E' indagato dalla procura di Milano per corruzione internazionale Paolo Scaroni, ad dell'Eni in relazione alle tangenti pagate da società del gruppo a politici algerini. Una commessa di 11 miliardi di dollari e una maxi tangente da 197 milioni di euro. Intanto sono in corso perquisizioni da parte della Guardia di Finanza di Milano nelle sedi di Eni e Saipem e nell'abitazione di Scaroni a Milano. Anche Eni, oltre a Saipem, è indagata in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti nell'ambito dell'inchiesta per corruzione internazionale, che vede indagato il numero uno del cane a sei zampe, Paolo Scaroni.

«Siamo totalmente estranei». Così Paolo Scaroni all'ANSA, con riferimento all'inchiesta per corruzione internazionale in cui risulta indagato.

L'indagine riguarda 8 contratti per un valore di circa 11 miliardi: sono coinvolte Saipem spa, Saipem Sa, Saipem Portugal Commercial Marittimo e Fcp, First Calgari Petroleum società canadese acquistata dall'Eni.

Secondo gli inquirenti Scaroni avrebbe incontrato Farid Bedjaoui intermediario con la disponibilità di una società di Hong Kong collettrice di mazzette, il ministro dell'Energia algerino Khelil presso un albergo di Parigi.

Altri incontri per decidere versamenti illeciti si sarebbero svolti presso un albergo di Milano con i sub-contrattisti Saipem. I contratti stando a quanto si apprende risalgono al periodo compreso tra il 2007 e il 2009, mentre i pagamenti sarebbero avvenuti tra il 2008 e il 2010. Nel 2010 venne avviata un'inchiesta in Algeria dalle autorità locali mentre l'inchiesta della procura di Milano nacque nel 2011. I magistrati del capoluogo lombardo quando iniziarono a indagare sapevano dell'esistenza di un'inchiesta in Algeria ma rifiutano di specificare da quale elementi nacquero i loro accertamenti.

Scaroni indagato per corruzione internazionale. L'ad di Eni: «Totalmente estranei» - Il Sole 24 ORE