L'Islam può essere molto tollerante:
Un esempio eccezionale della cooperazione religiosa fu la moschea di Cordoba, che il venerdì veniva usata dai predicatori musulmani, il sabato dalla comunità ebraica, e la domenica dai cristiani. Quella era veramente una società aperta, creata da un’atmosfera di solidarietà senza discriminazione religiosa. Nella Spagna musulmana, per un periodo di quasi ottocento anni, esisté una società in cui musulmani, ebrei e cristiani vissero insieme in pacifica coesistenza, condividendo conoscenza, cultura e comprensione. [Ramin Jahanbegloo - iraniano, collaboratore di Reset]Le relazioni internazionali sono quasi interamente dominate dal cinismo utilitaristico.Io resto della mia personale idea che l'occidente stia sbagliando tutto. Dovrebbero fare un inversione sauditi-persiani.
Questo non tanto per volontà dei cittadini quanto per volontà delle classi dirigenti. Non penso siano molti i cittadini statunitensi che apprezzano la monarchia dei Saud, eppure l'Arabia Saudita è da lungo tempo un solido alleato degli Stati Uniti, come lo sono altri regimi islamici integralisti e oppressivi.
Un aspetto interessante della questione è che anche nelle democrazie la politica estera la decidono in via quasi esclusiva le elite al potere, non i cittadini. Tanto è vero che spesso le elite al governo nelle cosiddette democrazie occidentali usano strumenti di manipolazione delle coscienze per avere il consenso necessario ad attuare le loro strategie. Paura, diffidenza, avversione vengono suscitate e coltivate ad arte tra i cittadini contro i paesi che l'elite vuole colpire.
Caso emblematico è l'Iraq: per ottenere il consenso alla guerra, dopo avere lungamente demonizzato il regime un tempo amico di Saddam, l'amministrazione Bush ha dovuto mentire spudoratamente, portando false prove davanti al pubblico per essere autorizzato a fargli guerra.
Non si tratta quindi di sostituire un alleanza con un'altra, di allearsi con l'Iran piuttosto che con l'Arabia Saudita, si tratta di aumentare il controllo democratico sui decisori che elaborano la politica estera di un paese. Tanto più oggi, nell'epoca della globalizzazione, il cinismo utilitaristico come linea guida esclusiva nelle relazioni internazionali è diventato inadeguato. Questo è il tempo delle integrazioni, dei popoli che si incontrano e si completano, che se non progrediscono assieme regrediscono tutti singolarmente.