I periti della Procura:«Più sabbia che cemento in travi e pilastri»
Agrigento, sigilli all'ospedale
«Cemento fragile: c'è rischio sismico»
Dopo mesi di indagini, la Guardia di Finanza sequestra la struttura inaugurata cinque anni fa
Agrigento, sigilli all'ospedale «Cemento fragile: c'è rischio sismico» - Corriere della Sera
AGRIGENTO – La Guardia di Finanza di Agrigento ha sequestrato il nuovo ospedale «San Giovanni di Dio» di Agrigento perché a rischio crollo, soprattutto in caso di terremoto. La struttura inaugurata appena 5 anni fa sarebbe stata infatti realizzata con cemento depotenziato. Gli uomini delle fiamme gialle in mattinata hanno così notificato il «sequestro preventivo dell’intero complesso ospedaliero» disposto dal Gip di Agrigento, Alberto Davico, su richiesta del Procuratore della Repubblica, Renato Di Natale, dell’aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Antonella Pandolfi.
«GRAVI CARENZE STRUTTURALI» - «Il provvedimento cautelare – si legge nel comunicato della Finanza- è stato adottato a conclusione di complesse e circostanziate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Agrigento e svolte dalla Guardia di Finanza che si sono avvalse di una puntuale ed esaustiva consulenza tecnica che ha evidenziato gravi carenze strutturali dell’intero complesso ospedaliero, tali da esporre a gravissimo rischio sismico l’intero manufatto». In pratica è stata ritenuta fondata la preoccupazione dei periti nominati dalla Procura che avevano riscontrato la scarsa qualità del calcestruzzo utilizzato per realizzare il fabbricato. Proprio nei giorni scorsi era stata consegnata la relazione tecnica (anticipata dal Corriere) e nella quale si parla di una «struttura fragile» che «andrebbe rapidamente chiusa». Nell’inchiesta sul nuovo ospedale ci sono anche 22 indagati tra i quali il direttore dei lavori Antonio Raia e l’ex manager Giancarlo Manenti che si era dimesso appena qualche mese fa. L’ordinanza di sequestro è stata dunque notificata all’attuale commissario che gestisce l’ospedale che è stato anche nominato anche “custode dell’immobile” e al quale sono stati «concessi 30 giorni di tempo per l’adozione di provvedimenti a tutela dell’incolumità del personale sanitario ed amministrativo e dei degenti, ivi compreso lo sgombero dell’intera struttura».
Alfio Sciacca
28 luglio 2009
Scene viste e riviste.
Poi una scossa, vien giù qualcosa, sceneggiate meridionali, tutti che piangono, stato di calamità, sottoscrizione, sms, piano straordinario, stop pagamento tributi per tre anni, valanghe di aiuti dal generoso nodde, accisa sulla benzina, finanziamenti a fondo perduto per una cinquantina d'anni, siamo tutti itagliani, non è colpa di nessuno, tragica fatalità, e via. Al prossimo terremoto, alla prossima bomba di stato, al prossimo sequestro, le uniche cose che riescono a tenere insieme (ancora per poco si spera) questo paese di pulcinella.