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    Predefinito Quello che non capisce Pino Aprile

    Quello che non capisce Pino Aprile
    Brano tratto da: Editoriale IL GIGLIO

    Al recente Convegno di Gaeta (15-17 febbraio) il giornalista ed autore di saggi sul Sud Pino Aprile ha pronunciato un lungo intervento, non senza suscitare perplessità e dissensi tra i presenti. Una ventina di persone hanno abbandonato la sala mentre parlava. Confermando una visione della “questione meridionale” priva di retroterra storico e pesantemente condizionata dall’ideologia, Aprile ha commentato a senso unico la cronaca politico-giudiziaria degli ultimi mesi. Il giornalista ha espresso la sua indignazione per l’inchiesta che coinvolge l’amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi, vicino alla Lega, ha criticato la proposta del segretario della Lega, Roberto Maroni, di destinare per il 75% alla Lombardia le imposte pagate dai residenti (in realtà, la proposta riguarda tutte le Regioni, in linea con il federalismo fiscale), ha ironizzato sull’ex ministro della Pubblica Istruzione del governo Berlusconi, Maria Stella Gelmini ricostruendo (con diversi errori di fatto), una sua proposta “anti-meridionale” sui libri di testo peraltro non attuata. Aprile ha bollato con parole di fuoco Berlusconi e le sue frequentazioni private ed ha attaccato l’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti. Dalla sua ricostruzione ha tenuto accuratamente fuori qualunque episodio che coinvolgesse la sinistra del Pd e di Nichi Vendola, così come quella del pm Ingroia e dell’ex pm De Magistris. In cambio ha elogiato l’assessore alle attività produttive del Comune di Napoli Marco Esposito (presente a Gaeta non si capisce a quale titolo), eletto nelle liste dell’Idv di Antonio Di Pietro, e legato al sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Dell’assessore Esposito, LN si è recentemente occupata per l’iniziativa-bidone sulle assicurazioni (cfr. “Sud: l’estorsione delle assicurazioni e il vuoto di rappresentanza politica”, LN 60/13).

    Neanche una parola Aprile ha dedicato allo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, banca controllata da decenni da Pci-Pds-Ds-Pd, partiti ai quali hanno sempre fatto riferimento l’80% dei componenti della Fondazione Mps, che ha fruito, con il governo Monti, di contributi pubblici per quasi quattro miliardi di euro per l’emissione di bond destinati a salvare la banca dal fallimento dopo spericolate operazioni finanziarie. E neanche una parola ha speso sull’inchiesta per presunte tangenti che vede indagati i manager legati a D’Alema e Bersani. Il giornalista ha ricordato di passaggio che il Sud manca di banche, ma si è guardato bene dal ricordare la (s)vendita del Banco di Napoli, avvenuta nel silenzio di D’Alema, Vendola, Bassolino (che nei suoi libri non nomina mai), Loiero e Lombardo, e di riconoscere che l’unico tentativo di creare una Banca del Mezzogiorno per il finanziamento delle piccole imprese lo ha fatto l’ex ministro Tremonti. Silenzio anche sulle vicende giudiziarie di Nichi Vendola e sulla sua gestione della sanità in Puglia, sulle ruberie del tesoriere del Pd Luigi Lusi, al quale viene addebitata la sottrazione di almeno 5 milioni di euro dalle casse della Margherita, sugli affari di Filippo Penati, componente delle segreteria di Bersani, sul disastro amministrativo di De Magistris, che aveva promesso ai napoletani di portare la raccolta differenziata al 70% ed invece costringe i contribuenti a pagare la Tarsu più alta d’Italia per coprire il costo dei 40 milioni di euro all’anno necessari a spedire all’estero i rifiuti che non vuole bruciare in un termovalorizzatore.

    Ma, al di là della sua visione politica straordinariamente faziosa, è il retroterra storico che manca nel meridionalismo di Aprile. Gli sfugge totalmente che, all’origine del sottosviluppo del Sud, non c’è la Lega Nord, che è nata negli anni ’90 del secolo scorso, ma l’unificazione dell’Italia, realizzata attraverso un’operazione ideologica chiamata Risorgimento. Questa operazione ideologica ha avuto tra le proprie guide politiche il Partito d’Azione, fondato da Mazzini e sostenitore di Garibaldi. Gli eredi ideologici diretti di tale partito sono stati il Partito Repubblicano ed alcune potenti lobbies finanziarie e mediatiche che continuano a condizionare pesantemente la politica e l’economia italiana. Centri studi come la Fondazione Olivetti, economisti e finanzieri come Bruno Visentini, Carlo De Benedetti e la sua lobby mediatico-finanziaria che fa leva sul gruppo editoriale l’Espresso, Carlo Azeglio Ciampi ed il milieu di Bankitalia, giornalisti come Giorgio Bocca ed Eugenio Scalfari, l’ideologo della costruzione dell’Ue, Altiero Spinelli, indicato come proprio maestro dall’attuale presidente della repubblica Giorgio Napolitano, il banchiere ed uomo di fiducia della tecnocrazia europea Mario Monti. Sono questi personaggi e queste lobbies, dalle quali Aprile non ha mai preso le distanze, gli eredi ed i continuatori del Risorgimento, da loro celebrato trionfalisticamente solo due anni fa. Non la Lega Nord, che è piuttosto una delle espressioni del disagio creato dal Risorgimento e della pessima unificazione del Paese. Alla Lega, inoltre, va riconosciuto almeno di aver messo in discussione la retorica patriottarda del tricolore e di Garibaldi e di aver votato contro l’insegnamento obbligatorio nelle scuole dell’Inno di Mameli (cfr. LN Notizie 9/12). Quanto alla storia più recente, il sottosviluppo economico meridionale va ricondotto alla sua classe dirigente politica. Nei decenni del cosiddetto Intervento straordinario nel Mezzogiorno (1950-1993), il ceto politico meridionale ha scambiato la gestione dei flussi di finanziamento pubblici con i partiti nazionali (Dc, Pci, Psi, ecc.) e le grandi imprese del Nord. Questo scambio (risorse pubbliche usate per consolidare il proprio potere contro acquiescenza al potere dei partiti nazionali, della finanza e delle imprese del Nord) è continuato fino ad oggi. La Campania e Napoli – va detto a Pino Aprile – ultime negli indicatori economici di un Sud disastrato, sono state governate per 17 anni da Bassolino, la Calabria da Loiero, la Puglia (che Aprile presenta nei suoi libri come un modello) da Vendola; la Sicilia da Lombardo. Politici del Sud che hanno consentito lo smantellamento di quello che restava di apparato produttivo e di sistema di credito e che sono rimasti impassibili di fronte alla ripresa dell’emigrazione intellettuale. Con tutto questo la Lega Nord non c’entra, come non c’entrano Berlusconi, Tremonti, la Gelmini e gli altri bersagli preferiti di Aprile. A Gaeta, al termine del suo lungo intervento, Aprile ha illustrato il progetto di un giornale quotidiano che, a suo parere, sarebbe decisivo per la battaglia meridionalista. Ma al Sud servono anzitutto dei politici e dei quadri dirigenti professionali fortemente radicati nella cultura e nella tradizione meridionale, di cui il Regno delle Due Sicilie (che Aprile non nomina quasi mai) ha costituito il punto più alto. Un quotidiano potrebbe essere utile, ma a patto che a dirigerlo siano giornalisti senza pregiudizi ideologici, liberi da commistioni e complicità politiche e capaci di chiamare per nome corrotti e collusi. Tutti. Senza sconti per amici e compagni.
    (LN 61/13)


    Editoriale Il Giglio
    Ultima modifica di x_alfo_x; 02-03-13 alle 18:08

  2. #2
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    Predefinito Re: Quello che non capisce Pino Aprile

    Stronzate....ero presente a Gaeta, tutti gli spunti sono serviti per parlare della minorità del Sud. Quindi erano preamboli strumentali.....che ci azzeccava il MPS?
    DI altri argomenti ne ha parlato le volte passate.....o vogliamo sentire le stesse cose, all infinito sul risorgimento?
    Fazioso è questo editoriale.

    Personalmente Pino Aprile ha fatto un ottimo intervento....peccato che Alfo non fosse presente.
    Ultima modifica di largodipalazzo; 03-03-13 alle 10:46

  3. #3
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    Predefinito Re: Quello che non capisce Pino Aprile

    Dimenticavo l editoriale dice che , quando parlava Pino Aprile una ventina di persone sono uscite dalla stanza.
    Visto che ero situato infondo alla stanza . Vedevo un via vai continuo, causato in parte dal WC ,ma soprattutto da persone che andavano a vedere la mostra sulla cartografia ed i libri , o più semplicemente a fumare. Quando ha parlato Pino Aprile il via vai è diminuito.....l opposto di cosa dice l editoriale.

  4. #4
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    Predefinito Re: Quello che non capisce Pino Aprile

    Sia ben chiaro che della destra della sinistra , del pdl del pd, un meridionalista deve non importargli nulla..............Per me esiste solo il Sud , il voto lo do solo a chi è congeniale alla mia causa. Quindi vedo fazioso questo editoriale e fuori luogo.

  5. #5
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    Predefinito Re: Quello che non capisce Pino Aprile

    Citazione Originariamente Scritto da largodipalazzo Visualizza Messaggio
    Stronzate....ero presente a Gaeta, tutti gli spunti sono serviti per parlare della minorità del Sud. Quindi erano preamboli strumentali.....che ci azzeccava il MPS?
    DI altri argomenti ne ha parlato le volte passate.....o vogliamo sentire le stesse cose, all infinito sul risorgimento?
    Fazioso è questo editoriale.

    Personalmente Pino Aprile ha fatto un ottimo intervento....peccato che Alfo non fosse presente.
    pino aprile è un cazzone, come gli idioti che lo prendono sul serio

  6. #6
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    Predefinito Re: Quello che non capisce Pino Aprile

    Citazione Originariamente Scritto da x_alfo_x Visualizza Messaggio
    Quello che non capisce Pino Aprile
    Brano tratto da: Editoriale IL GIGLIO

    Al recente Convegno di Gaeta (15-17 febbraio) il giornalista ed autore di saggi sul Sud Pino Aprile ha pronunciato un lungo intervento, non senza suscitare perplessità e dissensi tra i presenti. Una ventina di persone hanno abbandonato la sala mentre parlava. Confermando una visione della “questione meridionale” priva di retroterra storico e pesantemente condizionata dall’ideologia, Aprile ha commentato a senso unico la cronaca politico-giudiziaria degli ultimi mesi. Il giornalista ha espresso la sua indignazione per l’inchiesta che coinvolge l’amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi, vicino alla Lega, ha criticato la proposta del segretario della Lega, Roberto Maroni, di destinare per il 75% alla Lombardia le imposte pagate dai residenti (in realtà, la proposta riguarda tutte le Regioni, in linea con il federalismo fiscale), ha ironizzato sull’ex ministro della Pubblica Istruzione del governo Berlusconi, Maria Stella Gelmini ricostruendo (con diversi errori di fatto), una sua proposta “anti-meridionale” sui libri di testo peraltro non attuata. Aprile ha bollato con parole di fuoco Berlusconi e le sue frequentazioni private ed ha attaccato l’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti. Dalla sua ricostruzione ha tenuto accuratamente fuori qualunque episodio che coinvolgesse la sinistra del Pd e di Nichi Vendola, così come quella del pm Ingroia e dell’ex pm De Magistris. In cambio ha elogiato l’assessore alle attività produttive del Comune di Napoli Marco Esposito (presente a Gaeta non si capisce a quale titolo), eletto nelle liste dell’Idv di Antonio Di Pietro, e legato al sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Dell’assessore Esposito, LN si è recentemente occupata per l’iniziativa-bidone sulle assicurazioni (cfr. “Sud: l’estorsione delle assicurazioni e il vuoto di rappresentanza politica”, LN 60/13).

    Neanche una parola Aprile ha dedicato allo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, banca controllata da decenni da Pci-Pds-Ds-Pd, partiti ai quali hanno sempre fatto riferimento l’80% dei componenti della Fondazione Mps, che ha fruito, con il governo Monti, di contributi pubblici per quasi quattro miliardi di euro per l’emissione di bond destinati a salvare la banca dal fallimento dopo spericolate operazioni finanziarie. E neanche una parola ha speso sull’inchiesta per presunte tangenti che vede indagati i manager legati a D’Alema e Bersani. Il giornalista ha ricordato di passaggio che il Sud manca di banche, ma si è guardato bene dal ricordare la (s)vendita del Banco di Napoli, avvenuta nel silenzio di D’Alema, Vendola, Bassolino (che nei suoi libri non nomina mai), Loiero e Lombardo, e di riconoscere che l’unico tentativo di creare una Banca del Mezzogiorno per il finanziamento delle piccole imprese lo ha fatto l’ex ministro Tremonti. Silenzio anche sulle vicende giudiziarie di Nichi Vendola e sulla sua gestione della sanità in Puglia, sulle ruberie del tesoriere del Pd Luigi Lusi, al quale viene addebitata la sottrazione di almeno 5 milioni di euro dalle casse della Margherita, sugli affari di Filippo Penati, componente delle segreteria di Bersani, sul disastro amministrativo di De Magistris, che aveva promesso ai napoletani di portare la raccolta differenziata al 70% ed invece costringe i contribuenti a pagare la Tarsu più alta d’Italia per coprire il costo dei 40 milioni di euro all’anno necessari a spedire all’estero i rifiuti che non vuole bruciare in un termovalorizzatore.

    Ma, al di là della sua visione politica straordinariamente faziosa, è il retroterra storico che manca nel meridionalismo di Aprile. Gli sfugge totalmente che, all’origine del sottosviluppo del Sud, non c’è la Lega Nord, che è nata negli anni ’90 del secolo scorso, ma l’unificazione dell’Italia, realizzata attraverso un’operazione ideologica chiamata Risorgimento. Questa operazione ideologica ha avuto tra le proprie guide politiche il Partito d’Azione, fondato da Mazzini e sostenitore di Garibaldi. Gli eredi ideologici diretti di tale partito sono stati il Partito Repubblicano ed alcune potenti lobbies finanziarie e mediatiche che continuano a condizionare pesantemente la politica e l’economia italiana. Centri studi come la Fondazione Olivetti, economisti e finanzieri come Bruno Visentini, Carlo De Benedetti e la sua lobby mediatico-finanziaria che fa leva sul gruppo editoriale l’Espresso, Carlo Azeglio Ciampi ed il milieu di Bankitalia, giornalisti come Giorgio Bocca ed Eugenio Scalfari, l’ideologo della costruzione dell’Ue, Altiero Spinelli, indicato come proprio maestro dall’attuale presidente della repubblica Giorgio Napolitano, il banchiere ed uomo di fiducia della tecnocrazia europea Mario Monti. Sono questi personaggi e queste lobbies, dalle quali Aprile non ha mai preso le distanze, gli eredi ed i continuatori del Risorgimento, da loro celebrato trionfalisticamente solo due anni fa. Non la Lega Nord, che è piuttosto una delle espressioni del disagio creato dal Risorgimento e della pessima unificazione del Paese. Alla Lega, inoltre, va riconosciuto almeno di aver messo in discussione la retorica patriottarda del tricolore e di Garibaldi e di aver votato contro l’insegnamento obbligatorio nelle scuole dell’Inno di Mameli (cfr. LN Notizie 9/12). Quanto alla storia più recente, il sottosviluppo economico meridionale va ricondotto alla sua classe dirigente politica. Nei decenni del cosiddetto Intervento straordinario nel Mezzogiorno (1950-1993), il ceto politico meridionale ha scambiato la gestione dei flussi di finanziamento pubblici con i partiti nazionali (Dc, Pci, Psi, ecc.) e le grandi imprese del Nord. Questo scambio (risorse pubbliche usate per consolidare il proprio potere contro acquiescenza al potere dei partiti nazionali, della finanza e delle imprese del Nord) è continuato fino ad oggi. La Campania e Napoli – va detto a Pino Aprile – ultime negli indicatori economici di un Sud disastrato, sono state governate per 17 anni da Bassolino, la Calabria da Loiero, la Puglia (che Aprile presenta nei suoi libri come un modello) da Vendola; la Sicilia da Lombardo. Politici del Sud che hanno consentito lo smantellamento di quello che restava di apparato produttivo e di sistema di credito e che sono rimasti impassibili di fronte alla ripresa dell’emigrazione intellettuale. Con tutto questo la Lega Nord non c’entra, come non c’entrano Berlusconi, Tremonti, la Gelmini e gli altri bersagli preferiti di Aprile. A Gaeta, al termine del suo lungo intervento, Aprile ha illustrato il progetto di un giornale quotidiano che, a suo parere, sarebbe decisivo per la battaglia meridionalista. Ma al Sud servono anzitutto dei politici e dei quadri dirigenti professionali fortemente radicati nella cultura e nella tradizione meridionale, di cui il Regno delle Due Sicilie (che Aprile non nomina quasi mai) ha costituito il punto più alto. Un quotidiano potrebbe essere utile, ma a patto che a dirigerlo siano giornalisti senza pregiudizi ideologici, liberi da commistioni e complicità politiche e capaci di chiamare per nome corrotti e collusi. Tutti. Senza sconti per amici e compagni.
    (LN 61/13)


    Editoriale Il Giglio




    ...ennesima dimostrazione dell’esistenza di un’Italia spaccata già in due da decenni senza il minimo intervento da parte dei “salvatori” di destra o di sinistra di turno. E c’è ancora e pure chi indossa magliette verdi con la scritta “prima il Nord” o chi (ancora più colpevolmente) non indossa magliette ma giacche e cravatte e parla di questioni settentrionali…


    Lettera Napoletana/Sud: la protesta diserta le urne. Voto premia le forze anti-establishment at NUOVO SUD



    Dopodichè, la "lettera napoletana" citata da alfo mi sembra troppo appiattita sulle posizioni leghiste e nordiste.



    Si citano, in termini da lusinga, le "eccellenze" del nord:

    il partito della Lega nord - si, quella del trota, dei Salvini dei canti antinapoletani e dei Borghezio, dei Calderoli e dei Bossi (tre facce , tre garanzie);

    si cita la Mariastella (quella alla canna del gas) Gelmini - si, quella del tunnel tra la Svizzera e l'Abruzzo e dell'abilitazione presa a Reggio Calabria (quando i nostri giovani vanno all'estero senza paura di affrontare esami più severi);

    si cita Tremonti - si, quello mezzo beneventano e mezzo traditore (appunto mezza pura razza Piave), quello che con i fondi fas destinati alla povertà meridionale ha pagato le multe latte dei cialtroni lattari nordici;

    si cita il partito del nonno "nazionale" - si, quel signore che molesta ogni femmina che incontra, dai 18 (qualche volta anche meno) agli 80 anni, figlie del popolo e nipoti di capi di stato, caprette, cagnette, gattine e cavalle indifferentemente (da prode discendente degli antichi barbari longobardi).



    Personalmente faccio risalire le cause dell'arretratezza meridionale a precise volontà politiche determinate da 150 anni di governi a trazione nordista che hanno relegato il meridione a rango di colonia interna strumentale allo sviluppo del nord, dal 1861 a tuttoggi.


    Pino Aprile, con il grande successo e diffusione dei suoi libri, per primo è riuscito a far conoscere al grande pubblico alcune verità, da sempre note in taluni ristretti circoli intellettuali, ma ermeticamente taciute per 150 anni dalla storia ufficiale.

    Pino Aprile ha qualche simpatia per la sinistra?

    Non mi importa un caxxo!

    Mi importa quello che dice del sud.



    Destra e sinistra sono stati uguali a depredare il sud.


    Si dice che bisogna rinnovare la classe politica del sud?
    Si dice che se il sud è drammaticamente arretrato è per colpa dei suoi elettori che hanno scelto una classe dirigente di cialtroni?
    In parte è vero.
    Com'è anche vero, pero, che i cialtroni del nord hanno da sempre pagato e comprato i politici cialtroni del sud, come alcune vicende balzate agli onori della cronaca di questi giorni confermano.

    E poi, siamo proprio sicuri, ma sicuri sicuri, noi normali "sudditi", meridionali di contare qualcosa nella formazione di un parlamento costituito da "nominati" dallle segreterie di partiti i cui capi si trovano tutti al nord?


    Ma allora che ne facciamo del "dibattito politico"?


    Il dibattito politico potrà funzionare quando le due parti del paese si troveranno finalmente allo stesso livello, per infrastrutture, per servizi, per opportunità, per diritti. Ora non è così.

    E in queste condizioni è troppo facile per la parte più forte del paese condizionare finanche le scelte politiche del cittadino, fin dentro al segreto dell'urna.



    ...e il Monte dei paschi?

    e Lusi?

    e la regione lombardia?

    e la regione Lazio?

    e Monti e le banche?

    e Fiorito?

    e Belsito?

    e la famiglia Bossi?

    e Bassolino e Jervolino?

    e Silvio Berlusconi?

    Si arriva anche a scomodare il "partito d'azione" come ideale precursore di una sinistra faccendiera.


    Di tutto questo non mi importa un caxxo!

    Il dibattito nord-sud non può essere confuso con il dibattito destra - sinistra (ammesso che tale differenziazione conti ancora qualcosa in queso paese) perchè fa solo il gioco di chi ci depreda da 150 anni (come i "like" di taluni "ortodossi" leghisti confermano)



    Viste le condizioni del meridione, tali accostamenti (destra, sinistra, tutti uguali sono) e certi distinguo su chi ce l'ha più duro suonano all'"uomo della strada" ridicoli e sanno tanto di presa per il culo.
    E allora il "suddito" si arrabbia e finisce che vota Grillo (e Magari forse facendo anche più danno, o magari no...chissà).




    Concludo con le parole di Angelo Manna, grande patriota meridionale che aveva capito molto prima di Pino Aprile che la questione meridionale non ha colore politico.

    "...fischi contro pernacchi e siamo pari…Questo va per quello…per il Nord e per il Sud…La scabbia è triste, la tigna è pure peggio…"


    Quindi evviva Pino Aprile, anche se ha qualche simpatia a "sinistra".


    Evviva Angelo Manna, che, anche se parlamentare missino e quindi di destra, aveva capito tutto molto prima di Pino.



    sergente romano
    Ultima modifica di Sergente Romano; 03-03-13 alle 18:07
    …perché da greco libero a greco libero si è tramandata la notizia che il prode Leonida e i suoi trecento soldati, così lontani da casa, hanno dato la vita, non solo per Sparta, ma per tutta la Grecia e per la Civiltà.
    Noi siamo Greci…



  7. #7
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    Predefinito Re: Quello che non capisce Pino Aprile

    Ma veramente un meridionalista riesce, senza avere conati di vomito, a difendere la Lega?
    cioe' la lega (dalla sua classe dirigente sino all'ultimo dei suoi elettori) sputa veleno sul sud e sul meridione...si imputa contro il meridione esigendo che che i fondi Fas (destinati per il sud per vere emergenze) vengano spostati per le esigenze superflue del nord...non contenta fa spostare interi comparti finmeccanica dal meridione (sede storica) a Varese....e c'e' veramente chi, spudoratamente, facendo eventualmente finta di essere meridionalista fa il pelo e contropelo al mitico Aprile perche' osa dire pane al pane e vino al vino alla mai troppo disprezzata lega?
    attenzione signori, sto meridionalista evidentemente e' un infiltrato.
    Ultima modifica di venetoimpenitente; 03-03-13 alle 20:01
    I "sud tirolesi":"Noi non ci sentiamo padani perché abbiamo un patrimonio genetico basato sulla legalità, sulla convivenza, sul rispetto delle diverse tradizioni culturali purché non lesive della libertà altrui..."

  8. #8
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    Predefinito Re: Quello che non capisce Pino Aprile

    Citazione Originariamente Scritto da largodipalazzo Visualizza Messaggio
    Stronzate....ero presente a Gaeta, tutti gli spunti sono serviti per parlare della minorità del Sud. Quindi erano preamboli strumentali.....che ci azzeccava il MPS?
    DI altri argomenti ne ha parlato le volte passate.....o vogliamo sentire le stesse cose, all infinito sul risorgimento?
    Fazioso è questo editoriale.

    Personalmente Pino Aprile ha fatto un ottimo intervento....peccato che Alfo non fosse presente.
    ottimo Pino Aprile...come al solito
    I "sud tirolesi":"Noi non ci sentiamo padani perché abbiamo un patrimonio genetico basato sulla legalità, sulla convivenza, sul rispetto delle diverse tradizioni culturali purché non lesive della libertà altrui..."

  9. #9
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    Predefinito Re: Quello che non capisce Pino Aprile

    Citazione Originariamente Scritto da venetoimpenitente Visualizza Messaggio
    Ma veramente un meridionalista riesce, senza avere conati di vomito, a difendere la Lega?
    cioe' la lega (dalla sua classe dirigente sino all'ultimo dei suoi elettori) sputa veleno sul sud e sul meridione...si imputa contro il meridione esigendo che che i fondi Fas (destinati per il sud per vere emergenze) vengano spostati per le esigenze superflue del nord...non contenta fa spostare interi comparti finmeccanica dal meridione (sede storica) a Varese....e c'e' veramente chi, spudoratamente, facendo eventualmente finta di essere meridionalista fa il pelo e contropelo al mitico Aprile perche' osa dire pane al pane e vino al vino alla mai troppo disprezzata lega?
    attenzione signori, sto meridionalista evidentemente e' un infiltrato.
    non parlo della monnezza e del pus virulento, ops intendevo lega.....ma sia ben chiaro , che gli amici della lega sono a prescindere miei nemici.......
    Bravo Pino Aprile....

  10. #10
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    Predefinito Re: Quello che non capisce Pino Aprile

    Mi sembra alquanto sconclusionato questo editoriale de Il Giglio.
    Non capire che la lotta di liberazione non ha colore di destra, come sembra siano quelli del gliglio, nè di sinistra, come quelli di Pino Aprile, significa non capire che è stata l'Italia in sè, di qualsiasi colore, tra le più grosse disgrazie che siano mai capitate al meridione d'Italia.
    Comunque fortuna che largodipalazzo, che era presente, ci ha potuto dire come sono andate veramente le cose a Gaeta e di cui non si possono non quotare i messaggi, così come quelli di venetoimpenitente e sergente romano.
    A Pino Aprile il massimo che si può rimproverare è che resta un unitarista, non rendendosi conto, lui come altri, che finchè ci sarà l'Italia (lo stato della corruzione, del malaffare, degli egoismi, del ladrocinio ecc.) il Sud non avrà mai le condizioni necessarie per uno sviluppo sano ed eqiulibrato.
    Ma in tutto questo che colpa vogliamo dare a Pino Aprile se nel frattempo nessun meridionalista ha il carisma per mettersi alla guida di un movimento democraticamente rivoluzionario per il Sud?
    Se è la sua la voce più altisonante del meridionalismo odierno non gliene si può imputare una colpa.

    A proposito poi della lega nord che non avrebbe colpe.... perchè chi erano quegli antenati che ieri come oggi hanno depredato e sottomesso il Sud se non i loro predecessori.
    "Prima il nord"... sai che novità!

 

 

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    Di MaIn nel forum Regno delle Due Sicilie
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  3. Pino Aprile: Lassù al sud
    Di Avanguardia nel forum Socialismo Nazionale
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  4. Su Ballaro' quello che ne capisce di piu' è CRozza!
    Di Georgetown nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 59
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  5. Ecco quello che la Chiesa non capisce.
    Di Libdx nel forum Politica Nazionale
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