zona di extraterritorialità del conflitto. E lo stesso Landini oggi ha voluto ridimensionare - e molto - ogni entusiasmo per gli applausi degli operai, maggioranza Fiom, all'ad di Fiat il giorno dell'inaugurazione dello stabilimento Maserati: "Capisco gli applausi, capisco che un lavoratore, dopo otto anni, sia contento di rientrare in fabbrica. Ho visto scene che mostrano l'amministratore delegato passare tra file di operai che battono le mani, ma ritengo che certe scene coreane non misurino il consenso della fabbrica".
Fiat, Maurizio Landini: "Pronto a un confronto con Sergio Marchionne se Fiat vuole cambiare. Grugliasco? Scene coreane"
A riprova che chi taccia Landini di estremismo sbaglia di grosso. La Fiom è un sindacato serio.