Osservando i bambini e gli adolescenti di oggi, mi è capitato di riflettere sulla diversità, che emerge marcatamente, tra il loro modo di comportarsi e quello dei giovani di qualche anno fa.
In molti casi sembra che non esistano più regole da rispettare e tanto meno il rispetto nei confronti degli altri, a vantaggio del “tutto è concesso” e “faccio come voglio”.
Sicuramente la cause di tutto questo partono da lontano e ne siamo un po’ tutti responsabili, dalle famiglie, alla scuola, ai mass media e altro.
Per anni si è respirato troppo permissivismo e ora ne stiamo subendo gli effetti.
Il compito dell’educare è un compito difficile, perché richiede fermezza e coerenza e spesso è più facile lasciar fare…
L’educare non si esaurisce di certo nel trasmettere una manciata di buone maniere, ma il percorso va ben oltre, fino a toccare la formazione della personalità dell’individuo, con l’acquisizione di quei doveri e quei valori morali, che stanno alla base delle relazioni sociali.
Certamente il ruolo fondamentale spetta alla famiglia, per estendersi alla scuola e agli altri personaggi che ruotano intorno al ragazzo durante la sua crescita.
Purtroppo, nella nostra società, per motivi vari, il genitore è spesso assente (e non solo fisicamente) e questo ha contribuito a creare dei vuoti intorno ai propri figli ed in questi spazi si sono inseriti, indisturbati, televisione, videogiochi, internet, proponendo modelli comportamentali diversi dalla realtà e lontani dalle regole della corretta convivenza, il tutto senza nessun controllo.
I ragazzi sono spesso soli, senza una guida e dei punti fermi, disorientati, fragili, incapaci di distinguere il lecito dal non lecito e liberi di legittimare comportamenti trasgressivi in qualsiasi contesto.
Forse dovremmo tentare di colmare questi vuoti educativi, magari recuperando un po’ di rigore, per ridare ai nostri giovani qualche strumento in più per riuscire a discernere ciò che è bene da ciò che è male.