Originariamente Scritto da
Pieralvise
Prima di tutto una premessa: Keynes non ha mai costituito un riferimento per la "destra illiberale" italiana, fascista, postfascista, neofascista o altro ancora. Il fascismo è stato dirigista a modo suo, in un periodo storico in cui tutti gli stati avanzati (dagli USA di Roosevelt alla Germania di Rathenau ed Hitler, alla Gran Bretagna che produsse Keynes ed il piano Beveridge) sono stati in qualche modo dirigisti ed interventisti in campo economico. Questo anche in conseguenza del controllo di produzione che si impose durante la Prima Guerra Mondiale, per sopperire alle esigenze belliche.
La politica economica del fascismo, poi, ha attraversato momenti differenti. Che possono essere capiti solo in relazione agli eventi economici dell'epoca. La legge bancaria del '36 (tanto per fare un esempio) conseguì ai fallimenti bancari, così come un più marcato intervento, e poi il tentativo corporativo, seguirono alla crisi economica mondiale degli anni trenta.
L'argomento è molto complesso, ma penso vada sottolineato che non esiste un legame diretto tra Keynes ed il fascismo italiano, anzi Keynes venne recepito ed applicato molto di più in America e Gran Bretagna.
Riguardo "Quota 90" a mio avviso fu una decisione giusta. L'errore di Mussolini fu di concentrarsi troppo sul cambio simbolico di 1/90, mentre avrebbe dovuto cercare di mantenersi sui 105/110 (valore consigliato da Volpi). Ma nella sostanza la decisione fu giusta.
Keynes non lo considero assolutamente un mio riferimento, e soprattutto non un paradigma. Non lo condanno in modo assoluto, in certe circostanza qualche goccia di keynesismo si può adoperare. Ma è uno strumento tipo quei veleni che venivano presi per mitridatizzare, a dosi piccolissime.
Se scappa la mano, provoca conseguenze gravi.
Questione monetaria: io personalmente sono contrario a massicci aumenti della massa monetaria. Aderisco tendenzialmente alla teoria quantitativa; rivista e perfezionata quanto vuoi, ma nei suoi fondamenti corretta.
Chiaramente i neofascisti hanno le idee molto confuse su tutto, figuriamoci sull'economia.
Apro una piccola parentesi: qualche tempo fa mi capitò di discuterne con un neofascista che aderiva alle idee del "camerata Keynes", che definiva organiciste. Ora, secondo me c'è molto poco organicismo nella visione keynesiana, e tentai anche di spiegarglielo.
Questo posso risponderti - frettolosamente - per adesso.