Johann von Leers


Il 25 gennaio 1902 nacque a Vietlubbe nel Mecklenburg, in Germania Johannes von Leers, aveva studiato alle università di Kiel, Berlino, Rostock, conseguendo il dottorato in giurisprudenza, coltivando numerosi interessi intellettuali, come gli studi linguistici, occupandosi di slavistica; conosceva il russo ed il polacco, lo yiddish, l’ungherese, scriveva correntemente in latino. Parlava comunemente cinque lingue: inglese, francese, spagnolo, olandese, giapponese ed ovviamente tedesco. Ernst Junger lo definì ‘’un genio linguistico’’. Membro attivo del partito nazionalsocialista e delle SS, protetto da Alfred Rosenberg , essendo uno degli ideologi più importanti del Terzo Reich. Nel 1929 era divenuto uno dei protetti del filosofo nazista Joseph Goebbels, oltre che suo aggiunto. Nel 1932 aveva sposato Gesine Schmaltz (1891-1974), segretaria del filologo e paleografo Herman Wirth (1885-1981), l’erudito di origine olandese che, ‘’attraverso un laboriosissimo armamentario filologico, antropo-geologico, mitologico e simbologico’’, con la monumentale opera ‘’Der Aufgang der Menschheit’’ si era fatto sostenitore della teoria ‘’polare’’, situando la patria originaria della pura razza ‘nordico-atlantica’ nell’Artide e nella mitica Atlantide di Platone, ed aveva sostenuto la tesi dell’esistenza di un purissimo monoteismo solare risalente al 15.000 a. C.; la tesi dell’Urmonotheismus, che coincideva con quanto affermato dall’etnologo Padre Schmidt (1868-1954), secondo cui la credenza di un ‘’essere supremo’’ ampiamente diffuso presso le popolazioni primitive costituisce la traccia residuale dell’Urmonotheismus corrispondente alla rivelazione primordiale, sicchè il politeismo sarebbe una forma religiosa degenere, e da Renè Guenon (1886-1951), per cui nessuna tradizione può essere politeista, postulare un politeismo all’origine significava rovesciare ogni ordine normale, dato che ogni vera tradizione è monoteista. Secondo Wirth, da tale originario monoteismo nordico sarebbe derivato lo stesso Cristianesimo, il quale si sarebbe formato dalla tradizione conservatasi fra un gruppo ‘atlantico’’ della Galilea, paese ricco di tracce della civiltà megalitica solare.
Von Leers collaborò ai ‘’Nationalsozialistische Monatshefte’’, il più importante mensile della NSDAP, su cui pubblicò nel 1933 un articolo sulla questione ebraica, in cui sosteneva il progetto di un trasferimento degli ebrei in un territorio lontano dall’Europa. Per von Leers era contrario alla coscienza storica nordico-germanica limitarsi alla soluzione negativa di un’ulteriore difesa nei confronti delle masse giudaiche; la totalità del volere storico richiedeva imperiosamente una soluzione grande, che con la grandiosità della sua concezione potesse disarmare il nemico. Solo un barbaro od un estraneo all’ultimo grande ordinamento divino della storia universale poteva suggerire una lotta generale di annientamento contro gli ebrei, per lo sterminio di questo popolo. E’ tipico delle razze grandi non optare per soluzioni dettate dall’odio quando è pensabile una soluzione del problema in forma ragionevole. L’unica soluzione positiva possibile, che poteva porre un termine al problema ebraico in Europa consisteva nel mettere a disposizione un territorio extraeuropeo esteso per essere colonizzato. Trasferendo gli ebrei in Madagascar o in altre regioni dell’Africa o del Sud-America, si correva il rischio che tali territori si trasformassero in vere centrali di corruzione, diveniva necessario vigilare per impedire un risultato di tal genere. Occorreva proporre al mondo di dare una sede stabile alle masse ebraiche, ma lontano dallo spazio europeo. In ‘’14 Jahre Judenrepublik’’ furono ribaditi concetti analoghi. L’opposizione contro l’ebraismo non aveva lo scopo di distruggere il popolo ebraico, ma preservare il popolo germanico. Si augurava che il popolo ebraico avesse successo in un onorevole sviluppo nazionale in una sua patria, da non avere più la volontà e l’opportunità di interferire con lo sviluppo nazionale della Germania. L’ostilità verso gli ebrei si fondava sul desiderio di liberare il popolo tedesco dall’asservimento spirituale, economico e politico. Von Leers, dirigente responsabile dell’istruzione (Reichsschulungsleiter) nella Lega degli Studenti Nazionalsocialisti (Nationalsozialistisches Deutsches Studentenbund) di Berlino, fu collaboratore di Fritz Hippler, capo della Lega stessa, futuro regista del celebre documentario ‘’Der ewige Jude’’.
Nella prima metà del 1933, estranei alle tendenze in campo della politica artistica, Hippler e von Leers simbolizzavano lo sviluppo del dibattito che vedeva l’ambiente studentesco schierarsi su posizioni di ‘’lotta contro la reazione nell’arte, per la ‘’completa rivoluzione nazionalsocialista’’, tanto da apparire portavoci di una ‘’opposizione berlinese’’, che il 29 giugno avevano dato luogo nell’auditorium maximum della Friedrich-Wilhelm-Universitat di Berlino una ‘’manifestazione pubblica decisiva, che doveva attribuire ai suoi promotori la pericolosa fama di aver creato un ‘movimento Otto Strasser’ nel campo aristico’’, conclusasi con una dichiarazione di guerra contro la rosenberghiana Lega per la Cultura Tedesca, attaccando la restaurazione dell’accademismo guglielmino. In alcune prediche nel periodo liturgico dell’Avvento del 1933, il cardinale Michael von Faulhaber (1869-1952), arcivescovo di Monaco, detto Judenkardinal, ricordò ai cattolici tedeschi che il cristianesimo era in debito con il giudaismo e difendendo le fonti giudaiche del cristianesimo. Il prelato esaltò i valori morali dell’Antico Testamento preso autonomamente e per le sue connessioni con il cristianesimo, raffrontava le consuetudini germaniche primitive, esaltate dai razzisti, e la morale mosaico-cristiana, evidenziando la superiorità di quest’ultima sulle prime. Verso la fine del 1933 Oswald Spengler (1880-1936) pubblicava il suo ultimo libro ‘’Jahre der Entscheidung’’, che considerava i nazionalsocialisti come inesistenti. Alfred Baeumler lo attaccava sul ‘’Volkischer Beobachter’’ con un articolo sulla ‘rivoluzione vista da lontano’. Altri gli davano dell’attendista, del reazionario e peggio. A Spengler, che indicava nella ‘’rivoluzione mondiale di colore’’ il Nationalsozialismus. Von Leers sottopose a durissima critica l’opera e le teorie di Oswald Spengler, assertore della ‘’unità della razza bianca’’ contro la ‘’rivoluzione di colore mondiale’’; von Leers salutò con benevolenza l’avvento di potenze extraeuropee, le quali minavano la supremazia mondiale dell’Occidente. Al grido di allarme lanciato da Spengler contro il ‘’pericolo giallo’’, von Leers oppose il rafforzamento del Giappone, della Cina; il formarsi di una nuova potenza nel mondo extraeuropeo equivaleva all’indebolimento delle grandi potenze dell’Europa occidentale, che avevano combattuto la Germania nella guerra mondiale. Per gli ‘’interessi comuni della razza bianca’’ non dovevasi appoggiare tali potenze nella loro egemonia mondiale, ‘’in nome della razza bianca’’, salvaguardare il dominio coloniale francese, grazie al quale la Francia trascinava le sue truppe ‘negre’ per il mantenimento di un predominio contro la Germania. La ‘’comunità della razza bianca’’, l’ ‘’impero dei popoli bianchi’’ preconizzato da Spengler era una reviviscenza del vecchio cosmopolitismo liberale, della borghesia mondiale dell’epoca liberale sotto le insegne della razza. Cosa estranea agli interessi del popolo tedesco. La predilezione di von Leers andava ai giapponesi, della cui storia e lingua si occupò intensamente. Nell’aprile 1938, von Leers fu nominato professore all’università Friedrich-Schiller a Iena; era specialista della Storia giuridica, economica e politica su basi razziali (‘’Rechts, Wirtschafts und politiche Geschichte auf rassischer Grundlage). Nella sua giovinezza, fu membro del movimento nazionalista della gioventù Adler und Falken, in cui instaurò legami duraturi con Heinrich Himmler. Von Leers fu membro attivo del Movimento tedesco della Fede, fondato da Jakob Wilhelm Hauer (1881-1962), sotto il patronato di Heinrich Himmler. Il suo obiettivo era di ‘’liberare la Germania dall’imperialismo giudeo-cristiano’’ creando, una nuova religione pagana. Con altri, era stato all’origine di un piano per sviluppare la razza ariana dalla procreazione. In compagnia di Friedrich Lamberty-Muck che predicava la poligamia, fu l’ispiratore del progetto Lebensborn, attivamente messo in pratica da Himmler. Tramite la moglie, von Leers entrò in contatto con l’antropologo e filologo olandese Hermann Wirth, celebre per le sue ricerche sulle origini dei popoli indoeuropei e dei culti monoteistici. Scrisse su numerose pubblicazioni, collaborazioni, dirigendo riviste scientifiche, trovando agganci altolocati nel regime nazista. Ebbe autonomia di pensiero, facendo interventi contro l’antiebraismo più violento, volgare e nichilista e contro l’invasione dell’Unione Sovietica. Von Leers mantenne legami con Karl Haushofer, altro studioso della cultura nipponica e propugnatore di un asse ‘’eurasiatico’’ Roma-Berlino-Mosca-Tokyo. Il 15 giugno 1940 von Leers tenne una conferenza in lingua tedesca presso la sezione di ‘’Storia della Civiltà’’ dell’Istituto Kaiser Wilhelm di Roma dal titolo: ‘’L’Inghilterra. L’avversario del continente europeo’’. Il professore tedesco individuò nel 1090, nell’invasione normanna, il punto di svolta e la data di nascita della moderna Inghilterra: prima gli abitanti angli, sassoni e juti erano stati pacifici contadini; dopo la venuta e la vittoria di Guglielmo, il Conquistatore, ‘’l’Inghilterra normanna divenne l’elemento perturbatore di prim’ordine in Europa’’. Spiegava von Leers: ‘’Dal momento che i Normanni presero possesso delle isole britanniche, la politica estera che da lì partiva mutò completamente. Gli Anglosassoni si erano soltanto difesi contro gli attacchi che partivano dalla terraferma. I Normanni invece si servirono dell’Inghilterra come base per reprimere le potenze della terraferma. Per primi hanno valorizzato l’insularità inglese, il vantaggio di essere in una terra senza vicini e inattaccabile, come politica di potenza’’. I tratti principali della strategia ‘’anglonormanna’’, tipici elementi della condotta d’una potenza talassocratica. Gli Inglesi riconobbero nella maggior potenza continentale – prima la Francia e la Spagna, poi la Germania – il loro principale nemico, e contro di essa rivolsero tutti gli sforzi, tenendo fermi due elementi tattici: la valorizzazione della loro insularità, che faceva d’una minaccia diretta un caso remotissimo; l’aggiramento del proprio punto debole, ossia la debolezza demografica, col ricorso a ‘’truppe ausiliarie’’, agli altri paesi europei fomentati contro la prima potenza. L’acrimonia di Londra verso la Francia (e, dopo Sedan, verso la Germania), sarebbe lo specchio d’una generale ostilità verso l’Europa: l’Inghilterra eleva il proprio status di potenza attraverso la supremazia marittima, e per mantenerla deve essere sicura che non spuntino concorrenti; impedire che l’Europa s’unisca sotto una sola bandiera e, assicuratasi, per terra, volga le proprie enormi risorse verso i mari (la classica ‘’politica dell’equilibrio’’). In questa strategia, la cui formulazione attribuisce alla regina Elisabetta ( seconda metà del XVI secolo), un ‘’clone’’ su scala minore di quella indicata alcuni decenni prima da Sir Halford Mackinder a dimensione eurasiatica. Oggi si può attualizzarne il contenuto e trarne un attuale insegnamento. La condotta geopolitica dell’Inghilterra non è variata dopo il 1945, ma si è adattata alle mutate situazioni: allo scadimento del ruolo egemone della corona britannica, allo spostamento del centro di potenza mondiale, al tentativo d’unificazione europea. La strategia britannica si è adeguata a elementi di novità. Ai primi due, ha risposto accettando un ruolo subalterno agli U.S.A., con una remunerazione derivante dall’essere ‘’braccio destro’’ della maggiore potenza mondiale. Al terzo, continuare per procura (di Washington) e con mezzi differenti (non più militari ma diplomatici) la tradizionale politica ostile ad ogni saldatura nel Vecchio Continente: compito che esercita dall’interno dell’Unione Europea, tramite lo strumento del veto conferitole del requisito dell’unanimità, prevenendo ogni forma di integrazione politica.
Il dr.Von Leers era specialista degli affari ebraici. Fu uno dei propagandisti più radicali dell’antisemitismo del Terzo Reich; autore di libelli antiebraici, fu anche un nazista ‘’sui generis’’, un pensatore libero ed eterodosso. Il filosofo ebreo Emil Fackenheim, ha spiegato che von Leers difese una posizione secondo cui ‘’gli Stati che danno asilo agli ebrei danno asilo alla peste, ed il Reich ha il dovere morale ed il diritto legale di conquistare questi paesi perché deve andare a scatenare la sua lotta senza scuse per sradicare la peste’’. Aveva innegabili doti e talento, che impiegò per assicurare le basi ideologiche della collaborazione tra il nazismo e l’islam, secondo la politica ufficiale e ‘’un elemento di un vasto sforzo strategico’’, come si evince delle direttive alla stampa ed i testi, ‘’corteggiando gli arabi perché si unissero alle potenze dell’asse’’. Ne risultò ‘’una convergenza dell’antisemitismo e dell’antisionismo nel regime nazista’’. Jeffrey Herf segnala che nel dicembre 1942 von Leers, sul giornale degli intellettuali antisemiti, ‘’Die Judenfrage’’ aveva scritto l’articolo: ‘’Il giudaismo e l’islam faccia a faccia’’, in cui adottava una prospettiva hegeliana, e presentava il giudaismo e l’islam in termini di Tesi ed Antitesi. Questo saggio mise in luce il punto di vista nazista riverente, che von Leers proiettava sul passato dell’islam: ‘’L’ostilità di Maometto verso gli ebrei ha avuto una conseguenza: gli ebrei di Oriente sono stati totalmente paralizzati. La loro assise è stata distrutta. Il giudaismo orientale non ha realmente partecipato alla straordinaria ascesa in potenza del giudaismo europeo nel corso degli ultimi due secoli. Si fermava nella sporcizia di stradine del mellah [nelle città marocchine, c’è il quartiere ebraico intorno alle mura, analogo al ghetto europeo], gli ebrei hanno condotto là una vita miserabile. Hanno vissuto sotto una legge speciale, quella di una minoranza protetta, che contrariamente all’Europa non permette loro di praticare l’usura né il medesimo traffico di mercanzie rubate, li mantengono nell’oppressione e l’angoscia. Se il resto del mondo avesse adottato una politica simile, noi non avremmo la questione ebraica (Judenfrage)…Infatti, in tanto che religione, l’islam ha reso un servizio eterno al mondo: ha impedito la conquista minacciosa dell’Arabia dagli ebrei. Ha riconosciuto, grazie ad una religione pura, il mostruoso insegnamento di Jèhovah. E’ questo che ha aperto a numerosi popoli la via verso una cultura superiore…’’. Il 21 novembre 1941 von Leers aveva incontrato Adolf Hitler; nelle sue trasmissioni radio, il vecchio muftì di Gerusalemme, Haj Amin Al-Husseini, affermava che gli ebrei erano i nemici comuni dell’islam e della Germania nazista. Il vecchio muftì approvò i trasferimenti nei Balcani per incoraggiarvi le unità musulmane SS. Le radio dell’Asse avevano reso fedelmente conto di tali visite. Nel corso delle sue trasmissioni del 21 gennaio 1944, Haj Amin sottolineò: ‘’il Reich conduceva la lotta contro il medesimi nemici, quelli che hannno spogliato i musulmani dei loro paesi ed annientato la loro fede religiosa, in Asia, in Africa ed Europa… Il nazional-socialismo tedesco lotta contro gli ebrei dappertutto nel mondo. Come dice il Corano: ‘Tu apprenderai che gli ebrei sono i peggiori nemici dei musulmani’. I principi dell’islam e del nazismo sono molto vicini, in particolare nella loro affermazione dei valori del combattimento e della fraternità d’armi, nella preminenza del ruolo del capo, nell’ideale d’Ordine. Ecco ciò che riavvicina strettamente i nostri valori e facilita la cooperazione. Io sono felice di vedere, in questa unità dei musulmani SS, la messa in pratica indiscutibile delle nostre due visioni del mondo’’. Nel dopoguerra, internato in un campo di concentramento statunitense, riuscì a evaderne dopo diciotto mesi, si recò da Junger il 25 agosto 1947, dopo aver messo al sicuro dalla ‘’bestia rossa’’, in Spagna, sua moglie e sua figlia, e nel 1950 attraverso l’Austria giunse in Italia, dove si era imbarcato, nel porto di Genova, su una nave diretta in Argentina, dove sotto il generale Juan Domingo Peròn (1895-1974), che aveva adottato una ‘terza via’ giustizialista, alternativa al capitalismo liberale ed al capitalismo di Stato marxista, ostile alla plutocrazia ed all’imperialismo, contro il settarismo economico diretto da un gruppo finanziario, sanguinoso e dittatoriale, che si accaniva a mantenere il suo sistema di sfruttamento interno ed internazionale. Quest’ultimo si diceva difensore dei popoli in nome delle minoranze elette, delle quattro libertà e della democrazia: come il comunismo, è intransigente, traditore e privo di scrupoli. L’imperialismo interveniva nei Paesi con i suoi agenti dell’FBI, le sue ambasciate, i suoi cipays. Difendeva la libera impresa, mediante i suoi cartelli, i suoi monopoli e le sue conferenze stabilisce tuttora nel mondo l’economia internazionale sotto la sua direzione. Le Nazioni Unite, i Paesi Liberi, le Quattro Libertà, la Carta dell’Atlantico, la ricostruzione e gli aiuti, la difesa della Corea, il disarmo, il rispetto delle autonomie e la libera determinazione dei popoli, il buon vicinato, la solidarietà continentale, l’appoggio ai Paesi sottosviluppati erano e sono menzogne. A Buenos Aires si era riunita una consistente comunità di esuli tedeschi e von Leers partecipò assiduamente alla vita sociale della comunità tedesca, lavorando come giornalista ed assumendo la direzione, anzi fu redattore capo del mensile fondato da Eberhard Fritsch, ‘’Der Weg-El Sendero’’. Nel 1955 aveva pubblicato un’opera celebre ed antisemita, ‘’Adolf Hitler. Sein Kampf gegen die Minusseele. Eine politisch-philosophische Studie aus der Alltagsperspektive’’ per un editore tedesco di Buenos Aires, Prometheus Verlag, usando lo pseudonimo di W. Von Asenbach. Aveva collaborato a ‘’Dinàmica social’’, periodico diretto dall’ex segretario del Partito Nazionale Fascista Carlo Scorza (1897-1988), che si era rifugiato in Argentina. Von Leers aveva doti organizzative, tessendo un’efficiente rete di collaboratori ed informatori da coprire l’America del Sud. Nel 1950 aveva fatto pubblicare su ‘’Defense de l’Occidente’’ di Maurice Bardeche un articolo negazionista. Aveva stabilito in questo paese degli stretti contatti Adolf Heichmann. Caduto il Generale nel 1955, von Leers si recò in Egitto, dove il re era stato cacciato, abrogata la costituzione reazionaria, sciolti i partiti politici e proclamata la repubblica, la Rivoluzione degli ‘’ufficiali liberi’’ aveva intrapreso una vasta opera di epurazione della vecchia classe politica ed aveva appoggiato un vasto programma di riforme. Il 2 febbraio Gamal Abdel el-Nasser (1918-1970), che era divenuto el-Rais o Duce, respingeva il Patto di Bagdad, che mirava a vincolare agli angloamericani i paesi del Vicino Oriente, e proclamava che l’Egitto avrebbe operato per l’unità e l’indipendenza della Nazione Araba. L’Egitto divenne un importante punto di riferimento per i popolo arabi, ma anche per un vasto fronte di lotta antimperialista ed antisionista. Abd el-Nasser e gli ‘’ufficiali liberi’’ avevano parteggiato per le potenza dell’Asse durante la Seconda Guerra Mondiale contro la perfida Albione ed i suoi alleati, come tutti i buoni musulmani ed i nazionalisti arabi. Von Leers aveva conosciuto a Berlino nel 1936 il Gran Muftì di Gerusalemme, Hajj Amin al-Husseyni, prestigiosa personalità dell’Islam. Con il sostegno del Gran Muftì, vivente in Egitto e suo amico personale, si era convertito all’Islam, prendendo il nome, prima, di Mustafa Ben Ali e, poi, quello di Omar Amin, mantenendo legami con i Fratelli Mussulmani egiziani. In passato aveva manifestato un interesse per ‘’l’Islam imperioso e guerriero [ di quei popoli] che ancora possedevano una sicura componente razziale nordica’’. In ‘’Der Kardinal und die Germanen’’ aveva contrapposto la tradizionale tolleranza dell’Islam per le altre religioni alla violenza crudele e distruttiva usata dal cristianesimo nella conquista dell’Europa germanica. In ‘’Blut und Rasse in der Gesetzgebung’’ aveva riportato alcuni versetti coranici relativi agli ebrei (IV, 158 e V, 16), ‘’che l’Islam considerò suoi nemici fin dai primordi’’ ed aveva considerato con interesse le misure legali assunte da ‘’Omar ibn al-Khattab (643-644), dal califfo abbaside al-Mutawakkil (847-861), nonché dal califfo ismaelita al-Hakim bi-amri-Llah (996-1021). Rievocando su una pubblicazione destinata alla formazione culturale delle SS l’incontro di Federico II di Svevia con il Sultano al-Kamil, lo Sturmbannfuhrer dr. Von Leers aveva fatto dire al Gran Maestro dell’Ordine Teutonico, Herman von Salza: ‘’Credo che il papa non sarà per nulla contento, se un giorno non ci saranno più motivi per fare delle Crociate in Palestina. Noi tedeschi non disperderemo più la nostra forza in questo paese straniero, ma edificheremo un grande impero a nord e ad est, molto più grande di quello che vorrebbero i papisti’’. Dall’esilio argentino aveva manifestato la sua solidarietà al movimento di liberazione del Nordafrica, le bandiere verdi della libertà e della giustizia di Dio contro l’iniquità del colonialismo. Attendevano da secoli la venuta del Mahdi. Von Leers trovava nella dottrina dell’Islam l’indissolubile unità di religione e politica, di fas e di jus, che aveva individuata come caratteristica dell’antico mondo ariano, dove ‘’legge divina e legge umana erano ancora strettamente unite’’ e il diritto era ‘’un frammento dell’ordine divino universale’’. Nel maggio 1957 von Leers aveva ricevuto la visita di Savitri Devi, la sacerdotessa di Hitler, che aveva scritto splendidi libri per la causa internazionale nazista, e che dall’Europa stava facendo ritorno in India, dove si era stabilita nel 1936. La Devi era stata ospitata presso un arabo palestinese Mahmud Sali che nutriva grande ammirazione per Adolf Hiltler, sentendosi onorato di ospitarla nella sua casa di El-Maadi, sulla riva orientale del fiume Nilo, dalla parte meridionale del Cairo. Il 5 novembre 1958 ‘’Der Spiegel’’ (anno XII, N.45) pubblicava una lettera di von Leers si congratulava con essa per aver pubblicato un intervento dell’ex Reichsbankprasident Hjalmar Schacht, ‘’uomo dai meriti enormi’’ che aveva subito la caccia dei denazificatori come una bestia selvaggia, mentre ‘’milioni di ebrei fannulloni e trafficoni ingrassano’’ grazie alle ‘’riparazioni’’, ‘’scandalosa dilapidazione dei proventi del lavoro tedesco’’. Il 19 novembre la medesima rivista orchestrò un coro di ‘’vibrate proteste’’ contro le affermazioni di von Leers, pubblicando una quindicina di lettere di ‘’indignati lettori’’. Vibrate proteste nel 1960 si levarono nella Germania occidentale dall’SPD socialdemocratica al Bundestag (Parlamento) di Bonn, poiché von Leers aveva ottenuto il passaporto tedesco dall’ambasciata della Repubblica Federale Tedesca ad Il Cairo. Una minaccia per la SPD e gli ebrei tedeschi, rivelatasi infondata dato che von Leers si disinteressò della cosa con olimpica serenità interiore, faccia bonaria di anziano e compìto signore con la cravatta a pois grossi come cialde e con il garofano all’occhiello, fresco e ottimista nel proteggere gli ex colleghi. Nel 1964 von Leers Amin aveva incontrato all’ambasciata egiziana di Lima in Perù, ove risiedeva, Friedrich Schwend, presunto capo dell’ODESSA in Sud-America. In cambio di 100.000 dollari autentici, Schwend gli avrebbe consegnato una somma di dollari falsi superiore, messa in circolazione in Perù.
In una lettera inviata nel maggio 1960 alla rivista argentina ‘’Pregonando Verdades’’, il professore dr. Omar Amin von Leers aveva scritto di essersi recato in Egitto, centro della lotta mondiale contro il colonialismo sionista che privava le nazioni della loro libertà. Avendo visto sia in Germania che in Argentina che le chiese cristiane nel mondo erano alleate degli ebrei sionisti, si era convertito all’Islam, religione degli uomini liberi, dei grandi padri della libertà e del nazionalismo, come Nasser ed Emir Abdel Krim. Proseguiva al fianco degli Arabi la sua lotta contro la tirannia mondiale di Israele e dei sionisti, e dove era utile alla lotta contro di essi. Nel suo ufficio ministeriale appariva con le sue guance rosee, i capelli bianchi, gli occhi azzurri luminosi, elegante vecchio gentiluomo prussiano.
Bardèche (1907-1989), con cui von Leers intratteneva dal Cairo una fitta corrispondenza, riecheggiò nelle sue entusiastiche pagine sul nasserismo le vedute di von Leers. Per Bardèche il nasserismo si inquadrava nella tipologia fascista, nel 1962, dichiarava che l’Islam non apparteneva al mondo democratico, né al mondo comunista, ma per la sua essenza e collocazione era un vero ‘terzo mondo’. Nasser aveva trovato questa mistica fascista nell’Islam, che era il loro passato e la loro cultura. La rivoluzione egiziana era: ‘’Egitto, svegliati’’, era la legge di Maometto che svegliava l’Egitto alla rivoluzione nasseriana, era il Corano in marcia. La rivolta di Nasser fu contro l’occupazione coloniale, contro il regno dell’oro, l’insolenza del ricco, il potere dei venduti allo straniero e degli arrivati e l’adorazione del Vitello d’Oro che recava con sé, cose condannate nel Libro, essendo idoli di Mammona. Nel Corano vi è qualcosa di guerriero e di forte, qualcosa di virile e romano. Omar Amin von Leers tradusse in tedesco un testo dello Shaykh Muhammad Abu Zahra sulla concezione islamica della guerra, uno studio di Ibrahim Muhammad Ismail sulla dottrina economica islamica ‘’L’Islam e le teorie economiche odierne’’.
Il rapporto epistolare tra von Leers e Bardèche, si estese a Paul Rassinier (1906-1967), ebbe un ruolo determinante nella nascita del revisionismo storiografico. Il 25 gennaio 1963 Rassinier scriveva al Professore Bardèche, che von Leers gli aveva comunicato che gli voleva cercargli l’editore Kogon in Germania per il suo testo ‘’Le drame des Juifs europèens’’. In Egitto stava elaborando un’edizione governativa, sotto il controllo del Dipartimento dell’Informazione, da parte della casa editrice National Publications Printing House ad Il Cairo per la propaganda nel Vicino Oriente contro gli imbroglioni ebrei che infestavano la vita politica in Europa. Il socialista libertario non marxista Paul Rassinier aveva promosso una causa giudiziaria contro l’ebreo Bernard Lecache, vero nome ebraico Lifschitz, che lo aveva definito ingiustamente agente dell’Internazionale nazista. Nasser gli affidò al Ministero egiziano dell’Informazione, la responsabilità del Servizio di Propaganda Antisionista ad Il Cairo, redattore di Radio Cairo, emittente ascoltata in tutto il mondo arabo, facendogli dirigere un programma radiofonico ‘’La voce degli Arabi’’, che era trasmesso, prima e dopo le orazioni rituali, su onde corte e destinato ad ascoltatori europei, africani e sudamericani. Aveva fondato un Istituto di Ricerche sul Sionismo. Tradusse in tedesco alcuni testi della collana ‘’Studi sull’Islam’’, edita dal Consiglio Supremo per gli Affari Islamici. Fu coadiuvato da numerosi esuli tedeschi, riparati in Egitto. L’azione svolta da von Leers per conto della Repubblica Araba Unita fu intensa. Fu impegnato al servizio dello stato egiziano fino alla morte il 3 marzo 1965. Von Leers aveva contribuito finanziariamente alla pubblicazione di una edizione araba dei ‘’Protocolli dei Savi di Sion’’; aveva organizzato la diffusione di trasmissioni di radio antisemite in più lingue, incoraggiando i movimenti neo-nazisti nel mondo intero, e intrattenendo una corrispondenza calorosa con i primi revisionisti. In molti dei suoi impegni professionali quotidiani, von Leers era attivo a titolo di ‘’contatto’’ per l’organizzazione dei vecchi membri delle SS (ODESSA) in territorio arabo, e con il suo amico Haj Amin Al-Husseini, che gli aveva trovato un posto da consigliere politico al Ministero egiziano dell’informazione. Era responsabile dell’ufficio della propaganda anti-israeliana ad Il Cairo dopo il 1955. Il suo lavoro fu considerato molto positivamente e godette di pieno sostegno.
Nel suo discorso di benvenuto ad Il Cairo, il vecchio muftì dichiarò all’indirizzo di von Leers: ‘’Noi La ringraziamo per essere venuto qui a riprendere la lotta contro le potenze delle tenebre incarnate dal giudaismo internazionale’’. Von Leers tra i suoi primi scritti annovera i seguenti testi: ‘’Juden sehen dich an’’, 1933; ‘’Blut und Rasse in der Gesetzgebung’’, 1936; ‘’Rassen, Volker und Volkstumer’’, 1939, ‘’Odal – Das Lebensgesetz eines ewigen Deutschlands’’, 1939; ‘’En nations p°anyttfodelse, Leers, Johann von. – Malmo: Dagens Bocker’’, 1948; ‘’Geschichte des deutschen Bauernrechts und des deutschen Bauerntums, Lee, Johann von. –Leipzig: Kohlammer, Abt, Schaeffer, 1944, 4. La ripulsa generale verso il fenomeno nazista degli anni ‘30 e ‘40 è stata da alcuni strumentalizzata per colpire indiscriminatamente tutti coloro che si potessero anche solo a fatica collegare a tale fenomeno, come Omar Amin von Leers.


Antonio Rossiello