"Chi non fa inchieste, non ha diritto di parola" Mao
Lettera aperta ai Comunisti per una Sinistra Popolare
Vorrei partire dall’analisi della sconfitta politica dell’Arcobaleno prima, e di quella delle europee e amministrative poi.
A questo proposito è utile distinguere il fallimento politico in senso rappresentativo (soglia minima di consenso sempre conseguito) da quello di effettiva rappresentatività degli interessi di classe (in senso lato del concetto).
Ora, se facciamo questa distinzione vediamo che la sconfitta politica della rappresentatività degli interessi di classe non coincide con quella del “consenso minimo sempre raggiunto” che chiamo consenso rappresentativo, perché la prima avviene molto prima e già all’atto di nascita. La forma del consenso rappresentativo non ha rappresentato la sostanza della rappresentanza degli interessi di classe per una serie di ragioni che hanno sempre dilaniato la socialdemocrazia da Kautsky fino a
Berlinguer, e che non poteva sciogliersi se non con una riformulazione di tutta l’ortodossia marxista che ha permeato e logorato le energie del comunismo, che avrebbe dovuto portare alla transizione
dal socialismo verso il comunismo. Il crollo del comunismo storico del novecento (1917-1991) non è avvenuto per opera dello spirito santo
( papa Giovanni Paolo II ), ma più prosaicamente sulle contraddizioni conosciute e volutamente taciute da una elite comunista ortodossa ( la corsa a chi è più comunista è lo sport preferito dei falsi comunisti e ne ho conosciuti molti morti di infarto agonistico-politico).
Il problema non è quindi dichiararsi comunista e neppure quello di spostare il discorso politico sul personale ( anche se, per quanto mi riguarda, il personale è politico) per il semplice motivo che questa pratica è stata da tutti abusata e ha pagato in riciclaggio politico (per fare un esempio,
Alessio D’Amato, comunista doc, vero compagno, segretario di federazione, consigliere alla Regione Lazio, fondatore del progetto Rosso-Verde che gli è servito per un posto al PD), e che, quindi, ci porterebbe nella poltiglia politica e non ci farebbe avanzare nel progetto dell’analisi e delle risposte.
Il problema oggi è quello di come essere “attuazionisti”, ovvero di come rendere reale un’esigenza di classe che, al momento, è solo percepita vagamente e quindi non compresa. Si tratta di sapere qual è il soggetto rivoluzionario oggi, dopo che si è constatato non essere la classe operaia ( anche se Marx non ha mai detto che la classe operaia fosse il soggetto capace di rivoluzionare i rapporti di forza ma semplicemente (per modo di dire) il lavoratore collettivo cooperativo associato dall’ingegnere all’ultimo manovale insieme al general intellect , inteso come potenza del sapere
tecnico) e neppure, come aveva giustamente intuito Lenin, il partito politico organizzato.
Per questo non è sufficiente spingere sullo scontento della gente perché si trovano scontenti in tutte le classi sociali ( e vediamo che molti comunisti scontenti preferiscono votare la Lega).
Fintanto che il comunismo rimane una dottrina esposta interamente a parole si risolverà sempre in un tradimento di classe (una falsa rappresentanza parlamentare se va bene, altrimenti nell’ennesimo
riciclaggio).
Fino a quando non cominceremo a pensare noi stessi come padroni del nostro destino (ovvero come produttori e non come semplici consumatori) non faremo nessun avanzamento concettuale e sociale e saremo condannati a vivere più per gli altri che per noi stessi.
La falsa contrapposizione (falsa coscienza) tra Io e NON-IO si deve risolvere tra la piena identità di soggetto e oggetto (il produttore è anche padrone della sua produzione).
Com’è possibile che il PDCI, Rifondazione e Socialismo 2000 si siano alleati con i Consumatori Uniti? Non credo che sia solo una questione di puro interesse (per me l’interesse è un concetto nobile e un’arma da non sottovalutare in mano allo sfruttato) elettorale ma vi sia una ragione più
profonda che è quella di aver introiettato la propria subalternità alla produzione, una rivendicazione passiva verso i proprietari dei mezzi di produzione e di non concepirsi come produttori.
Si è definitivamente realizzata la coscienza del consumatore, che non può che essere coscienza supina incapace di azione concreta, ovvero di attuazione della propria libertà dal bisogno indotto e mercificato.
Segue http://comunitarismo.it/Lettera%20ap...20Popolare.pdf
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