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  1. #11
    ascpe' mo' vengo!
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    Predefinito Re: Berlusconi ci crede: sinistra disperata

    Citazione Originariamente Scritto da Marximiliano Visualizza Messaggio
    Perchè i giornali di sinistra compresi la conclamata carta da culo di repubblica i finanziamenti pubblici non li prendono

    Eh ha ragione Berlusconi, basta guardare quanti si stanno incazzando i sinistri. E pensare che soltanto un idiota potrebbe come ha fatto Bersanuccio vostro partire dai numeri con cui è partito in campagna elettorale e rischiare di perdere le elezioni
    bisognerebbe prendersela con voi, piuttosto! Votare ancora uno così: ma non vi vergognate nemmeno un poco!?

  2. #12
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    Predefinito Re: Berlusconi ci crede: sinistra disperata

    ha ragione crozza, stanno in paranoia...
    riescono addirittura a trasferire a berlusconi le cose che fa e dice monti con il plauso di bersani

  3. #13
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    Predefinito Re: Berlusconi ci crede: sinistra disperata

    L'importante è crederci, buon risveglio al 25/02.

  4. #14
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    Predefinito Re: Berlusconi ci crede: sinistra disperata

    Citazione Originariamente Scritto da Only_Van Visualizza Messaggio
    L'importante è crederci, buon risveglio al 25/02.
    chi sarebbe l'addormentato?

  5. #15
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    Predefinito Re: Berlusconi ci crede: sinistra disperata

    Come già sottolineato a più riprese, la gente comune utilizza il termine “psicopatico” con estrema disinvoltura, applicando questa etichetta a una categoria molto eterogenea di persone, ma anche molti clinici ed “esperti” di criminologia usano il termine facendo un certo grado di confusione tra concetti affini, ma non identici.

    Una classificazione italiana della psicopatia piuttosto interessante è quella operata da Catalano-Nobili e Cerquetelli (1974), che hanno distinto due grandi gruppi di psicopatie: le personalità psicopatiche nevrotiche e le personalità psicopatiche sociopatiche. Nel primo gruppo, gli Autori hanno inserito anche gli psicopatici “disforici, impulsivi e labili d’umore”, mentre, nel secondo, hanno incluso i soggetti definiti “deboli di volontà”, cioè incapaci di mantenere un comportamento costante per raggiungere un obiettivo e di resistere a eventuali interferenze.
    Attualmente, Robert D. Hare deve essere considerato il massimo studioso, a livello mondiale, della psicopatia e di tutto quello che ruota attorno ad essa.

    La sua definizione operativa e la descrizione delle caratteristiche del soggetto psicopatico sono le più attendibili, perché frutto di anni di ricerche specifiche e di osservazioni sul campo.
    Hare elenca i sintomi principali della personalità e del comportamento dello psicopatico, puntualizzando, però, il fatto che anche persone che non sono psicopatiche possono mostrare alcuni sintomi fra quelli elencati di seguito, ma non per questo va effettuato questo tipo di diagnosi.

    La psicopatia è una sindrome, formata da un gruppo di sintomi correlati che, a loro volta, si dividono in due fattori ben specifici:

    Fattore 1: sintomi emozionali/interpersonali;
    Fattore 2: sintomi di devianza sociale.

    La diagnosi di “psicopatia” va effettuata solamente quando è presente, nell’individuo, l’intero quadro dei sintomi riportato qui di seguito.
    Nel 1980, Hare sviluppa la cosiddetta Psychopathy Checklist (PCL), trasformata, nel 1985, nella versione Revised (PCL-R), nella quale i tratti psicopatici sono raggruppati e suddivisi in due fattori. Il primo fattore riguarda la dimensione della personalità e misura tratti affettivi e interpersonali, mentre il secondo fattore si occupa di dimensione comportamentale e descrive la condotta antisociale dell’individuo e il suo stile di vita instabile.

    Fattore 1: sintomi di psicopatia a livello emozionale/interpersonale

    Si tratta delle caratteristiche di personalità peculiari dello psicopatico e della loro modalità di espressione delle emozioni nei rapporti interpersonali.

    1. Loquacità e superficialità. Gli psicopatici, spesso, sono eloquenti e brillanti. Possono intrattenere gli altri in maniera divertente ed essere dei buoni conversatori, con la battuta pronta, e raccontare un sacco di storie convincenti delle quali sono sempre i protagonisti e si presentano costantemente in buona luce. Attenti osservatori, spesso danno l’impressione di “recitare un ruolo” in modo abbastanza meccanico.
    Gli psicopatici mantengono su un livello di superficialità le informazioni fornite all’uditorio su di sé perché non vogliono rivelare più informazioni di quelle indispensabili e devono essere sempre filtrate dal loro controllo. Questi soggetti tentano di mostrarsi familiari con materie come sociologia, psichiatria, medicina, psicologia, filosofia, poesia, letteratura, arte e legge.
    Soprattutto quando si conosce una persona da poco, è molto difficile stabilire se si stia comportando in maniera sincera oppure se stia recitando solo a suo uso e consumo.

    2. Egocentrismo e grandiosità. Gli psicopatici hanno un modo narcisistico e altamente esagerato di considerare se stessi e la loro importanza, un egocentrismo smisurato e un senso di superiorità. Si ritengono il centro dell’universo, delle specie di esseri superiori che si sentono giustificati a vivere seguendo un loro personale codice di comportamento. L’egocentrismo di questi soggetti, spesso, risalta proprio nelle aule di tribunale, quando devono affrontare un processo, perché è abbastanza frequente l’evenienza che critichino pesantemente il loro avvocato, arrivando anche alla decisione di licenziarlo e di autodifendersi per il piacere di recitare da soli in un momento altamente drammatico.
    Gli psicopatici si presentano in maniera arrogante, facendo gli spacconi senza ritegno. Amano ottenere il potere e il controllo sulle altre persone e non sono interessati a sapere se esistano opinioni differenti dalle loro. In alcune circostanze, il modo di fare che ostenta sicurezza e arroganza può apparire come segno di fascino e carisma.
    E’ difficile che gli psicopatici siano imbarazzati dai loro problemi personali, finanziari o legali, considerandoli degli “incidenti passeggeri” o i risultati della “fortuna avversa che si accanisce contro di loro”. Sebbene questi soggetti dichiarino di avere competenze specifiche in qualche settore, spesso si tratta soltanto di conoscenze superficiali ed essi non hanno nessuna idea di come raggiungere gli obiettivi prefissati, visto che, in molti casi, non hanno dimostrato alcun interesse nell’educazione scolastica. Gli psicopatici sono fermamente convinti di poter diventare tutto quello che vogliono e, in alcune circostanze particolari, possono anche ottenere risultati spettacolari.

    3. Mancanza di rimorso e di senso di colpa. Gli psicopatici mostrano una totale assenza di rimorso per le conseguenze devastanti dei loro comportamenti sugli altri. Spesso, si mostrano completamente freddi e distaccati, affermando in maniera serafica di non avere sensi di colpa e di non essere pentiti per il modo in cui hanno agito. In altre circostanze, gli psicopatici verbalizzano espressioni di rimorso, ma si contraddicono nelle parole e, ancora di più, nelle azioni. Soprattutto gli psicopatici che sono stati in prigione hanno imparato che le parole “rimorso” e “pentimento” hanno un’importanza notevole per conquistare benefici e riduzioni di pena di ogni tipo.
    La mancanza di rimorso di questi soggetti è associata a una spiccata abilità a razionalizzare i propri comportamenti, attribuendo la responsabilità per quanto accaduto a tutto il mondo tranne che a se stessi. Gli psicopatici, spesso, negano addirittura che il fatto in questione sia avvenuto, oppure chiamano in causa come giustificazione opportune perdite di memoria, amnesie, personalità multipla e temporanei stati di alterazione mentale.

    4. Mancanza di empatia. Gli psicopatici sono completamente sprovvisti dell’empatia, ovvero la capacità di costruire un’immagine mentale ed emotiva dell’altro percependo i suoi bisogni. Non sono capaci di immedesimarsi nelle esigenze dell’altro e, quando sembra che lo facciano, ciò rimane circoscritto alla sfera intellettuale e manca il “sentire emotivamente” l’altra persona, considerata come un semplice “oggetto” che ha la funzione di soddisfare i propri bisogni. Le vittime preferite sono le persone deboli e vulnerabili.
    Va distinta la mancanza generale di empatia tipica dello psicopatico da quel grado di insensibilità che può essere sviluppato da persone normali, in alcuni momenti della loro vita e verso una certa categoria di persone, allo scopo di evitare una sofferenza fisica e psichica: ad esempio, un dottore troppo empatico con i propri pazienti può diventare talmente sovraccarico a livello emozionale da decidere di “staccare la spina” emotiva per un po’ per lavorare meglio. Gli psicopatici, invece, sono totalmente indifferenti ai bisogni e alle sofferenze tanto delle persone conosciute quanto degli estranei. Questo non vuol dire che non siano capaci di avere una moglie e dei figli e di condurre una vita apparentemente normale, ma esercitano soltanto un manierismo di facciata e li considerano alla stregua di semplici possedimenti.
    La mancanza di empatia assoluta è la principale responsabile di comportamenti che, alla maggioranza degli esseri umani, sembrano assolutamente inconcepibili, come la tortura e la mutilazione di un altro essere umano, che, per gli psicopatici, rappresenta un semplice “passatempo” fonte di piacere. Anche senza arrivare a questi comportamenti estremi, gli psicopatici mostrano in molti modi il loro totale disinteresse per il genere umano, sfruttando da parassiti i familiari, calpestando la dignità degli altri ecc.

    5. Disonestà cronica e manipolazione. I campi in cui eccelle ogni psicopatico sono l’uso della menzogna, la disonestà e la capacità di manipolare il prossimo. Essendo concentrati solo su se stessi, e con il senso di grandiosità che li pervade, gli psicopatici sono convinti che le loro bugie croniche non verranno mai scoperte e, quando vengono smascherati, non sono imbarazzati, ma soltanto infastiditi dalla necessità di cambiare la versione dei fatti in un’altra più convincente. Questi soggetti vanno orgogliosi della capacità di mentire e, molti di loro, danno l’impressione di non accorgersi nemmeno che stanno mentendo, perché sono convinti che la loro versione sia assolutamente quella giusta. Proprio per questa capacità manipolatoria, spesso anche gli psicopatici più violenti hanno alle spalle un passato di frodi, imbrogli e truffe di ogni genere in cui hanno potuto sfoggiare questa “abilità”. La loro concezione del mondo è dicotomica: da una parte ci sono loro, i “predatori”, dall’altra ci sono le vittime, le “prede”.
    La capacità di manipolazione risulta particolarmente evidente quando un soggetto di questo genere si trova in prigione, dove lo psicopatico impara a rapportarsi in maniera inappuntabile agli operatori penitenziari per ricevere benefici di ogni tipo, permessi premio e libertà sulla parola. Lo psicopatico dà un’immagine di sé di persona disposta al cambiamento, consapevole dei propri sbagli e che accetta di sottoporsi al trattamento; in realtà, sta soltanto simulando un comportamento che non sottintende un cambiamento autentico e profondo della struttura emotivo-cognitiva, ma è funzionale al raggiungimento dei suoi scopi. E’ abbastanza frequente che lo psicopatico “scopra” improvvisamente la religione in carcere per rafforzare la propria immagine di pentimento e aspirazione alla redenzione. Nei colloqui con gli psicologi, questo soggetto sa che, raccontando di aver subito degli abusi fisici e sessuali durante l’infanzia, potrà suscitare la simpatia e la comprensione di chi lo ascolta e scaricare la responsabilità delle proprie azioni sopra “un’infanzia sfortunata”.

    6. Presenza di emozioni superficiali. Gli psicopatici soffrono di un certo tipo di povertà emozionale che limita notevolmente il repertorio e la profondità dei sentimenti provati. Il più delle volte, questi soggetti si presentano come freddi e anaffettivi, ma sono anche pronti a mettere in piedi una convincente recita drammatica per convincere degli spettatori di essere capaci di provare dei sentimenti. Le recite devono essere necessariamente di breve durata, perché lo psicopatico non può fingere a lungo di provare delle emozioni che non gli appartengono e perché un osservatore attento potrebbe smascherarlo. Spesso, lo psicopatico associa il sentimento dell’amore con l’eccitazione sessuale, la tristezza con la frustrazione e la rabbia con l’irritabilità.
    L’incapacità di sperimentare un’affettività normale a una profondità emozionale è perfettamente rispecchiata dall’affermazione degli psicologi J. H. Johns e H. C. Quay, che sostengono come lo psicopatico “conosca le parole, ma non la musica”. L’assassino seriale Jack Henry Abbott (per approfondimenti, clicca QUI) descrive sinteticamente questa caratteristica tipica dello psicopatico in un libro di memorie scritto in carcere:

    “Ci sono delle emozioni – un intero spettro di emozioni – che io conosco soltanto attraverso le parole, attraverso la lettura e attraverso la mia immatura immaginazione. Io posso “immaginare” di sentire queste emozioni, ma non sono capace di “sentirle” veramente. All’età di 37 anni, ho la stessa personalità di un bambino precoce. Le mie passioni sono quelle di un ragazzo.”

    Secondo il parere di molti studiosi, le emozioni degli psicopatici sono così superficiali che dovrebbero essere chiamate proto-emozioni, cioè poco più di risposte primitive e bisogni immediati. Vari esperimenti di laboratorio di natura biomedica hanno dimostrato che gli psicopatici sono privi delle risposte fisiologiche normalmente associate alla paura; questa evidenza scientifica è molto importante, perché le persone normali provano l’emozione sgradevole della paura, associata alla minaccia di subire un dolore o una punizione, che costituisce un potente limitatore del comportamento. Negli psicopatici, la paura delle conseguenze, così come la maggior parte delle emozioni, viene provata in maniera incompleta, superficiale e solo a livello cognitivo.


    Fattore 2: sintomi di psicopatia a livello di comportamento antisociale

    In questa categoria, sono indicati i principali indicatori di psicopatia che entrano in gioco nella commissione di atti devianti o apertamente criminali.

    1. Impulsività. Di solito, gli psicopatici non impiegano molto tempo a valutare i pro e i contro e/o le possibili conseguenze di un loro comportamento. Lo schema di pensiero principale prima di eseguire un’azione è: “Lo faccio perché mi va di farlo”, perché l’imperativo fondamentale di questi soggetti è di raggiungere una soddisfazione immediata. Gli psicologi William e Joan McCord hanno scritto che: “lo psicopatico è come un neonato, totalmente assorbito dai suoi personalissimi bisogni, alla ricerca costante di una gratificazione immediata”.
    Gli psicopatici hanno la tendenza a vivere giorno per giorno e cambiano i loro piani frequentemente, evitando di preoccuparsi per le implicazioni a lungo termine dei loro comportamenti.

    2. Presenza di scarsi sistemi di controllo del comportamento. Oltre ad agire seguendo l’impulso del momento, gli psicopatici sono caratterizzati da un’elevata reattività nei confronti di quelli che percepiscono come insulti e anche alle minime offese.
    La maggior parte delle persone normali possiede dei potenti sistemi inibitori che regolano il comportamento, mentre gli psicopatici hanno dei controlli davvero deboli e la minima provocazione è sufficiente per farli scattare. Il risultato è che questi soggetti tendono a reagire in maniera eccessiva, con scoppi improvvisi di violenza verbale o fisica, a frustrazioni, fallimenti, regolamenti severi e atteggiamenti critici. Le loro reazioni, di solito, sono di breve durata e, subito dopo, possono ricominciare a comportarsi come se nulla fosse successo.
    In realtà, però, gli scoppi di rabbia di uno psicopatico non sono veramente sintomi di un’emotività diffusa, perché mancano della profondità emozionale vissuta da una persona normale che si altera. La collera dello psicopatico è “fredda” e non esprime un’autentica preoccupazione emotiva, ma soltanto la paura che gli sfugga di mano il controllo di una situazione. Spesso, questi soggetti sono capaci di causare gravi danni emotivi o fisici su altre persone, in maniera ripetuta, continuando a negare di avere qualche problema di controllo del comportamento, se confrontati sulla loro modalità di reazione, e, anzi, sostenendo di aver reagito in maniera giusta di fronte a una provocazione.

    3. Bisogno costante di eccitazione. Gli psicopatici hanno una necessità continua ed eccessiva di sperimentare uno stato di eccitazione, e sono disposti a “rompere le regole” pur di ottenere il loro piacere. Oltre a cambiare spesso luogo di residenza e attività lavorativa, questi soggetti possono anche fare uso di alcol e di sostanze stupefacenti allo scopo di provare sempre nuove sensazioni “al limite” e, nella ricerca di esperienze estreme, rientrano anche le azioni criminali e l’uso di una violenza eccessiva.
    Gli psicopatici sprofondano nella noia con grande facilità, per cui hanno un bisogno costante di vivere nuove sensazioni e detestano tutte le situazioni di vita che comportano monotonia e ripetitività, e non sono capaci di mantenere a lungo l’attenzione su un compito sempre uguale.

    4. Mancanza di responsabilità. Gli obblighi morali e le responsabilità di qualsiasi tipo non significano nulla per gli psicopatici. Il senso di irresponsabilità si estende a ogni sfera della loro vita: sul lavoro, il rendimento è incostante, costellato da frequenti assenze e dall’adozione di comportamenti poco etici; nella vita privata, le amicizie sono mantenute a livello superficiale e i rapporti personali sono caratterizzati da comportamenti bizzarri improvvisi.
    Gli psicopatici non si fanno scrupoli di manipolare i familiari e tutti quelli che incontrano, pur di togliersi dagli impacci e raggiungere gli scopi prefissati. La loro capacità di manipolazione si spinge al punto di rassicurare gli interlocutori che un certo tipo di comportamento non si verificherà più, promessa che, puntualmente, non viene mantenuta: “Ho imparato la lezione”, “Hai la mia parola che non succederà più”, “E’ stato solo un fraintendimento, fidati di me”. Questi soggetti sono capaci di recitare così bene che anche gli operatori penitenziari si lasciano convincere delle loro espressioni di ravvedimento.

    5. Problemi comportamentali precoci. La maggior parte degli psicopatici inizia a manifestare gravi problemi comportamentali già durante il periodo evolutivo. Fra i problemi più comuni, si segnalano l’uso della menzogna cronica, l’inganno, il furto, la piromania, le assenze ingiustificate e ripetute, l’abuso di sostanze, il vandalismo, comportamenti violenti di vario genere, il “bullismo”, le fughe da casa e una sessualità precoce. Molti bambini cresciuti in quartieri violenti e/o provenienti da famiglie “multiproblematiche” esibiscono, in qualche momento della loro vita, alcuni di questi comportamenti, ma gli psicopatici in erba li sviluppano quasi tutti contemporaneamente e per un tempo più lungo rispetto ai bambini “normali” e anche rispetto a quello di fratelli e sorelle cresciuti nello stesso ambiente.
    Una crudeltà precoce nei confronti degli animali è un altro segno abbastanza comune della presenza di gravi problemi emozionali e/o comportamentali. La crudeltà verso gli altri bambini, in particolare fratelli e sorelle più piccoli, è una costante dell’incapacità del giovane psicopatico di sperimentare un senso di empatia che gli permetta di evitare di infliggere dolore agli altri per puro piacere. Sebbene non tutti gli psicopatici adulti abbiano fatto ricorso alla violenza durante la loro giovinezza, praticamente tutti hanno evidenziato dei precoci problemi comportamentali, soprattutto menzogna cronica, furto, vandalismo, promiscuità sessuale.
    E’ interessante la considerazione che, spesso, i vicini di casa di uno psicopatico rimangono completamente sorpresi quando i suoi crimini vengono scoperti, a testimonianza della capacità di manipolazione di questi soggetti e della loro bravura a tenere nascosti i dettagli più negativi della loro vita familiare.

    6. Comportamento antisociale da adulto. Gli psicopatici considerano le regole e i limiti imposti dalla società irragionevoli e non meritori di essere seguiti; l’unica regola importante per loro riguarda le proprie inclinazioni e desideri. I soggetti di questo genere si riscrivono le regole da soli e considerano il mondo il proprio “campo di gioco” personale.
    Anche quando viene arrestato, lo psicopatico si mantiene distaccato dal resto della popolazione carceraria e continua a ragionare nell’ottica della manipolazione. Rispetto ad altri criminali, le loro azioni illegali e antisociali sono più variegate e frequenti, perché gli psicopatici mostrano la tendenza a “sperimentare tutto”, senza focalizzarsi su un unico tipo di attività.
    Non tutti gli psicopatici finiscono in prigione, anzi molti di essi sono dei maestri nello sfruttamento e nella manipolazione degli altri, rimanendo al confine della legalità, e possono continuare ad agire nell’ombra per diversi anni, prima che qualcuno riesca effettivamente a documentare le loro azioni.

    Nella loro discussione sulla PCL-R e sulla sua attendibilità, Hare et al. (1990) riportano che la PCL-R è “un’affidabile e valida misura della psicopatia nella popolazione criminale maschile”, precisando di essersi riferiti, nella costruzione del sistema, in particolare a criminali maschi di razza bianca. Secondo l’analisi di Brown e Forth (1990), la PCL-R ha messo in risalto come il soggetto psicopatico agisca in modo trasgressivo “più precocemente rispetto al soggetto non psicopatico, ha tre volte più probabilità di effettuare nuovi reati durante la libertà condizionale, commette una quantità sproporzionata di crimini violenti, usa più spesso un’arma durante questi episodi, ed è coinvolto più spesso in episodi di violenza istituzionale rispetto ai soggetti non-psicopatici”.

    Nell’applicazione della PCL-R, i tratti psicopatici più difficili da riscontrare, durante brevi colloqui o rapide osservazioni, sono quelli riguardanti la falsità e l’inganno, perché i soggetti di questo genere sono altamente abituati a ingannare il prossimo, compresi gli operatori psichiatrici. Per effettuare una diagnosi accurata di psicopatia, sono necessari colloqui estesi nel tempo con il soggetto e colloqui con altre persone che lo conoscano (parenti, amici, ecc.) e possano raccontare se siano o meno stati ingannati, circuiti, feriti o danneggiati in qualsiasi modo, fornendo informazioni rilevanti che lo psicopatico è riuscito a nascondere.

    Nella PCL-R, il fattore 1 riguardagli aspetti interpersonali della psicopatia, soprattutto quelli che coinvolgono tratti narcisistici, dei quali fa parte il machiavellismo, che deriva il nome dall’autore del Principe Nicolò Machiavelli, ed è applicato per significare il ricorso all’astuzia e alla falsità da parte degli psicopatici; questo fattore è il più importante per evidenziare la predisposizione alla violenza e alla recidiva del soggetto. Il fattore 2 si riferisce alle caratteristiche dello stile di vita degli psicopatici e alti punteggi sono riferiti con più frequenza in soggetti con livello socioeconomico, istruzione e QI bassi.

    Tra gli assassini psicopatici che hanno i punteggi più elevati al fattore 1, ci sono proprio i Serial Killer classici, e un soggetto molto narcisista e impulsivo come Andrew Cunanan (per approfondimenti, clicca QUI), le cui due prime vittime furono uccise per gelosia e la cui quinta vittima fu il famoso stilista Gianni Versace, registra punteggi più elevati proprio a questo fattore. Il profilo di Andrew Cunanan è quello di un tipico psicopatico che, fino a un certo punto della sua vita, è riuscito, in qualche modo, a sfruttare la società senza essere costretto a ricorrere al crimine. Tutte le sue relazioni sono state puramente superficiali e centrate sulla sfera sessuale. Gli omicidi compiuti da Cunanan rilevano chiaramente la rabbia, il risentimento contro la società che, nella sua percezione, gli si rivolge ingiustamente contro, il bisogno di essere considerato “qualcuno” nel mondo esterno per contrastare il vuoto interiore che lo avvolge. In questo contesto, la scelta finale di Gianni Versace come vittima della sua furia omicida è perfettamente coerente, ed è una scelta simbolica, che gli permette di raggiungere, attraverso la morte, quella notorietà internazionale alla quale il suo narcisismo patologico aveva sempre aspirato.


    Fonte: Lo psicopatico come persona "senza coscienza": la Psychopathy Checklist (PCL)

    Invito a riflettere profondamente su quanto sopra esposto.

  6. #16
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    Thumbs up Berlusconi: "Nei sondaggi siamo a 2,3 punti dal Pd"

    Berlusconi: "Nei sondaggi siamo a 2,3 punti dal Pd"



    Silvio Berlusconi vede la rimonta: "L'ultimo sondaggio della signora Ghisleri ci dà 2,3 punti meno del centrosinistra". Nei sondaggi di TgSky24 la distanza tra le due coalizioni per la prima volta scende sotto il 4%. La forbice si allarga nelle rilevazioni di Pagnoncelli: ancora otto punti di distacco

    È l'incubo rimonta il molestatore dei sonni del Pd. I sondaggi si susseguono e si contraddicono, la forbice tra una coalizione e l'altra si allarga e si stringe, tagliando tutte le certezze di vittoria di una sinistra che pensava di avere già in mano le chiavi di Palazzo Chigi.


    Il pubblico sventola le bandiere all'ingresso di Silvio Berlusconi

    Gli ultimi sondaggi, in ordine di tempo, sono quelli commissionati da TgSky24 a Tecné e confermano il trend delle ultime settimane. La divaricazione tra il centrodestra e il centrosinistra - stando a questi dati - è scesa sotto la soglia psicologica del 4 per cento. Tra le due coalizioni ci sarebbero solo 3,7 punti: Pd-Sel-Centro Democratico al 33,1% (in discesa dello 0,2% rispetto all'ultima rilevazione) e Pdl-Lega Nord al 29,4% (in aumento dello 0,1%). Ballano quattro punti con le rilevazioni statistiche di Pagnoncelli diffuse ieri sera da Ballarò: tra le due coalizioni ci sarebbe un divario di otto punti. Ma Silvio Berlusconi non ha dubbi: "I sondaggi di Pagnoncelli sono sempre restrittivi verso di noi". Le statistiche sulla scrivania del Cavaliere parlano di un Pdl a un passo dal Pd: "Noi crediamo a quelli di Euromedia della signora Ghisleri che hanno sempre indovinato i risultati delle ultime elezioni. L’ultimo sondaggio ci dà 2,3 punti meno del centrosinistra". La partita è ancora aperta e tutto si giocherà sugli indecisi.

    ...


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  7. #17
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    Predefinito Re: Berlusconi: "Nei sondaggi siamo a 2,3 punti dal Pd"

    si, col cannocchiale....

  8. #18
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    Predefinito Re: Berlusconi: "Nei sondaggi siamo a 2,3 punti dal Pd"

    Citazione Originariamente Scritto da DUKE Visualizza Messaggio
    si, col cannocchiale....

    era col cannocchiale se candidavate Renzi, Berlu' fuorigioco forse manco si ricandidava, gli elettori piddini piu' di sx sarebbero passati al massimo a SEL (facendo contento Vendola che invece fatica, lui il super pro-bersani), il piddi avrebbe fatto man bassa di voti moderati e di cdx, monti se ne sarebbe tornato a bruxelles o al max al colle e tutti felici e contenti.

    avete voluto bersanov il benzinaio di bettola, pedalare!

  9. #19
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    Predefinito Re: Berlusconi: "Nei sondaggi siamo a 2,3 punti dal Pd"

    Citazione Originariamente Scritto da trilex Visualizza Messaggio
    era col cannocchiale se candidavate Renzi, Berlu' fuorigioco forse manco si ricandidava, gli elettori piddini piu' di sx sarebbero passati al massimo a SEL (facendo contento Vendola che invece fatica, lui il super pro-bersani), il piddi avrebbe fatto man bassa di voti moderati e di cdx, monti se ne sarebbe tornato a bruxelles o al max al colle e tutti felici e contenti.

    avete voluto bersanov il benzinaio di bettola, pedalare!
    verissimo

    ma non credere che la cosa non sia stata studiata.....
    scusa un attimo se il pd prendeva il 50% poi come facevi a dire che non puoi fare i pax perchè la chiesa di casini è contraria, come fai a dire che non puoi liberalizzare perchè il pdl è contrario, come fai a dire che non puoi fare una legge sul conflitto di interessi perchè il nano è troppo forte?

    così saranno costretti a fare l'inciucio e gli elettori di sx (che sono un pelino più svegli del centro destra ma nemmeno lì ci sono delle cime) ci crederanno e continueranno a votare pd credendo che sia un'alternativa alla destra

  10. #20
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    Predefinito Re: Berlusconi: "Nei sondaggi siamo a 2,3 punti dal Pd"

    Citazione Originariamente Scritto da Airbus Visualizza Messaggio
    verissimo

    ma non credere che la cosa non sia stata studiata.....
    scusa un attimo se il pd prendeva il 50% poi come facevi a dire che non puoi fare i pax perchè la chiesa di casini è contraria, come fai a dire che non puoi liberalizzare perchè il pdl è contrario, come fai a dire che non puoi fare una legge sul conflitto di interessi perchè il nano è troppo forte?

    così saranno costretti a fare l'inciucio e gli elettori di sx (che sono un pelino più svegli del centro destra ma nemmeno lì ci sono delle cime) ci crederanno e continueranno a votare pd credendo che sia un'alternativa alla destra
    cioè Bersani sta facendo apposta a fare una campagna elettorale inguardabile, la peggiore mai fatta dal centrosinistra, e a perdere punti?
    Against all odds

 

 
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