NO ALL'INVIO DI ARMI IN UCRAINA!!!
ti ringrazio, ingroia è riuesito nell'impresa di cancellarre la falce e martello dalle schede elettorali, allora i comunisti tanto legati ai loro simboli non esistono più.
resta da capire se farrannno, in caso del raggiungimento del quorum, gruppo unico a camera e/o senato.
Travaglio ha fatto proprio la scelta che ci si sarebbe aspettata da lui (mi ha unpo' sorpreso però questo voto disgiunto).
Controllori di volo pronti per il decollo,
telescopi giganti per seguire le stelle
(F. Battiato, No time no space)
bersani invece "IN" camera vota vendola !
E perché mai?
E' una scelta praticamente obbligata, dal porcellum, se uno NON è incatenato a "logiche" da tifo da stadio MA cerca di orientare il proprio voto verso le persone, piuttosto che verso simboli che si moltiplicano (sempre più confusi) ad ogni tornata.
Lo scrivevo qui da prima del coming out di Travaglio: anche io ho praticamente deciso per il disgiunto; poiché nel mio distretto mi "convince" la candidatura di certe persone alla Camera ma non altrettanto la scelta fatta per il Senato.
I'm not a robot without emotions, I'm not what you see
I've come to help you with your problems, so we can be free
I'm not a hero, I'm not a savior, forget what you know
I'm just a man whose circumstances went beyond his control
Beyond my control
I complimenti dell'Amministrazione per l'ottima scelta di Marco Travaglio e del suo scudiero @MrBojangles
https://www.nuovosud.it/articoli/115...groia-peculato
Palermo, un anno e 10 mesi all'ex pm Antonio Ingroia per peculato
CronacaPalermo Nov 11,2020 0
Un anno e 10 mesi di reclusione. L'ex pm Antonio Ingroia è in aula quando il gup legge il verdetto. Seduto, stavolta, sul banco degli imputati, con l'accusa di peculato. Per l'ex magistrato divenuto simbolo del pool che indagò sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, la Procura aveva chiesto la condanna a 4 anni. Secondo i suoi ex colleghi, Ingroia si sarebbe appropriato di indennità e rimborsi non dovuti quando era liquidatore della società partecipata regionale Sicilia e servizi. Il gup lo ha assolto con formula dubitativa dalla contestazione relativa all'indennità illegittimamente incassata e lo ha condannato, invece, per i rimborsi percepiti indebitamente. L'ex Pm, per una volta sul banco degli imputati, si dice "amareggiato" per quella che definisce "una giustizia che si è fermata a metà: mi ha assolto dall'imputazione più grave e mi ha condannato per un'altra che non sta in piedi" e annuncia: "farò appello". L'indagine che ha portato al processo nasce da una segnalazione della Corte dei conti relativa al periodo in cui, su indicazione dell'ex governatore Rosario Crocetta, era stato nominato amministratore della società regionale Sicilia e-Servizi. L'inchiesta poggiava su due aspetti: quello dell'indennità di risultato incassata, a dire della Procura, illegittimamente dall'ex pm e quello dei rimborsi indebiti. Ingroia fu nominato liquidatore di Sicilia e servizi, società in-house della Regione a capitale interamente pubblico. Per tre mesi, nel 2013, ricoprì l'incarico di liquidatore, ma invece di chiudere la società ottenne utili per circa 150mila euro. Secondo i pm, bypassando l'assemblea dei soci, l'ex magistrato si sarebbe liquidato in conflitto di interessi un'indennità di risultato di 117 mila euro. Oltre all'aspetto dell'autoliquidazione, l'accusa ha puntato il dito contro l'ammontare dell'indennità. La legge, infatti, stabilisce che non possa essere superiore al doppio dello stipendio annuo lordo del manager. Stipendio fissato per Ingroia in 50 mila euro, ma che per il 2013, avendo l'ex magistrato lavorato solo tre mesi, era di molto inferiore. Peraltro la somma intascata dall'ex manager - il governatore Nello Musumeci non l'ha confermato nell'incarico - riduceva l'utile della società informatica della Regione a poco più di 33 mila euro. Sotto inchiesta, anche rimborsi per spese di viaggio. Dovuti solo per i trasporti, diceva una norma regionale, estesi a vitto e alloggio da Ingroia con una delibera che lui stesso ha firmato. In 20 mesi di viaggi tra Roma, città in cui viveva dopo aver lasciato la magistratura, e Palermo, dove ricopriva la carica di amministratore della società, solo di alberghi e ristoranti avrebbe speso 37 mila euro, tutti pagati dalla Regione. Indebitamente, sostengono i magistrati che ne hanno chiesto la condanna e, visto il verdetto, anche il gup. Secondo il pm Piero Padova, che ne aveva chiesto la condanna a 4 anni, Ingroia si sarebbe appropriato di indennità non dovute quando era liquidatore della società partecipata regionale Sicilia e servizi. All'ex pm si contestava la percezione di rimborsi indebiti e di una indebita indennità di risultato. Per la prima accusa l'imputato è stato condannato a un anno e 10 mesi, per la seconda è stato assolto "per non aver commesso il fatto" con la formula dubitativa. Ingroia fu nominato liquidatore di Sicilia e servizi, società in-house della Regione a capitale interamente pubblico. Per tre mesi, nel 2013, ricoprì l'incarico di liquidatore, ma invece di chiudere la società ottenne utili per circa 150mila euro. Secondo i pm, bypassando l'assemblea dei soci, l'ex magistrato si sarebbe liquidato in conflitto di interessi un'indennità di risultato di 117 mila euro. Oltre all'aspetto dell'autoliquidazione, l'accusa ha puntato il dito contro l'ammontare dell'indennità. La legge, infatti, stabilisce che non possa essere superiore al doppio dello stipendio annuo lordo del manager. Stipendio fissato per Ingroia in 50 mila euro, ma che per il 2013, avendo l'ex magistrato lavorato solo tre mesi, era di molto inferiore. Peraltro la somma intascata dall'ex manager - non confermato nell'incarico - avrebbe ridotto l'utile della società informatica della Regione a poco più di 33 mila euro. Nei conti di Ingroia, insomma, sarebbe finito poco meno dell'80% degli utili della società. Diversa la valutazione del gup secondo il quale il "fatto non costituisce reato", formula assolutoria che esclude la sussistenza del dolo. Sotto inchiesta, anche rimborsi per spese di viaggio. Dovuti solo per i trasporti, diceva una norma regionale, estesi a vitto e alloggio da Ingroia con una delibera che lui stesso aveva firmato. In 20 mesi di viaggi tra Roma, città in cui viveva dopo aver lasciato la magistratura, e Palermo, dove ricopriva la carica di amministratore della società, solo di alberghi e ristoranti avrebbe speso 37 mila euro, tutti pagati dalla Regione. Indebitamente, ha sostenuto la Procura e, vista la condanna, anche il gup.
lo rimpiangerete, Renzi, KOGLIONI