Apro questa discussione con l'intento di condividere con voi una piccola riflessione personale sulla clamorosa rinuncia di Benedetto XVI al soglio pontificio.
Innanzitutto, spero e prego che le motivazioni di questa decisione non abbiano a che fare con le recenti polemiche sul caso del maggiordomo-spia, o - peggio ancora - con scandali tenuti finora segreti.
Sarebbe inopportuno per un Pontefice mostrare debolezza di fronte ad attacchi che provengono dai nemici della Chiesa. Sarebbe deleterio coprire malefatte e crimini (ma sul punto non mi addentro, trattandosi soltanto di voci e malignità gratuite).
E tuttavia, se pure diamo per vere le giustificazioni addotte dal Santo Padre (stanchezza fisica e mentale, senso di responsabilità verso l'alto magistero da compiersi con la massima lucidità e senza tentennamenti o condizionamenti di sorta), considero l'atto dell'abdicazione come un errore ahimè molto grave, soprattutto in prospettiva.
Comprendo le ragioni profonde e meditate del Papa, ma il suo gesto getta un'ombra sul futuro della Chiesa, e indebolisce in modo sostanziale la figura del Pontefice.
D'ora innanzi basterà una piccola polemica, un dissenso interno alla Chiesa, una malattia del corpo per indurre qualsiasi successore di Benedetto XVI a prendere in considerazione l'ipotesi delle dimissioni.
Il Papa rischia di abbassarsi ad "Arcivescovo di Canterbury": una figura importante, certo, ma non essenziale, e comunque sostituibile in fretta alla prima concreta difficoltà.
Benedetto XVI purtroppo ha assunto una decisione potenzialmente disastrosa nella sua radicalità.