La procura della Corte dei Conti presume danni erariali nell'affidamento dei lavori della nuova sede della Regione all'archistar Fuksas. Le procedure sarebbero irregolari: il progetto iniziale era previsto su un'altra area di Torino
Tutta la vecchia giunta regionale di centrosinistra guidata da Mercedes Bresso è sotto indagine per l’affidamento dei lavori della nuova sede della Regione Piemonte, il grattacielo progettato dall’archistar Massimiliano Fuksas in fase di costruzione nell’area ex Avio. Ventotto comunicazioni giudiziarie, tra amministratori e dirigenti (in primis Maria Grazia Ferreri e i tecnici della sua direzione). In verità, si tratterebbe di un provvedimento necessario per impedire la prescrizione, in attesa di accertare le responsabilità formulate a carico dei vari soggetti. A disporre indagini nei confronti della presidente e di tutti i membri dell’esecutivo che tra il 2005 e il 2010 hanno composto l’organo di governo è la Procura della Corte dei Conti del Piemonte nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Corrado Croci. L'unica a farla franca sarebbe Giuliana Manica, solo perchè assente nelle sedute in cui sono state approvate le tre delibere contesate dalla magistratura contabile.Nel mirino degli inquirenti, che sospettano un danno erariale ai danni dell’ente, è la mancata messa a bando della gara per l’assegnazione dell’esecutività dei lavori, che invece sarebbe avvenuto prendendo semplicemente atto dell’esito della gara di progettazione, nonostante che quest’ultimo si riferisse a un progetto destinato su un’area diversa – il Campo Volo – da quella poi individuata nel piano definitivo.
L'ex presidente con i suoi assessori è corsa ai ripari, incaricando della difesa l'avvocato Marco Casavecchia. Nel suo studio lunedì scorso si è svolta una prima riunione volta soprattutto a produrre la necessaria documentazione per attivare cautelativamente la polizza assicurativa stipulata a suo tempo dall'amministrazione. Raggiunta telefonicamente a Parigi dallo Spiffero Bresso si dichiara assolutamente serena sull'operato della sua amministrazione, ricostruendo le diverse fasi, a partire dalla necessità di mutare la collocazione, scelta costretta dai limiti di cubatura del Comune di Torino. "Ogni atto è stato compiuto seguendo con scrupolo le procedure, suffragate dal parere degli uffici e di autorevoli consulenze legali. Non abbiamo nulla da temere e al momento opportuno spiegheremo nel dettaglio ogni nostra azione improntata a regole di buona amministrazione".
Grattacielo, indagata la giunta Bresso - Lo spiffero, quello che gli altri non dicono