Dietrofront di Calderoli: «Nessuno
ha mai parlato di gabbie salariali»


MA LA PADANIA TITOLA IN PRIMA PAGINA «È TEMPO GABBIE SALARIALI»


MILANO - «Nessuno ha mai parlato di gabbie salariali». Tremonti «ha parlato di buste paga parametrate al costo della vita». Lo ha detto a Sky Tg24 il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli dopo che le sue parole martedì a commento dello studio di Bankitalia sul costo inferiore della vita al Sud hanno suscitato molte polemiche. «Nessuno - ha proseguito - vuole riportare le gabbie salariali. È chiaro che è un discorso di contrattazione, ma è evidente che se noi ci impegniamo a recuperare il gap infrastrutturale fra nord e sud. Alla fine della contrattazione dovrà essere diversificato rispetto al territorio; è chiaro che il costo della vita deve poter incidere su quello che è il potere di acquisto».

LA PADANIA - Oggi la prima pagina de «La Padania», diretta da Umberto Bossi, apre a tutta pagina con il titolo: «È tempo di gabbie salariali». A pagina tre, poi, un articolo sottolinea che «Bankitalia "benedice" le gabbie salariali». In un box, inoltre, si spiega che si tratta di una «Battaglia storica del Sindacato Padano» e si chiarisce: «Si chiamino gabbie salariali o, come preferisce Umberto Bossi, salari territoriali» la battaglia a favore di questo strumento «è nel dna del Sindacato padano come il federalismo lo è per la Lega». Peraltro, lo stesso Bossi (pur preferendo appunto la dizione 'salari territorialì) ha più volte parlato espressamente di gabbie salariali: lo scorso 4 giugno a Milano («Stiamo preparando le gabbie salariali e cioè dei salari che tengano conto del costo della vita») ed ancora il 17 giugno in una intervista a «Il Giornale».

ROTONDI, GABBIE IDEA - «Il ministro Calderoli ha fatto solo una osservazione attenta sulla questione delle buste paga parametrate al costo della vita. Le gabbie salariali, tra l'altro, sono un'idea vecchia come onestamente è vecchio tutto il dibattito su Nord e Sud», dice Gianfranco Rotondi, ministro per l'Attuazione del programma di governo. «Penso che sia il momento di costruire una pattuglia di intelligenze di varia estrazione culturale per individuare piste meno banali per il rilancio del Sud - aggiunge -. Sarò questo il senso della commissione modello Attali che insedierò a costo zero presso il mio ministero. Ne faranno parte personalità di tutte le tendenze politiche perché sul Sud occorre unità di tutti i protagonisti istituzionali, governi, comuni, province, regioni». Rotondi dice di aver chiesto all'ex presidente Ciampi di presiederla, «ma non ho ottenuto la sua disponibilità - aggiunge - e perciò il progetto si era rallentato. Dopo le ferie presenterò il parterrè che sarà di assoluta autorevolezza».

CONFINDUSTRIA: DANNO RIGIDITÀ - «La verità è che il nostro Paese ha necessità di adattamento e flessibilità. Qualunque intervento possa creare rigidità e, dunque, anche le gabbie salariali, non va bene». È il giudizio netto di Luca Paolazzi, direttore del Centro studi di Confindustria, favorevole invece al salario differenziato che «è una cosa completamente diversa» perché «nasce da un mercato del lavoro - spiega in una intervista sul Messaggero - che tiene conto delle differenti condizioni. Per esempio, maggiore o minore disoccupazione, maggiore o minore produttività. E proprio per questo - sottolinea Paolazzi - è stata realizzata la riforma dei contratti». Secondo il direttore del Centro studi, la contrattazione deve essere però «a livello aziendale e non territoriale», ossia «dove si forma la dinamica della produttività. Quindi, più spazio daremo alla contrattazione aziendale, minori - assicura - saranno le storture relative al costo della vita». Peraltro, dice Paolazzi, il salario differenziato dovrebbe valere anche per i pubblici dipendenti: «Il Sud per essere messo a regime ed avere un reddito pro capite che si avvicini a quello del Nord - osserva - avrebbe bisogno di tre milioni di posti di lavoro, non centomila o duecentomila. E questo risultato si può ottenere soltanto attraverso la capacità di rispondere del mercato».
Dietrofront di Calderoli: «Nessuno ha mai parlato di gabbie salariali» - Corriere della Sera