Marco Moretti
CERCANDO LE FOLLIE DI CARNEVALE
Come ultima festa, prima del digiuno quaresimale, ed erede di più antichi baccanali, il Carnevale è sinonimo di trasgressione, satira, abbuffate e pratiche licenziose. È il momento del corpo più che dello spirito. Come dimostrano tre dei più peccaminosi Carnevali del mondo: a Rio de Janeiro, New Orleans e Sydney.
Il Carnevale di Rio de Janeiro è la più eclatante manifestazione della voglia di vivere dei brasiliani. Un’onda di emozioni che riempie strade, spiagge, discoteche: dai goderecci quartieri costieri di Copacabana, Ipanema, Tijuca, Flamenco e Lagoa alle favelas. Le vie di Rio diventano un enorme palcoscenico su cui s’alternano centinaia di gruppi e compagnie di varietà con soubrette, musicisti e ballerini. Le strade di ogni quartiere sono invase da piccoli e grandi cortei improvvisati: o meglio preparati per un anno intero. La festa inizia venerdì 8 febbraio con balli mascherati negli hotel e cortei spontanei danzanti nei quartieri. Sabato 9 la febbre sale con una sfilata di carri. Ma è domenica 10 il giorno più importante con la grande sfilata delle scuole di samba. Dal 1934 il samba è il ballo ufficiale del Carnevale. Il grande show del desfile ha luogo nel sambodromo, un’arena di cemento capace di 85mila spettatori. Decine di scuole di samba, divise in due gironi (A e B) sfilano per ore di fronte alla giuria. Ogni scuola porta in piazza tra 2 mila e 5 mila persone che non lottano solo per vincere ma per difendere la posizione, contro la retrocessione in B, o per la promozione in A. I giudici assegnano il voto in base a coro, costumi, la canzone composta dalla scuola, tema svolto (satirico, storico o romantico), percussioni, coreografia e, non ultimo, il puxador, il cantante che ha trascina il coro e trasmette il ritmo alla folla danzante.
Il Carnevale di New Orleans si mescola a riti pagani e vodoo. L’alone di peccato che l’avvolge è frutto di un’epoca mitica, tra 1898 e 1917, quando le case con portici e balconi in ferro battuto del Quartiere Francese ospitavano bordelli, tollerati dal governo locale. E nelle strade, oggi come allora, si beve alcol liberamente. «Questo Carnevale è un’orgia pagana» predicavano i militanti dell’Esercito della Salvezza. Tra fiumi di birra, ritmi jazz, sfilate in costume e locali di striptease nessuno prestava loro molta attenzione. Ma avevano ragione: il Carnevale qui è più d’una godereccia esorcizzazione. Tra le sessanta associazioni che partecipano alle sfilate in costume, la più nota è Mistick Krewe of Comus, dedicata a Comos: il dio delle orge. Furono i suoi adepti a sfilare per primi mascherati a bordo di carri allegorici il Martedì Grasso del 1857. E le altre krewe (associazioni carnevalesche) sono dedicate a dei come Bacco (vino), Venus (amore carnale), Proteus (mare) e Momus (risata). La festa inizia all’Epifania e prosegue fino al Mardi Gras. Le krewe realizzano carri e costumi per le sfilate dell’ultima settimana. La baraonda finale è preceduta dalla cerimonia in onore del Rex del Giovedì Grasso: ha origine nella parata del Rex, organizzata, nel 1872, per onorare la visita del Gran Duca di Russia Alexis Romanoff. Da allora, ogni anno, il Re del Carnevale approda dal Mississippi la notte di giovedì, mentre il cielo è illuminato da fuochi artificiali.
Sydney ospita il Gay & Lesbian Mardi Gras, il più spettacolare Carnevale omosessuale, un corteo in costume che taglia i quartieri gay di Darlinghurst e Paddigton. La sera di martedì grasso Hyde Park si riempie di gente: da qui inizia il festoso corteo che percorre tutta Oxford Street fino al Showground Horden Pavillion dove ha luogo un gigantesco party. Sfilano decine di carri popolati da gay e da trans che si mescolano tra loro indossando vistosi costumi. Altri carri vengono allestiti dalle lesbiche che non si confondono agli uomini. Seguono gli amanti del cuoio sulla pelle e i macho-gay. Mentre tra i carri migliaia di persone indossano trucchi, maschere e travestimenti grotteschi e si esibiscono in danze con espliciti richiami erotici.