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  1. #1
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    Predefinito La Madonna nei secoli e nelle innumerevoli rappresentazioni

    Madonna della Seggiola

    1513-1514 circa, di Raffaello Sanzio



    Olio su tavola. Diametro cm 71, conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze.


    La presenza della sedia camerale, prerogativa dei pontefici, lascia supporre una commissione diretta di papa Leone X Medici. È tra le più belle immagini dell’artista che qui fonde l’enigmatica e malinconica dolcezza della Vergine a un’attenzione nuova per il plasticismo delle forme, rivelando l’influenza di Michelangelo.


  2. #2
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    Predefinito Re: La Madonna nei secoli e nelle innumerevoli rappresentazioni

    La pietà

    di Michelangelo Buonarroti



    Marmo 174×195×69 cm
    Basilica di San Pietro in Vaticano, Roma

  3. #3
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    Predefinito Re: La Madonna nei secoli e nelle innumerevoli rappresentazioni

    Madonnina del Ferruzzi



    Il volto di una giovane donna che guarda verso l’alto, il corpo avvolto da una mantella blu con in grembo il Bambino che dorme. Una tela eseguita dal pittore dalmata Roberto Ferruzzi a Luvigliano, sui Colli Euganei, e grazie alla quale vinse la seconda Biennale di Venezia nel 1897; il dipinto raffigurava i lineamenti dolcissimi di un’adolescente, Angelina Cian, la quale teneva in braccio suo fratello di pochi mesi.
    Subito divenuto famoso, il dipinto venne venduto, sparendo misteriosamente nel corso della seconda guerra mondiale, forse andando perso o distrutto nel corso del conflitto.


    Ultima modifica di Biancaneve; 26-02-13 alle 04:14

  4. #4
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    Predefinito Re: La Madonna nei secoli e nelle innumerevoli rappresentazioni


    Caravaggio, La Madonna dei Pellegrini

    Il dipinto ci mostra la Madonna vestita in abiti da popolana col Gesù Bambino in braccio e due pellegrini davanti a lei, riconoscibili dalle mani giunte in atteggiamento di preghiera e dai bastoni, nonché dalle vesti sdrucite e dai piedi nudi e gonfi messi in primissimo piano. Fu proprio a causa di questo particolare che, non appena il quadro fu messo sull'altare, come dice il Baglione, "ne fu fatto dai preti e da' popolani estremo schiamazzo". In realtà, il tema dei piedi nudi e gonfi è uno dei "dogmi" fondamentali di quella corrente pauperistica alla quale Caravaggio aderiva con entusiasmo: essi sono il simbolo dell'ubbidienza e della devozione, quindi vanno esaltati e non occultati. I due pellegrini, dopo un viaggio pieno di stenti e dopo il canonico "giro" attorno alla Sacra Casa, vengono ricompensati con l'apparizione di Maria e di Gesù - qui raffigurato non propriamente neonato, ma quasi ragazzino - che li benedice: i piedi gonfi e sporchi sono dunque necessari, e non volgarmente e gratuitamente esibiti come si volle far credere.
    Altro motivo di scandalo fu l'apparente "scalcinatezza" della casa e il modo in cui Caravaggio aveva stravolto il racconto biblico. Secondo un'antica leggenda, infatti, la casa di Maria fu portata a Loreto in volo dagli angeli, ma nel quadro l'unico accenno al volo è la postura di Maria, raffigurata in punta di piedi; la casa è, invece, cadente, con l'intonaco scrostato che scopre i mattoni sottostanti: e qui, il Caravaggio vuol ribadire l'adesione alla povertà assoluta della Sacra Famiglia.
    Modella per la Madonna fu una nota prostituta nonché amante del pittore, Lena, che poserà anche per la Madonna dei Palafrenieri. Secondo un'ipotesi la modella potrebbe essere statua la stua di Thusnelda, principessa germanica(fonte dal sito lostinrometours,)

    Madonna dei Pellegrini - Wikipedia
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 28-05-13 alle 15:35
    Orientata verso l'immenso mare della bellezza

  5. #5
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    Predefinito Re: La Madonna nei secoli e nelle innumerevoli rappresentazioni



    Caravaggio, Madonna dei Palafrenieri


    La tela raffigura tre personaggi: la Madonna, Gesù bambino e Sant'Anna. I primi due personaggi appaiono molto più dinamici rispetto a Sant'Anna. La Santa segue solo con lo sguardo l'azione e sembra una "enorme bronzea figura".
    C'è un ottimo gioco di volumi e un'armonia di solidi a contrasto (ad esempio, il petto della Madonna e le pieghe dei vestiti) che conferiscono una estrema verosimiglianza al dipinto.
    Infine, la luce gioca un ruolo fondamentale nel dipinto: una proviene da sinistra ed ha il ruolo di formare le immagini ed il volume, l'altra proviene dall'alto e potrebbe simboleggiare, secondo il Brandi, il lume della Grazia divina.
    Per rappresentare il serpente, il pittore si è evidentemente ispirato a un cervone.

    Madonna dei Palafrenieri - Wikipedia
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 28-05-13 alle 15:36
    Orientata verso l'immenso mare della bellezza

  6. #6
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    Predefinito Re: La Madonna nei secoli e nelle innumerevoli rappresentazioni

    Citazione Originariamente Scritto da gertrud Visualizza Messaggio
    Modella per la Madonna fu una nota prostituta nonché amante del pittore, Lena, che poserà anche per la Madonna dei Palafrenieri. Secondo un'ipotesi la modella potrebbe essere statua la stua di Thusnelda, principessa germanica(fonte dal sito lostinrometours,)
    Caravaggio dipinse diverse Madonne nel corso della sua vita. Ma le dipinse a modo suo. Oltre alle già citate "Madonna dei Palafrenieri" e "Madonna dei pellegrini", eclatante è il caso della "Morte della Vergine", dipinto che venne rifiutato dai committenti perché Caravaggio aveva preso a modello il cadavere di una prostituta annegata nel Tevere.




    Caravaggio, La morte della Vergine (1606)
    Louvre, Parigi

  7. #7
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    Predefinito Re: La Madonna nei secoli e nelle innumerevoli rappresentazioni

    Madonna Immacolata

    vetrata artistica piombata dipinta a fuoco

    Ultima modifica di Biancaneve; 26-02-13 alle 18:44

  8. #8
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    Predefinito Re: La Madonna nei secoli e nelle innumerevoli rappresentazioni

    Artemisia Gentileschi

    Madonna col Bambino (1612)


    Il dipinto, tra le realizzazioni giovanili della celebre pittrice, rappresenta il tradizionale motivo della Vergine rimodulato come una scena di vita quotidiana, di semplice rapporto amorevole tra madre e figlio. Naturalmente si tratta di una versione controriformata del soggetto, finalizzata a raggiungere più direttamente la gente, priva della tipica “inavvicinabilità” del sacro.


  9. #9
    il pleure dans mon coeur
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    Predefinito Re: La Madonna nei secoli e nelle innumerevoli rappresentazioni




    MURILLO Bartolomè Esteban
    La Virgen del Rosario
    1650-1655
    Olio su tela
    164X110cm
    Museo Nacional del Prado - Madrid


    Questa splendida tela, opera della prima maturità, è dedicata ad un tema ricorrente nella produzione dell'artista; si conoscono infatti altre versioni della "Madonna del Rosario" ora conservate alla National Gallery di Londra e alla Galleria Palatina di Firenze.

    La maniera giovanile di Murillo rivela l'influsso del naturalismo e del tenebrismo di Zurbaràn: la figura della Madonna emerge per via di rialzi di luce dal fondo scuro e uniforme, i colori degli abiti sono ricchi e giocati su forti contrasti, l'artista delinea i volti e le espressioni con sottile verismo.
    La composizione, dal semplice schema triangolare, ha un equilibrio classico che si sposa perfettamente all'espressione serena e dolce della Vergine e al tono piano del linguaggio pittorico, che rinuncia a effetti patetici e drammatici a favore dell'immediatezza di una composta espressività... ( Mar L8v )
    Ultima modifica di tricatel; 27-02-13 alle 10:48

  10. #10
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    Predefinito Re: La Madonna nei secoli e nelle innumerevoli rappresentazioni

    Luca Giordano
    Napoli, 18 ottobre 1634 – Napoli, 12 gennaio 1705

    Madonna


    Luca Giordano fu il più luminoso ed eclettico pittore del Barocco napoletano, capace di fondere il retaggio della scuola napoletana con le aeree visioni delle cupole romane, con il colorismo e la luminosità della pittura veneta di Tiziano e del Veronese, con la tradizione rinascimentale toscana e di influenzare ed ammaliare i pittori del XVII secolo e di quello successivo, come Giambattista Tiepolo ed il giovane Goya. Supportato da un talento fuori del comune, da una capacità di sintesi straordinaria e da una bottega particolarmente nutrita, dipinse più di chiunque altro nella sua epoca e con una incredibile rapidità d’esecuzione che gli valse presso i contemporanei il nomignolo di “Luca fa presto“. Nacque a Napoli il 18 o il 19 ottobre 1635 e fu iniziato all’arte dal suo stesso padre, pittore ed affreschista di discreta levatura, che visse a lungo in Puglia, ma che dovette avere origini campane, perché discendente della famiglia Giordano, residente a San Giorgio almeno dal XV secolo.
    Luca terminò il suo noviziato già nel 1652, anno in cui tornò da Roma, firmò le sue prime opere a Napoli negli anni 1654-55 e lavorò nel 1658 nella chiesa di Sant’Agostino degli Scalzi.
    Fu nel 1664 che il Giordano giunse per la prima volta a San Giorgio a Cremano, esattamente il 19 gennaio, giorno in cui suo fratello Nicola gli donò un fondo di cinque moggia nelle pertinenze di San Giorgio. Nello stesso anno fu nuovamente a Venezia e vi rimase fino all’anno successivo o fino al 1667 ed in questo periodo realizzò una Assunzione per la chiesa di Santa Maria della Salute. Dopo due anni Luca ritornò a San Giorgio, per acquistare una casa con attrezzature vinicole ed un fondo confinante con quello avuto dal fratello. Da questo momento, i soggiorni sangiorgesi del pittore dovettero susseguirsi con una certa frequenza, poiché la sua presenza è attestata da fonti dirette e indirette; inoltre essendo il Giordano attivo a Napoli negli anni tra il 1675 ed il 1678 nelle chiese di San Gregorio Armeno e di Santa Brigida, è piuttosto facile che questi si recasse nel vicino Casale per trascorrervi qualche giorno di riposo oppure per occuparsi dei propri investimenti, come infatti fece nel 1679.
    Nel 1682 Luca fu chiamato a Firenze e vi rimase fino al 1686 per decorare il palazzo Medici - Riccardi.
    Tornò a San Giorgio nel 1690, per costruire nella sua stessa proprietà una cappella dedicata alla Madonna del Carmelo in ringraziamento per la gioia che aveva illuminato la famiglia Giordano con l’elezione di suo figlio Lorenzo a giudice della Vicaria, cappella che mantenne con i proventi di un altro terreno di ventitré moggia e dal reddito di una osteria di sua proprietà detta “Il Cantarone”.
    Due altre commissioni ricevette Luca Giordano negli ultimi anni della sua vita, quelle che lo resero celebre in tutta l’Europa: dal 1692 al 1702 fu pittore di corte di Carlo II di Borbone a Madrid e nel 1704 affrescò il soffitto della cappella del Tesoro della certosa di San Martino a Napoli, dove morì nel 1705, lasciando una vivace e molto numerosa scuola a continuare le sue sontuose formule.




 

 
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