Nel mondo occidentale extra patto di Varsavia è stato spesso avanzato il problema della democrazia dei paesi socialisti. Questa bandiera è stata sventolata molto spesso da coloro che affamati di denari hanno messo le popolazioni del mondo "libero" sotto il giogo del capitale. Naturalmente si dice che la democrazia occidentale si fonda su partiti che liberamente vengono scelti dagli elettori. Ma è veramente così? In quale momento della storia italiana è arrivato al potere un partito realmente a favore del popolo? La nostra storia dimostra che la democrazia plutocratica ha sempre creato le condizioni affinché arrivassero al potere unicamente compagini politiche filo americano e preservatrici dello status quo industriale. Gli anni sono passati e la democrazia plutocratica ha distrutto prima il PSI per mano di Craxi e successivamente il PCI per mano di Occhietto. Ambedue i partiti sono stati diluiti fino a far scomparire la loro anima socialista. In questo modo la democrazia plutocratica ha ottenuto la sua vittoria totale portando la situazione politica e sociale indietro di 150 anni. A questo punto ci si trova con tre partiti-coalizioni principali che propongono in realtà la stessa cosa: la vittoria della razza padrona sul popolo e sul territorio.
La propaganda diceva che chiunque poteva diventare presidente. Presidente chiunque poteva diventarlo nella democrazia socialista. Nella democrazia socialista un diseredato divenne presidente e sconfisse il mostro nazista, il suo successore della falsa scarpa intimidatoria era figlio di agricoltore. Chi voleva diventare presidente della Unione Sovietica non doveva essere un servo dell'industria o di poteri stranieri. L'impegno civico e politico era premiato e non il cinismo e la fame d'oro. Alla fine le elezioni non esistono ma sono solo un modo per il potere costituito di rinvigorirsi, mutare pelle e ritornare sempre più forte e violento.