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MarinoBuia
toh, se ne sono accorti...
Fassina: nomina di Cabras inopportuna, interverremo
di Giampiero Di Santo
Bersani ha altro da fare e anche il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, è impegnato nella trattativa per fare nascere il governo Ma la vicenda dell'ancora senatore del Pd, Antonello Cabras, pronto tra meno di 15 giorni a balzare sulla poltrona di presidente della fondazione Banco di Sardegna è diventata, da notizia di cronaca locale, questione nazionale.
Tanto che, mentre nell'isola monta la protesta di cui ItaliaOggi ha dato conto sabato scorso, ormai è chiaro che senza un'immediata sterzata rispetto alla direzione finora seguita, gli uomini del Nazzareno rischiano davvero di andare a sbattere contro un muro e di perdere ancora un mare di voti in favore del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Ecco perché Fassina e gli uomini del segretario, Pier Luigi Bersani, sono pronti a intervenire. Come spiega il responsabile economico del partito, che rivela contatti tra Roma e Cagliari per sbrogliare una matassa che rischia di complicare ancora, se mai ce ne fosse bisogno, la vita già abbastanza travagliata del Pd. Fassina, in particolare, ritiene davvero la designazione di Cabras ai vertici della Fondazione che controlla ben il 49% del Banco di Sardegna spa in società con il Banco popolare dell'Emilia Romagna, che detiene la maggioranza assoluta con il 51% del capitale. «Dico subito che la nomina di Cabras è inopportuna», sottolinea Fassina in risposta a una domanda di ItaliaOggi. «Certo, si tratta di una persona di qualità elevata, ma credo sia necessaria una netta separazione tra l'attività politica e le presidenze delle fondazioni.Passaggi diretti da un campo all'altro non aiutano ad assicurare quell' indipendenza che invece è necessario garantire». I vertici del Nazzareno, insomma, non sembrano intenzionati a mantenere la questione in ambito regionale, sia perché il Banco di Sardegna, con la sua storia, è tutt'altro che un istituto di credito locale, sia perché la vicenda del Monte dei Paschi di Siena, con tutte le sue conseguenze sul piano politico ancora prima che giudiziario, brucia ancora. «Mah, stiamo sentendo il partito sardo e certamente non è vicenda che ha carattere locale, per l'importanza della Banca e dell'isola», sottolinea ancora il responsabile economico del Pd, «anche a prescindere dalla questione Mps. Abbiamo ben chiara la necessità di tenere separata la politica dalle fondazioni. Proprio noi che continuiamo a ritenere importante il ruolo degli enti, ma siamo anche favorevoli a un alleggerimento della posizione delle fondazioni nel capitale delle banche. Quelle che hanno partecipazioni prevalenti devono adempiere allo spirito della legge». Fassina, che annuncia anche, una volta trovata una soluzione alla complessa partita della formazione del governo, una imminente « presa di posizione ufficiale del Pd sulla vicenda del Banco di Sardegna», risponde così non soltanto ai malumori della base e di molti esponenti di punta del partito sardo, come il già deputato e docente universitario Guido Melis, ma anche a due big del calibro di Arturo Parisi, uno dei fondatori del Pd, e Mario Segni, che hanno sollevato una serie di interrogativi sui rapporti tra Fondazione e banca. Il già ministro della difesa nell'ultimo governo Prodi, in particolare, ha detto al Sardinia Post a proposito della ventilata nomina di Cabras: «Non credo che l'aver svolto funzioni politiche possa essere considerato di per sé un motivo di esclusione per nessuno. Ma è evidente che ci sono funzioni che non si possono svolgere contemporaneamente perché riferite ad interessi che non debbono essere confusi. Per lo stesso motivo bisogna evitare che mentre si svolge una funzione ci si esponga alla tentazione di servire l'interesse di un'altra. Da qui la necessità almeno di una evidente discontinuità. E comunque non è bene che troppe cariche finiscano nelle mani delle stesse persone anche se queste fossero di qualità indiscussa. Conflitto di interessi e concentrazione del potere sono da sempre le patologie più gravi della politica».
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