Dalla Grigna al Lhotse, addio a Riccardo Cassin
Cassin, lucido come sempre, intuendo forse di essere giunto alla fine dei suoi giorni, avrebbe chiesto espressamente di interrompere ogni cura per chiudere la sua esistenza proprio ai piedi di quelle stesse cime montuose che lo fecero appassionare alla montagna e grazie alle quali iniziò la sua grande avventura
Rainews24.it
E' morto ieri sera Riccardo Cassin, autentica leggenda dell' alpinismo mondiale. Nel gennaio scorso aveva compiuto 100 anni e la citta' di Lecco gli aveva tributato una serie di iniziative durate un mese. Il decesso è avvenuto ieri sera nella casa di famiglia ai Piani Resinelli, sopra Ballabio. I funerali si svolgeranno domani, alle 16.00, nella chiesa parrocchiale di Lecco-Maggianico.
Cassin iniziò la sua vita di montagna sulle guglie della Grigna. Secondo quanto si apprende, Riccardo Cassin, lucido come sempre, intuendo forse di essere giunto alla fine dei suoi giorni, avrebbe chiesto espressamente di interrompere ogni cura per chiudere la sua esistenza proprio ai piedi di quelle stesse cime montuose che lo fecero appassionare alla montagna e grazie alle quali iniziò la sua grande avventura. "Riccardo forse negli ultimi giorni non vedeva più la 'sua' montagna, ma certo la sentiva" racconta una delle persone rimastagli accanto nelle ultime ore.
Nato il due gennaio del 1909 a Savorgnano di San Vito al Tagliamento (Pordenone), da qualche giorno le sue condizioni si erano aggravate fino al decesso avvenuto ieri sera attorno alle 23.30. All'eta' di quattro anni rimase orfano del padre Valentino, emigrato in Canada e deceduto nel 1913 in un infortunio sul lavoro avvenuto in una cava del British Columbia. E' ancora un ragazzo quando, nel 1926, si trasferisce a Lecco. Il fabbro è il suo primo lavoro per mantenere se stesso, mamma Emilia e la sorella Gina, piu' giovane di lui. E', qui, in riva al Lario, all'ombra della Grignetta che scopre la sua passione per la montagna che lo portera' in tutta la sua esistenza a compiere oltre 2.500 ascensioni con un centinaio di 'prime assolute'.
E' stato uno dei 'pionieri' dell'arrampicata sportiva del Novecento, trait d'union tra l'alpinismo romantico di fine Ottocento e quello tutto tecnico e teso alla sfida continua della meta' del secolo scorso.
Tra le varie ascese, di Cassin si ricordano le arrampicate sulle Cime di Lavaredo, sul Monte Civetta, poi del Monte Bianco (una delle imprese piu' importanti). Nel dopoguerra, dopo l'inspiegabile e clamorosa esclusione dalla spedizione per il K2 con Ardito Desio, Cassin nel 1958 guida quella che portera' sulla vetta del Gasherbrum IV (Karakorum, mt 7.925). Nel 1961 Riccardo Cassin giunge in vetta alla montagna piu' alta del Nord America: il Monte McKinley, in Alaska (mt 6.194). Nel 1975 nuova sfida in Asia: è conquistata la parete Sud della quarta montagna piu' alta del mondo, il Lhotse (mt 8.516), in Nepal.
Cassin ha scalato montagne italiane, svizzere, francesci, austriache, spagnole, slovene, scozzesi, caucasiche. Memorabili le sue imprese anche in Alasca, Peru', Pakistan, Nepal e Giappone. A 78 anni ha ripetuto due volte in una settimana l'ascensione al Pizzo Badile nel 50 anniversario.
Nel 1997 si è recato in Patagonia per inaugurare un rifugio intitolato all'amico Carlo Mauri. Nel novembre 1998 e' stato membro della Giuria del festival internazionale del film di montagna a Banff (Canada), e due anni esatti dopo e' stato fra i relatori, sempre a Banff, al summit mondiale dell'alpinismo cui hanno partecipato in pratica tutti i piu' forti alpinisti del mondo.
Vedovo di Irma, ha 3 figli (Valentino, Pierantonio e Guido), 7 nipoti e 4 bisnipoti. Faceva parte del Gruppo Ragni della Grignetta, onorario del Club Alpino Accademico Internazionale, del Groupe Haute Montaigne e dei club alpini di Italia, Stati Uniti, Spagna, Svizzera e Francia.