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  1. #1
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    Predefinito Le mai troppo famose 10 proposte

    Copio qui dal sito ufficiale di FARE per Fermare il declino le ancora troppo poco note e spesso travisate 10 proposte del movimento.

    10 interventi per la crescita | Fare per Fermare il Declino

    1 Ridurre l'ammontare del debito pubblico. E' possibile scendere rapidamente sotto la soglia simbolica del 100% del PIL anche attraverso alienazioni del patrimonio pubblico, composto sia da immobili non vincolati sia da imprese o quote di esse.
    Approfondimento

    Ridurre il debito pubblico. Ecco come | Fare per Fermare il Declino

    2 Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell'arco di 5 anni. La spending review deve costituire il primo passo di un ripensamento complessivo della spesa, a partire dai costi della casta politico-burocratica e dai sussidi alle imprese (inclusi gli organi di informazione). Ripensare in modo organico le grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione, introducendo meccanismi competitivi all’interno di quei settori. Riformare il sistema pensionistico per garantire vera equità inter—e intra—generazionale.
    Come e quanto tagliare la spesa pubblica | Fare per Fermare il Declino
    Approfondimento Sanità | Fare per Fermare il Declino

    3 Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni, dando la priorità alla riduzione delle imposte sul reddito da lavoro e d'impresa. Semplificare il sistema tributario e combattere l'evasione fiscale destinando il gettito alla riduzione delle imposte.

    Approfondimento sul Fisco | Fare per Fermare il Declino

    4 Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali quali, a titolo di esempio: trasporti, energia, poste, telecomunicazioni, servizi professionali e banche (inclusi gli assetti proprietari). Privatizzare le imprese pubbliche con modalità e obiettivi pro-concorrenziali nei rispettivi settori. Inserire nella Costituzione il principio della concorrenza come metodo di funzionamento del sistema economico, contro privilegi e monopoli d'ogni sorta. Privatizzare la RAI, abolire canone e tetto pubblicitario, eliminare il duopolio imperfetto su cui il settore si regge favorendo la concorrenza. Affidare i servizi pubblici, incluso quello radiotelevisivo, tramite gara fra imprese concorrenti.

    Approfondimento liberalizzazioni | Fare per Fermare il Declino
    Approfondimento agricoltura | Fare per Fermare il Declino
    Approfondimento professioni | Fare per Fermare il Declino
    Approfondimento assicurazioni | Fare per Fermare il Declino

    5 Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti. Tutti i lavoratori, indipendentemente dalla dimensione dell'impresa in cui lavoravano, devono godere di un sussidio di disoccupazione e di strumenti di formazione che permettano e incentivino la ricerca di un nuovo posto di lavoro quando necessario, scoraggiando altresì la cultura della dipendenza dallo Stato. Il pubblico impiego deve essere governato dalle stesse norme che sovrintendono al lavoro privato introducendo maggiore flessibilità sia del rapporto di lavoro che in costanza del rapporto di lavoro.

    6 Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d'interesse. Imporre effettiva trasparenza e pubblica verificabilità dei redditi, patrimoni e interessi economici di tutti i funzionari pubblici e di tutte le cariche elettive. Instaurare meccanismi premianti per chi denuncia reati di corruzione. Vanno allontanati dalla gestione di enti pubblici e di imprese quotate gli amministratori che hanno subito condanne penali per reati economici o corruttivi.

    7 Far funzionare la giustizia. Riformare il codice di procedura e la carriera dei magistrati, con netta distinzione dei percorsi e avanzamento basato sulla performance; no agli avanzamenti di carriera dovuti alla sola anzianità. Introdurre e sviluppare forme di specializzazione che siano in grado di far crescere l'efficienza e la prevedibilità delle decisioni. Difendere l'indipendenza di tutta la magistratura, sia inquirente che giudicante. Assicurare la terzietà dei procedimenti disciplinari a carico dei magistrati. Gestione professionale dei tribunali generalizzando i modelli adottati in alcuni di essi. Assicurare la certezza della pena da scontare in un sistema carcerario umanizzato.
    Far funzionare la giustizia. Ecco come | Fare per Fermare il Declino

    8 Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne, oggi in gran parte esclusi dal mercato del lavoro e dagli ambiti più rilevanti del potere economico e politico. Non esiste una singola misura in grado di farci raggiungere questo obiettivo; occorre agire per eliminare il dualismo occupazionale, scoraggiare la discriminazione di età e sesso nel mondo del lavoro, offrire strumenti di assicurazione contro la disoccupazione, facilitare la creazione di nuove imprese, permettere effettiva mobilità meritocratica in ogni settore dell’economia e della società e, finalmente, rifondare il sistema educativo.

    9 Ridare alla scuola e all'università il ruolo, perso da tempo, di volani dell'emancipazione socio-economica delle nuove generazioni. Non si tratta di spendere di meno, occorre anzi trovare le risorse per spendere di più in educazione e ricerca. Però, prima di aggiungere benzina nel motore di una macchina che non funziona, occorre farla funzionare bene. Questo significa spendere meglio e più efficacemente le risorse già disponibili. Vanno pertanto introdotti cambiamenti sistemici: la concorrenza fra istituzioni scolastiche e la selezione meritocratica di docenti e studenti devono trasformarsi nelle linee guida di un rinnovato sistema educativo.Va abolito il valore legale del titolo di studio.

    Approfondimento sull'università | Fare per Fermare il Declino

    10 Introdurre il vero federalismo con l'attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo. Un federalismo che assicuri ampia autonomia sia di spesa che di entrata agli enti locali rilevanti ma che, al tempo stesso, punisca in modo severo gli amministratori di quegli enti che non mantengono il pareggio di bilancio rendendoli responsabili, di fronte ai propri elettori, delle scelte compiute. Totale trasparenza dei bilanci delle pubbliche amministrazioni e delle società partecipate da enti pubblici con l'obbligo della loro pubblicazione sui rispettivi siti Internet. La stessa "questione meridionale" va affrontata in questo contesto, abbandonando la dannosa e fallimentare politica di sussidi seguita nell'ultimo mezzo secolo.

    Il federalismo per Fermare il Declino | Fare per Fermare il Declino

    Approfondimento sull'ambiente | Fare per Fermare il Declino

    Approfondimento sulle Riforme | Fare per Fermare il Declino

    I promotori:
    Michele Boldrin, Paola Bruno, Sandro Brusco, Alessandro De Nicola, Silvia Enrico, Oscar Giannino, Andrea Moro, Carlo Stagnaro, Luigi Zingales
    "Bad karma"

  2. #2
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    Predefinito Re: Le mai troppo famose 10 proposte

    Il Manifesto

    Cambiare la Politica,Fermare il Declino,Tornare a Crescere

    Dobbiamo fermare il declino italiano, di cui la crisi finanziaria è solo un'aggravante.

    La classe politica emersa dalla crisi del 1992-94 - tranne poche eccezioni individuali - ha fallito: deve essere sostituita perché è parte e causa di quel declino sociale che vogliamo fermare. L’Italia può e vuole crescere nuovamente.

    Per farlo deve generare mobilità sociale e competizione, rimettendo al centro lavoro, professionalità, libera iniziativa e merito individuale. Affinché l'interesse di chi lavora - o cerca di farlo, come i giovani e tante donne – diventi priorità bisogna smantellare la rete di monopoli e privilegi che paralizzano il paese. I problemi odierni sono gli stessi di vent'anni fa, solo incancreniti: l'inefficienza dell’apparato pubblico e il peso delle tasse che lo finanziano stanno stremando l’Italia. Perdendo lavoro e aziende, migliaia di persone non sono più in grado di produrre e milioni di giovani non lo saranno mai.

    Tagliare e rendere più efficiente la spesa, ridurre le tasse su chi produce, abbattere il debito anche attraverso la vendita di proprietà pubbliche, premiare il merito tra i dipendenti pubblici, promuovere liberalizzazioni e concorrenza anche nei servizi e nel sistema formativo, eliminare i conflitti di interesse, liberare e liberalizzare l’informazione, dare prospettive e fiducia agli esclusi attraverso un mercato del lavoro più flessibile ed equo. Sono queste le discriminanti che separano chi vuole conservare l’esistente da chi vuole cambiarlo per far sì che il paese goda i benefici dell’integrazione economica europea e mondiale. Nessuno, fra i partiti esistenti, si pone neanche lontanamente questi obiettivi. Noi vogliamo che si realizzino.

    Per questo motivo auspichiamo la creazione di una nuova forza politica – completamente diversa dalle esistenti – che induca un rinnovamento nei contenuti, nelle persone e nel modo di fare politica. Cittadini, associazioni, corpi intermedi, rappresentanze del lavoro e dell’impresa esprimono disagio e chiedono cambiamento, ma non trovano interlocutori. Ci rivolgiamo a loro per avviare un processo di aggregazione politica libero da personalismi e senza pregiudiziali ideologiche, mirato a fare dell’Italia un paese che prospera e cresce. Invitiamo a un confronto aperto le persone e le organizzazioni interessate, per costruire quel soggetto politico che 151 anni di storia unitaria ci hanno sinora negato e di cui abbiamo urgente bisogno.
    "Bad karma"

  3. #3
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    Predefinito Re: Le mai troppo famose 10 proposte

    iniziamo dal primo punto. Riduzione del debito pubblico attraverso la vendita di immobili pubblici.
    L'approfondimento contiene in sé il limite alla panzana che sbandiera Giannino.
    Riporto dal suo stesso link:

    " il patrimonio pubblico alienabile viene stimato in modo conservativo nel range 72-420 miliardi di euro: la differenza dipende dall'inclusione o meno di immobili attualmente occupati ma tecnicamente vendibili;
    vi sono tuttavia delle difficoltà legate al fatto che la proprietà della maggior parte degli immobili è in mano a enti locali, che difficilmente possono essere costretti a vendere;
    Ferrara era comunista poi il comunismo è morto, allora è diventato Craxiano e Craxi è morto, poi è diventato Berlusconiano. PORTA SFIGA
    (brunik - 25/09/2011)

  4. #4
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    Predefinito Re: Le mai troppo famose 10 proposte

    Citazione Originariamente Scritto da stefaboy Visualizza Messaggio
    iniziamo dal primo punto. Riduzione del debito pubblico attraverso la vendita di immobili pubblici.
    L'approfondimento contiene in sé il limite alla panzana che sbandiera Giannino.
    Riporto dal suo stesso link:

    " il patrimonio pubblico alienabile viene stimato in modo conservativo nel range 72-420 miliardi di euro: la differenza dipende dall'inclusione o meno di immobili attualmente occupati ma tecnicamente vendibili;
    vi sono tuttavia delle difficoltà legate al fatto che la proprietà della maggior parte degli immobili è in mano a enti locali, che difficilmente possono essere costretti a vendere;
    In realtà era un mettere le mani avanti.
    Il discorso prosegue, però, e le stime su cosa è raccoglibile o meno ci sono. Prosegui nella lettura, per favore.
    "Bad karma"

  5. #5
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    Predefinito Re: Le mai troppo famose 10 proposte

    Citazione Originariamente Scritto da Rexal Visualizza Messaggio
    In realtà era un mettere le mani avanti.
    Il discorso prosegue, però, e le stime su cosa è raccoglibile o meno ci sono. Prosegui nella lettura, per favore.
    io mi sono fermato alla cifra 200 miliardi.
    sono bruscolini. E per il cervello bacato di baffone, dovrei svendere sedi "già occupate" o in mano ad enti per abbattere chissà come e chissà quando neanche il 10% di debito?

    L'HA GIA' FATTA TREMONTI QUESTA COSA CON SCIP 1, SCIP 2. Il nome è tutto un programma.
    Ferrara era comunista poi il comunismo è morto, allora è diventato Craxiano e Craxi è morto, poi è diventato Berlusconiano. PORTA SFIGA
    (brunik - 25/09/2011)

  6. #6
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    Predefinito Re: Le mai troppo famose 10 proposte

    Citazione Originariamente Scritto da stefaboy Visualizza Messaggio
    io mi sono fermato alla cifra 200 miliardi.
    sono bruscolini. E per il cervello bacato di baffone, dovrei svendere sedi "già occupate" o in mano ad enti per abbattere chissà come e chissà quando neanche il 10% di debito?

    L'HA GIA' FATTA TREMONTI QUESTA COSA CON SCIP 1, SCIP 2. Il nome è tutto un programma.
    Fosse solo Giannino a dirlo.
    Rileggiti l'approfondimento, su.

    E' più comodo qui, forse.


    Per fermare il declino italiano, occorre almeno portare il debito pubblico al di sotto del 100% del prodotto interno lordo (Pil), tagliare la spesa pubblica di 6 punti percentuali in proporzione al Pil, e abbassare la pressione fiscale di 5 punti. Questi obiettivi sono raggiungibili realisticamente nell'arco di una legislatura.
    In particolare, tagliando debito e spesa nelle misura indicate, la riduzione delle imposte è sostenibile senza compromettere l'equilibrio di finanza pubblica. La riduzione del debito dovrebbe anche tradursi in una riduzione dei tassi di interesse sul debito stesso, rafforzando così il raggiungimento dell'obiettivo di tagliare la spesa.
    In due articoli pubblicati sul blog noisefroamerika.org (‘Un altro rapporto debito/PIL è possibile’, (1) e (2)) si mostra che questi obiettivi sono realisticamente raggiungibili prendendo a riferimento, per esempio, le previsioni del Fondo monetario internazionale sulle principali variabili macroeconomiche.
    Nella simulazione non si tiene conto dell'effetto pro-crescita della riduzione del debito, quindi l'analisi rappresenta molto probabilmente una sottostima dei risultati raggiungibili



    La domanda principale, a questo punto, è se e come sia possibile ridurre il debito pubblico, pari oggi a quasi 2000 miliardi di euro, cioè il 126% del Pil;
    L'obiettivo è attuare, nel periodo 2013-2018, una politica di dismissioni di asset pubblici che generi un gettito dell'ordine dei 35 miliardi di euro/anno;
    Tale obiettivo è realisticamente raggiungibile purché le privatizzazioni interessino tutti gli asset (sia mobiliari sia immobiliari) e siano condotte con criteri trasparenti;
    Per quel che riguarda il patrimonio immobiliare:
    il patrimonio pubblico alienabile viene stimato in modo conservativo nel range 72-420 miliardi di euro: la differenza dipende dall'inclusione o meno di immobili attualmente occupati ma tecnicamente vendibili;
    una stima realistica del gettito ottenibile sta nel mezzo e può essere fissata nell'ordine di 150-250 miliardi di euro;
    vi sono tuttavia delle difficoltà legate al fatto che la proprietà della maggior parte degli immobili è in mano a enti locali, che difficilmente possono essere costretti a vendere;
    per questo stimiamo che, nell'orizzonte di tempo considerato, siano raccoglibili 105 miliardi di euro;
    sono cruciali le modalità di privatizzazione: per ridurre i cattivi incentivi e aumentare la trasparenza, si suggerisce la costituzione di fondi chiusi, omogenei al loro interno, la cui gestione viene affidata a terzi selezionati attraverso gara pubblica.
    Altri 15 miliardi possono essere raccolti valorizzando meglio le concessioni dello Stato.
    Gli ultimi 90 miliardi possono essere trovati attraverso la vendita delle società partecipate dal Tesoro (direttamente o attraverso la Cassa depositi e prestiti), in particolare quelle più appetibili quali:
    le società quotate in borsa (Eni, Enel, Terna, Snam, Finmeccanica, e una piccola partecipazione in StMicroelectronics);
    le maggiori società non quotate (Poste, Ferrovie dello Stato Italiane, Rai, Inail, Sace, Fintecna, eccetera);
    Le società partecipate dagli enti locali non vengono qui considerate ma anch'esse rappresentano una potenziale fonte di gettito da destinare all'abbattimento del debito;
    Va precisato che in alcuni casi può essere necessario procedere preventivamente o a forme di riorganizzazione aziendale (per esempio il breakup di alcune conglomerate quali Ferrovie e Poste) o alla piena liberalizzazione dei relativi mercati (postale, ferroviario, assicurazione sul lavoro, radiotelevisivo,...), o a entrambe le cose.
    In conclusione, raggiungere un rapporto debito / Pil inferiore al 100% è possibile, senza fare ipotesi eroiche, nell'arco di una legislatura;
    Il principale strumento per raggiungere tale obiettivo è una seria politica di privatizzazioni e dismissioni.


    Qui c'è l'approfondimento tecnico completo.

    http://www.fermareildeclino.it/sites...macompleto.pdf

    Poi ne riparliamo.
    "Bad karma"

  7. #7
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    Predefinito Re: Le mai troppo famose 10 proposte

    Ampiamente contradittorie tra di loro...

    La moglie piena e la botte ubriaca sono difficili da ottenere simultaneamente :-)

  8. #8
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    Predefinito Re: Le mai troppo famose 10 proposte

    "tagliare la spesa pubblica di 6 punti percentuali in proporzione al Pil è un obiettivo realisticamente raggiungibile" perché ce lo dice l'FMI

    Giannino parla di 6 punti come di noccioline. Ha idea Giannino cosa c'è dietro ogni singolo punto percentuale di spesa su PIL? ci sono milioni di elettori con impieghi, clientele, imprenditori con commesse, amministratori di enti pubblici, sindacati. Ce li ha tutti questi milioni di voti Giannino per scontentare altrettanti milioni di persone? No. Allora la piantasse di parlare di punti di pil come noccioline.


    Poi mi spieghi Giannino perché dovrei svendere immobili già occupati o in mano ad enti, oppure dovrei vendermi i gioielli di famiglia con finmeccanica, eni, trenitalia quando già l'FMI ci direbbe che il debito scende per inerzia???

    Senza fare niente da qui ai prossimi 5 anni, il debito scende di 15 punti sul PIL.

    ma sei proprio sicuro sicuro sicuro, che dietro quei baffoni, quelle scarpette rosa, il giornalista prezzolato di confindustria non nasconda i soliti furbetti del quartierino capitani coraggiosi che vogliono arraffare beni pubblici al gran bazar della svendita a prezzi di saldo???????????????????????
    Ultima modifica di stefaboy; 10-02-13 alle 23:33
    Ferrara era comunista poi il comunismo è morto, allora è diventato Craxiano e Craxi è morto, poi è diventato Berlusconiano. PORTA SFIGA
    (brunik - 25/09/2011)

  9. #9
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    Predefinito Re: Le mai troppo famose 10 proposte

    Citazione Originariamente Scritto da L'anticristo Visualizza Messaggio
    Ampiamente contradittorie tra di loro...

    La moglie piena e la botte ubriaca sono difficili da ottenere simultaneamente :-)
    Più nello specifico? Ragioniamo, eh. Non è proibito. A questa vanno sommati i tagli alla spesa, ovviamente.

    "Bad karma"

  10. #10
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    Predefinito Re: Le mai troppo famose 10 proposte

    Citazione Originariamente Scritto da stefaboy Visualizza Messaggio
    "tagliare la spesa pubblica di 6 punti percentuali in proporzione al Pil è un obiettivo realisticamente raggiungibile" perché ce lo dice l'FMI"

    Giannino parla di 6 punti come di noccioline. Ha idea Giannino cosa c'è dietro ogni singolo punto percentuale di spesa su PIL? ci sono milioni di elettori con impieghi, clientele, imprenditori con commesse, amministratori di enti pubblici, sindacati. Ce li ha tutti questi milioni di voti Giannino per scontentare altrettanti milioni di persone? No. Allora la piantasse di parlare di punti di pil come noccioline.


    Poi mi spieghi Giannino perché dovrei svendere immobili già occupati o in mano ad enti, oppure dovrei vendermi i gioielli di famiglia con finmeccanica, eni, trenitalia quando già l'FMI ci direbbe che il debito scende per inerzia???

    Senza fare niente da qui ai prossimi 5 anni, il debito scende di 15 punti sul PIL.

    ma sei proprio sicuro sicuro sicuro, che dietro quei baffoni, quelle scarpette rosa, il giornalista prezzolato di confindustria non nasconda i soliti furbetti del quartierino capitani coraggiosi che vogliono arraffare beni pubblici al gran bazar della svendita a prezzi di saldo???????????????????????
    Di fronte a un tale assertivo e positivo dispiegamento di parole non posso che rimandare a queste letture:

    | noiseFromAmeriKa

    | noiseFromAmeriKa
    "Bad karma"

 

 
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