referendum sul finanziamento delle scuole paritarie e comunali

[Maria Vittoria]

In Maggio 2013 a Bologna si terrà una prova generale per verificare il consenso costruito per destinare a istituti privati denaro ottenuto tassando i contribuenti.

Esistono due Comitati sull'argomento: uno è il Comitato Promotore che consiglia di votare l'opzione A - favorevole a destinare i soldi pubblici alla sola scuola pubblica - l'altro è il Comitato che rappresenta gli Istituti riconosciuti paritari e che consiglia la scelta B.

Poiché entrambi i Comitati sono d'area PD vorrei leggere opinioni sull'argomento in questa sede.

Non ho capito a quale fascia d'età si fa riferimento: spero sia quella dell'istruzione dell'obbligo - altrimenti perché destinare risorse pubbliche a qualcosa di opzionale ? -.

Grazie comunque per l'attenzione

[Chinasky]

Si tratta solo degli asili nidi e delle scuole materne (bambini fino a 5 anni).
Gli slogan del comitato articolo 33, che vuole abolire il finanziamento alle paritarie, vanno da "Scuola statale Bene comune" a "L'istruzione non è una merce. La scuola non è un'azienda".
Populismo e demagogia, anche a sinistra, non sono mai mancati.

[Maria Vittoria]

Si tratta solo degli asili nidi e delle scuole materne (bambini fino a 5 anni).
Gli slogan del comitato articolo 33, che vuole abolire il finanziamento alle paritarie, vanno da "Scuola statale Bene comune" a "L'istruzione non è una merce. La scuola non è un'azienda".
Populismo e demagogia, anche a sinistra, non sono mai mancati.

Il problema è che obiettivamente le istituzioni devono finanziare la scolarizzazione dell'obbligo - dai 6 ai 18 anni - .

Finanziare dei parcheggi infantili non rientra negli obblighi della pubblica amministrazione e non risolve comunque i problemi di gestione di chi deve crescere uno o più minori dal concepimento in poi.

[Monsieur]

Si tratta solo degli asili nidi e delle scuole materne (bambini fino a 5 anni).
Gli slogan del comitato articolo 33, che vuole abolire il finanziamento alle paritarie, vanno da "Scuola statale Bene comune" a "L'istruzione non è una merce. La scuola non è un'azienda".
Populismo e demagogia, anche a sinistra, non sono mai mancati.

Mi sembrano tutti slogan molto giusti, non vedo cosa c'entrino populismo e demagogia, semmai più la Costituzione.

[Maria Vittoria]

Dai 6 anni si possono formare classi, mentre dagli zero ai cinque anni ogni adulto riesce a seguire in sicurezza da uno a tre bimbi al massimo - a causa sia dell'incapacità dei piccoli di autogestioni e della loro impossibilità a spiegarsi in modo ragionevole o a socializzare -.


La pubblica amministrazione deve garantire finanziamenti e controllo riguardo ciò che è obbligatorio, non riguardo ciò che essendo privato deve restare libero e opzionale.

Certo, qualora la società potesse permettersi l'offerta di servizi gratuiti anche nella sfera opzionale e non obbligatoria se ne potrebbe discutere ...

[Maria Vittoria]

Si tratta solo degli asili nidi e delle scuole materne (bambini fino a 5 anni).
Gli slogan del comitato articolo 33, che vuole abolire il finanziamento alle paritarie, vanno da "Scuola statale Bene comune" a "L'istruzione non è una merce. La scuola non è un'azienda".
Populismo e demagogia, anche a sinistra, non sono mai mancati.

definire "scuola" il nido e la materna genera solo confusione e una assurda lievitazione dei costi.

[Gdem88]

Più che slogan demagogici, io direi slogan ideologici. Anch'io, messo di fronte alla scelta astratta "vuoi finanziare le scuole pubbliche o quelle private?" direi scuole pubbliche, ma se poi guardo alla realtà in Italia vedo ad esempio migliaia di comuni che senza le scuole materne e i nidi "parrocchiali" non avrebbero abbastanza servizi per l'infanzia o non li avrebbero affatto. Lo stesso può dirsi per una grande città, dove sicuramente chiudere questo tipo di scuole vorrebbe dire lasciare interi quartieri senza servizi. Queste scuole, e parlo di materne e nidi, sono spesso dei punti focali per le comunità dove sono insediate. Non penso che i finanziamenti che si danno alle scuole paritarie basterebbero per colmare i vuoti con le scuole pubbliche, che andrebbero anzitutto edificate dove non esistono con costi di certo non secondari. Per non parlare poi delle spese del personale e di tutti gli annessi e connessi....un aumento dei costi fissi per i bilanci comunali sempre più poveri.

[Gdem88]

definire "scuola" il nido e la materna genera solo confusione e una assurda lievitazione dei costi.

Maria Vittoria, la tua visione "liberale" è sicuramente legittima, però non la condivido perchè risponde ad una idea di stato minimo e residuale che sinceramente non è la mia....ritengo che lo Stato abbia anche il dovere di provvedere ad aiutare le famiglie con i figli in età infantile pre-scolare. Questo anche come dovere verso le donne, che devono poter conciliare tempi di lavoro e tempi di vita senza rinunciare alle proprie carriere ed aspirazioni ( ricordiamoci che la questione femminile in Italia è apertissima sia nel mondo del lavoro che delle classi dirigenti, e se non ci fosse l'aiuto dei nonni la cosa sarebbe ancora più grave). Che poi ci possa essere anche un buon apporto di privati con progetti ad esempio di asili aziendali questo è sicuramente vero, ma la rinuncia completa ad avere un ruolo dello Stato in questo frangente non mi convince.

[Chinasky]

Esattamente il discorso che fa Gdem (grande come al solito!): : in tempi di spending review, con 1 milione di euro alle paritarie il comune di Bologna ne risparmia 10, e dà posto a più di 1700 bambini; in pratica si tratta di un contributo annuale per bambino di 600 euro, a fronte di un costo annuo sostenuto dal Comune per ogni bambino della scuola dell'infanzia comunale pari a 6.900 euro.
Certo, come concetto siamo tutti d'accordo nel voler tutelare la scuola pubblica, ma l'applicazione pratica di un concetto deve prevalere sulla semplice astrazione.

[Monsieur]

Esattamente il discorso che fa Gdem (grande come al solito!): : in tempi di spending review, con 1 milione di euro alle paritarie il comune di Bologna ne risparmia 10, e dà posto a più di 1700 bambini; in pratica si tratta di un contributo annuale per bambino di 600 euro, a fronte di un costo annuo sostenuto dal Comune per ogni bambino della scuola dell'infanzia comunale pari a 6.900 euro.
Certo, come concetto siamo tutti d'accordo nel voler tutelare la scuola pubblica, ma l'applicazione pratica di un concetto deve prevalere sulla semplice astrazione.

E questo miracolo come si spiega?