Con la macchina del tempo..?
Visto che i Talebani sono un movimento nato negli anni 90 in Pakistan.
Forse volevi dire i Mujahideen, dai quali, alcuni di loro poi entrarono nel movimento dei Talebani, altri invece i Talebani li combatterono...
Vedi, come sempre, la superficilita' ti accompagna.
Cmq, il casino dell' Afghanistan ha un data di inizio piu' o meno precisa, 1976, ovvero quando iniziarono i preparativi per il golpe Comunista, pensato per il 1980, ma anticipato al 1978, dato che nel 1978 l'allora presidente Afghano, venuto a sapere dei preparativi di Golpe (golpista a sua volta percarita', ma fino auqel momento il paese era tranquilllo) cerco' di arginare i comunisti.
Globalizzazione..... si grazie.
Gli Afghani si sono incasinati da soli, il primo golpe non ha cuasato una guerra civile, e in quegli anni ivnestimenti diretti sia USA che Sovietici arrivarono nel paese, poi i Comunisti locali, non so se con l'appoggio di Mosca o meno, iniziarno i preparativi di golpe nel 1976, nel 1978 arrivo' la repressione del presidente, e quindi l'ancitipazoined el golpe comunista, da li in poi il casino.
Globalizzazione..... si grazie.
prima rosicata:
e due:Come al solito la tua suprficilita' dogmatica/ideologica non ti permette di approfondire le cose.
e tre;Tu ed i tuoi amichetti siete di una superficilita' estrema.
toh, castorino, gusta...Dado que sin ninguna razon quieres llamar en causa a los demas, antes de hacerlo, deberias de asegurarte que lo que estas afirmando da completo suporte a tu posicion. Ayudaria mucho si fueras menos superficial y dejarias de razonar simplemente sobre bases ideologicas.
http://img59.imageshack.us/img59/4848/castoro2.jpg
un mondo post-usa? non è già nato? o forse avete problemi con il famoso trave...
Liberate vos ex inferis
Ma sai, seppure ti sembri che quelle bestie siano in declino tuttora rimangono la prima potenza mondiale e la situazione non può che migliorare.
Negli anni '70 gli USA erano in declino, morale, politico ed economico, toccando l'apice con Carter. Poi è venuto Reagan, quello che dice che siamo noi a decidere se siamo in declino o in ascesa. E così in meno di un decennio hanno vinto la guerra fredda, sconfiggendo quel fallimento del comunismo e ha riportato l'economia a livelli pazzeschi.
Appena quel bastardo (oltre all'offesa in se, è proprio meticcio) di Obama si leva dalle palle, è solo questione di tempo...
Visto che già la situazione appare meglio di qualche anno fa: entro il 2020 gli USA diventeranno il maggiore esportatore di petrolio, più dell'Arabia Saudita, e nel 2030 diventeranno autosufficienti dal punto di vista energetico.
Chiamarli bestie, guarda tesoro, ti capisco di un bene..... L'invidia, seppure cosa spregievole, è umana e quindi sapendo che la tua nazioncina non riesce neanche a produrre in KW di elettricità o fare niente in generale posso comprendere come ti rode vedere la prima superpotenza, che rimarrà tale per molti decenni, davanti alla tua faccia.
Tra l'altro l'ambientalismo che immagino tu adori, (tra cui niente nucleare) porterà a un peggioramento economico dell'Italia così come di tante altri paesi. E tutto questo favorisce l'America!
Il bello è che più rosichi, più l'Italia va male e gli Stati Uniti meglio! Ah, l'italiano!
Ho notato che sei solito accusare di incompetenza e superficialità i tuoi interlocutori ma, francamente, sembra che questo sia un modo per proteggere le tua certezze dalle opinioni difformi. Questo ti rende un personaggio un po' patetico.
Gli USA hanno subito una crisi economica devastante, di cui la bolla dei subprime è stato solo il detonatore, e si stanno ridislocando sullo scacchiere mondiale. Su foreign policy trovi il breve saggio di Hillary Clinton che tratta proprio di questo, dello spostamento degli interessi strategici statunitensi verso lo scacchiere Asia-Pacifico, spostamento resosi necessario per seguire i nuovi equilibri del potere mondiale.
Lo ha intitolato "America's Pacific Century”, ed è impossibile non connetterlo con un altro famoso "secolo americano": il "Project for the New American Century" (PNAC per gli amici). Questo strano pensatoio, il PNAC, è una specie di ibrido tra lobby "sionista", repubblicani internazionalisti, centri di potere economico finanziario, e per 8 anni ha avuto campo libero nell'applicare le sue dottrine, grazie alla presidenza GW Bush. Ha lasciato gli Stati Uniti stremati da due guerre, da una profonda crisi economica, e con una pessima fama sulle spalle. Possiamo affermare adesso che quella era una strada sbagliata: lo dicono i fatti.
Il saggio della Cliton tratteggia priorità, modi, strategie, destinate a portare gli USA ad affrontare i nuovi equilibri mondiali, e sono proprio queste strategie che autorizzano a ritenere che nel prossimo futuro gli Stati Uniti potrebbero diventare una potenza di secondo piano perché, nella sostanza, non si discostano troppo da quelle [sbagliate] che le hanno precedute.
Questo non è un destino ineluttabile: è una questione di scelte. I cittadini americani, eleggendo Obama, hanno scelto il suo programma politico: che non è né quello della Clinton né tantomeno quello del PNAC.
Tuttavia la democrazia statunitense è ormai talmente corrotta che la volontà dei cittadini viene regolarmente spinta in secondo piano dalla volontà delle lobby e dagli interessi dei potentati economico finanziari, e a questi sono congeniali il PNAC e la Clinton, non Obama.
Obama, al suo secondo mandato, potrebbe imporre il suo paradigma nei rapporti tra gli USA e il resto del mondo, se non lo fanno fuori prima e se riesce a superare la resistenza delle lobby. Ha cambiato segretario di stato e ha designato un nuovo ministro della difesa ma, come si evince dalle cronache, i rappresentanti delle lobby in parlamento sono disposti a tutto pur di ostacolare i cambiamenti: il nuovo ministro della difesa ha opinioni troppo indipendenti rispetto agli interessi di cui sono portatori molti congressisti: non è uno zerbino del regime sionista che governa Israele e, da eroe di guerra, non ama la guerra.
Se Obama non la spunta temo dovrai rassegnarti ad un'America dalla quale il resto del mondo potrà agevolmente prescindere.