Originariamente Scritto da
Roberto il Guiscardo
Pensioni: renderle completamente libere.
La pensione, cioè quella rendita che ognuno di noi amerebbe avere alla fine della propria vita lavorativa, è una cosa troppo importante per farla gestire allo Stato.
Detta così, sembrerebbe una stramberia, ma in realtà, constatando quanto questo Stato sia stato inetto e corrotto nello sperperare i denari dei cittadini, ha in se una sua forza critica di natura apodittica. Insomma, passano gli anni, cambiano i governi, i politici continuano a rubare come e più di prima, lo Stato non assolve ai suoi obblighi di debitore, e noi stiamo ancora a sollazzarci con i contributi previdenziali dati in mano a istituzioni che possono da un anno all'altro farteli sparire come in uno squallido gioco delle tre carte..?
No. La pensione, come si diceva, è cosa troppo importante per farla gestire dallo Stato. ogni cittadino deve essere libero di gestirsela come e più gli aggrada, all'interno di limiti rigorosamente (quelli sì!) stabiliti per legge e validi per ognuno. Questo è l'unico modo per poter garantire ad ogni cittadino, al di là delle sue peripezie lavorative, una pensione dignitosa che gli consenta di vivere il proprio finale di vita senza essere costretto a mendicare l'aiuto di nessuno.
Ma come è possibile realizzare tutto ciò?
La mia proposta è questa:
1 - abolire i contributi previdenziali dalle buste paga dei lavoratori dipendenti e dalle fatture dei lavoratori autonomi e professionisti
2 - obbligare tutti i cittadini, lavorino o meno, ad iniziare ad investire in un fondo previdenziale personale, gestito autonomamente dallo stesso cittadino, a partire dalla maggiore età, vale a dire 18 anni, versando in questo fondo una somma minima, che in linea di massima, potremmo stabilire in euro 3000 annui. Resta inteso che le somme accumulate restano di esclusiva proprietà del versante e a sua completa disposizione, entro i limiti stabiliti da apposita legge che regolerà questi versamenti. Nessuno, all'infuori del cittadino versante, potrà disporre di queste somme, fino a quando, allo scadere del sessantacinquesimo anno di età, lo stesso cittadino non sarà nella condizione di poterne disporre per trasformare il capitale accumulato in una rendita vita natural durante, utilizzando le tante proposte finanziarie che troverà al momento in vigore.
3 - dare la possibilità al cittadino di poter cambiare il gestore del proprio fondo previdenziale in qualsiasi momento egli decida di farlo, a suo esclusivo e insindacabile giudizio, in base a sue libere valutazioni. In questo modo potrà ricavare dal suo fondo il miglior rendimento offerto sul mercato.
4 - rendere questi versamenti deducibili al 100% dal reddito lordo annuo ai fini delle imposte dirette.
5 - Lo stato dovrà impegnarsi per ogni cittadino, allo scoccare del diciottesimo anno di età, ad offrirgli un lavoro part-time che consenta a detto cittadino un reddito almeno pari alla somma annua da versare nel fondo previdenziale, collocandolo nel settore degli impieghi pubblici di ogni tipo e che rispecchino la preparazione e la predisposizione del ragazzo stesso, lasciandogli altresì il tempo di poter continuare gli studi, sia di secondo grado che universitari. A corollario di ciò, l'intero ordinamento universitario andrà modificato per dar modo agli studenti di lavorare e nello stesso tempo di frequentare gli studi e dare gli esami, ad esempio sviluppando al massimo grado gli studi ON LINE, con lezioni via internet, in diretta e/o registrate, come già viene fatto da anni con le Università ON LINE.
Questa proposta si pone vari obiettivi:
1 - quello di dare modo a ognuno di costruirsi una previdenza che sia libera dalle vicissitudini lavorative del contribuente, e la certezza di ricevere, al 65° anno, una pensione sicura.
2 - aiuterebbe i giovani ad entrare nel mondo del lavoro subito, a partire dall'inizio della maggiore età, emancipandoli dalla famiglia e favorendone l'indipendenza e l'intraprendenza, valori importanti non solo per i singoli cittadini, ma per la nazione intera. Una nazione i cui cittadini abbiano capacità di intraprendere è certamente più ricca di una nazione i cui cittadini restano improduttivi fino a età troppo inoltrata per chiamarli ancora giovani.
3 - aiuterebbe la formazione giovanile affiancando agli studi teorici l'esperienza lavorativa, favorendo la creazione futura di nuove imprese
4 - il costo del lavoro si ridurrebbe, in quanto verrebbe alleggerito dai contributi previdenziali obbligatori.
Resta da chiarire quanto debba durare questo periodo in cui lo Stato aiuta il giovane cittadino ad entrare nel mondo lavorativo: potrebbe essere fino ai 25 anni, oppure fino ai 30, questo è da stabilirsi. Io sarei per farlo durare fino al termine degli studi universitari e in ogni caso fino al 25° anno di età. Sarebbero quindi 7 gli anni di vita in cui il cittadino disporrà di questa possibilità di lavoro pubblico part-time, e 7 anni potrebbero essere sufficienti per poter poi entare nel mondo del lavoro indipendente, con un adeguato bagaglio di esperienze e conoscenze, con una abitudine acquisita al lavoro, e oltretutto avendo già 7 anni di versamenti nel proprio fondo previdenziale.
la filosofia potrebbe essere in prospettiva quella di eliminare del tutto, nel campo del lavoro pubblico, la figura del lavoratore dipendente pubblico full-time e sostituirla con soggetti a part-time al fine di ampliare quanto più possibile l'area dei cittadini che possono godere di questo diritto. In fondo lo Stato siamo noi, ed è giusto che non ci siano cittadini "privilegiati" che abbiano un lavoro pubblico a vita. In tal modo tutti i cittadini potranno aspirare a lavorare per lo Stato e per gli altri enti pubblici, per un tempo determinato e in modo da poter svolgere altre attività, come lo studio oppure un secondo lavoro.
resta solo da quantificare questo discorso. facendo un ragionamento molto a braccio, se parliamo di almeno 10 milioni di giovani dai 18 ai 25 anni, assicurando loro un compenso minimo di 3000 euro l'anno (giusto l'importo da versare nel fondo providenziale), gli si potrebbe assicurare un part-time di circa 2 ore giornaliere, per un importo complessivo di 30 miliardi di euro l'anno. Ma non sarebbe un esborso ulteriore rispetto alle spese attuali, bensì tale esborso verrebbe coperto da una analoga riduzione dei posti attuali a full-time; riduzione che potrebbe avvenire con gradualità, sfruttando il blocco del turn-over.
E' una proposta che sicuramente ha tanti difetti. la metto qui nella speranza che questi difetti vengano fuori e sia possibile migliorarla. Altrimenti abbiamo scherzato e amici come prima.