Elezioni Politiche 2013 20/03/2013 - Il centrosinistra
Il bivio di Bersani, subito in campo o largo a un esploratore
Prende corpo l’ipotesi di rinviare l’incarico al segretario e mandare avanti qualcun altro per sondare i partiti
Non è un ripensamento. E nemmeno un passo indietro. Per ora è solo una riflessione sulla via migliore per raggiungere l’obiettivo, che resta lo stesso: un governo-Bersani che coniughi la responsabilità reclamata dalla difficile situazione del Paese con il cambiamento chiesto dagli elettori.
Pier Luigi Bersani ne ha parlato ieri a lungo con Bruno Tabacci, l’amico-alleato leader del Centro democratico. «Ma questa ipotesi - racconta Rosy Bindi - l’aveva ventilata anche alcuni giorni fa»: e l’ipotesi - tutta da discutere e valutare con Giorgio Napolitano - consisterebbe nel rinviare l’incarico e la «discesa in campo» del leader Pd a dopo l’esplorazione di un presidente incaricato di registrare (e magari ammorbidire) le posizioni dei diversi partiti in campo.
Non si tratta di una decisione. O, almeno, non ancora. «Io registrerei questa ipotesi, questa possibilità - consiglia Stefano Di Traglia, portavoce del segretario - circondandola di condizionali e formule dubitative». Ma nemmeno Di Traglia smentisce il fatto che la riflessione sia in corso. Bruno Tabacci, invece, annota: «Parliamoci chiaro: ora come ora, il tentativo di Pier Luigi sembra non poter avere altro epilogo che il fallimento. E perchè dovremmo bruciare così una ipotesi di soluzione che, con approfondimenti e tempi più distesi, potrebbe invece andare in porto?».
Ad approfondire e distendere i tempi - ad esplorare, insomma, le possibilità di dar vita ad un nuovo governo - potrebbe essere Pietro Grasso, neo presidente del Senato. Un paio di giorni per sondare umori e progetti dei diversi partiti, quindi il ritorno al Quirinale per il resoconto di quanto registrato. E a quel punto... A quel punto la storia sarebbe tutta da scrivere, e un copione preciso ancora non c’è. A seconda di quel che il presidente Grasso avrà udito dalle forze politiche e riferito a Napolitano, gli scenari - infatti - potrebbero moltiplicarsi. E di fronte ad una situazione che si confermasse di stallo assoluto, non sarebbe nemmeno da escludere l’ipotesi che il Capo dello Stato decidesse di favorire un leggero anticipo nell’elezione del suo successore: permettendo dunque al nuovo presidente di indirizzare, se possibile, la crisi verso una soluzione.
Ma questo è quel che potrebbe maturare - se mai maturerà - tra oggi e domani alle 18, quando la delegazione Pd sarà ricevuta da Giorgio Napolitano al Quirinale: quel che si vedeva e si ascoltava ieri, invece, era il film i cui fotogrammi continuano a scorrere, sempre uguali, fin dal martedì del dopo-voto. «Il Pd non cambia linea: andrà alle consultazioni - ha ripetuto ieri Bersani - con la proposta votata dalla Direzione» (incarico al segretario del Pd per un governo con il Movimento Cinque Stelle e mai con Berlusconi). È l’ipotesi che va per la maggiore, tanto che i bookmakers (in Italia e all’estero) quotano a 1,80 un esecutivo a guida Bersani, a 10 una riedizione del governo di Mario Monti e addirittura a 22 un ritorno di Silvio Berlusconi a palazzo Chigi.
Tra oggi e domani, però, i primi nodi saranno sciolti. La situazione - va detto - resta confusa e bloccata, soprattutto dalle parti del Movimento Cinque Stelle, sui cui voti Pier Luigi Bersani non fa mistero di puntare per riuscire nella sua impresa. Ma i Cinque Stelle non paiono schiodarsi dal loro no. E ieri Claudio Messora - inviato a Roma da Grillo per curare la comunicazione dei senatori «grillini» - lo ha ripetuto, usando un’immagine che forse non sarebbe dispiaciuta allo stesso leader Pd: «Il Movimento non darà mai la fiducia ad un governo guidato da lui, Bersani: nemmeno se adotta il nostro programma - ha ammonito Messora - e nemmeno se cammina di notte sui ceci».
Camminare di notte sui ceci... Immagine che non ha lo stesso fascino criptico del «c’è chi preferisce un passerotto in mano piuttosto che il tacchino sul tetto», ma certo si inserisce nello stesso genere: parlar per metafora quando il parlar chiaro rischia di esser troppo duro. Ma nonostante i ceci e i tacchini, l’ora della chiarezza sta per scoccare. O, almeno, è quel che finalmente si spera...
La Stampa - Il bivio di Bersani, subito in campo o largo a un esploratore