a me interessa che vanno a chi alle aziende e agli imprenditori che da nord a sud hanno bisogno.
a me interessa che vanno a chi alle aziende e agli imprenditori che da nord a sud hanno bisogno.
IL BACICCIA E' BULICCIO
Bossi, un disastro, una mente contorta e dissociata, un incidente della democrazia italiana, uno sfasciacarrozze con il quale non mi siederò mai più allo stesso tavolo.
(Silvio Berlusconi, 1994)
è universalmente noto che gli appalti pubblici sono sistematicamente gonfiati di un ordine di almeno 5 volte, sotto l'occhio vigile di controllori perennemente in pausa caffè
appalti il più delle volte messi in piedi con l'unico scopo di far fare un po' di passerella elettorale all'amministratore di turno
lo vediamo tutti i santi giorni
ma è più comodo cicalecciare su sabaudi e compagnia bella, tanto alla fine le cose vengono accomodate col solito dissanguamento del contribuente
sinistri, siete dei luridi da vomito, fatevene una ragione
E vedi un po' se il berlusca non si è comportato alla stessa maniera nel novembre del 2011...? Vista la mala parata, ha mollato baracca e burattini e si è nasconto dietro il governo Monti. Poi, quando le acque si sono un po' calmate e in vista delle elezioni, è tornato a fare la sua solita manfrina.
(E Bersani non gli deve offrire il minimo appiglio stavolta)
e' tutto giusto fino alla parte degli apparti pubblici, poi non si capisce perche' nell'italia di oggi (per altro derivante dalla stuttura pubblica saboiarda) bisogna tirare in ballo il regno borbonico che invece i conti pubblici li tenevano in regola. Evidentemente oggi pur di rubare , da nord a sud, bisogna gettare la solita croce su di una casa regnante che di colpe non ne hanno in assoluto (ne quando regnavano e soprattutto nell'italia di oggi)
Ultima modifica di venetoimpenitente; 10-04-13 alle 09:51
I "sud tirolesi":"Noi non ci sentiamo padani perché abbiamo un patrimonio genetico basato sulla legalità, sulla convivenza, sul rispetto delle diverse tradizioni culturali purché non lesive della libertà altrui..."
I "sud tirolesi":"Noi non ci sentiamo padani perché abbiamo un patrimonio genetico basato sulla legalità, sulla convivenza, sul rispetto delle diverse tradizioni culturali purché non lesive della libertà altrui..."
a proposito...
Il decreto varato dal Governo Monti lo scorso sabato, si potrebbe anche chiamare “La favola della montagna che partorì il topolino”. La montagna è il debito che lo stato e le pubbliche amministrazioni hanno nei confronti dei propri fornitori. Il topolino è il decreto varato dal governo dal Governo che prevede il pagamento di 40 miliardi di euro tra il 2013 e il 2014.
L’entità della montagna, non è affatto nota, neanche al governo.
Le analisi svolte dalla Banca d’Italia si basano su stime statistiche, e non tengono conto dei debiti dello Stato e delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle piccole imprese, con un numero di addetti inferiori a 20. Quindi, i 91 miliardi quantificati dalla Banca d’Italia sono del tutto sottostimati rispetto a quello che potrebbe essere il totale del debito nei confronti dei fornitori, che la CGIA di Mestre quantifica in almeno 120/130 miliardi di euro. Ma potrebbero essere molti di più.
Ad ogni modo, sabato scorso è stato varato il decreto che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) sbloccare il pagamento di 40 miliardi di debito nei confronti dei fornitori delle PA, di cui una parte nel 2013 e l’altra nel 2014.
Peccato che il 2014, continuando simili condizioni, difficilmente potrà averci vivi, e chi si aspetta che questo provvedimento potrà contribuire a mitigare lo sfascio di cui le aziende italiane sono vittime, con ogni probabilità, sarà destinato a ricredersi e a rimanerne deluso, anche in tempi brevi. E ciò per diverse ragioni.
In primo luogo, 26 dei 40 miliardi saranno gestiti da un fondo in dotazione alla Cassa Depositi e Prestiti e le pubbliche amministrazioni, al fine di pagare i propri fornitori, oltre a non esserne obbligate ex lege, per accedervi, dovranno adeguarsi ad una procedura amministrativa macchinosa di compartecipazione ai fondi della CDP. Il tutto per non fare apparire il provvedimento per quello che in realtà è: un aiuto indiretto alle banche, che potranno gestire buona parte di questo denaro per conto della Cassa Depositi e Prestiti di cui sono azioniste, del tutto indisturbate, per quasi due anni, o forse più. Altrimenti perché approntare un provvedimento normativo per compiere un atto di ordinaria amministrazione quale quello del pagamento delle forniture?
Inoltre, il provvedimento citato, non ospita affatto un vincolo di destinazione delle somme date in pagamento, tale da impegnare i destinatari di queste risorse al pagamento degli arretrati accumulati nei confronti dei subappaltatori/subfornitori. E’ del tutto verosimile, quindi, che buona parte dei fornitori che saranno pagati (forse) utilizzeranno tali somme per:
a) adempiere alle obbligazioni tributarie scadute e non ancora onorate, sotto la ghigliottina di Equitalia, pronta, altrimenti, a bloccare i fattori produttivi delle aziende (conti correnti, macchinari, impianti).
E qui verrebbe da chiedersi se non fosse stato opportuno contemplare nel provvedimento delle soluzioni idonee a riformare (almeno parzialmente) la procedura di riscossione di Equitalia, magari prevedendo la possibilità di rateizzare debiti tributari, con sanzioni ridotte, e in tempi più lunghi rispetto a quelli rituali, al fine di non sottrarre liquidità al sistema, già arido di suo.
b) ridurre l’indebitamento verso il settore bancario. Anzi, a dire il vero, il provvedimento del governo, sotto quest’ultimo aspetto, dispone che, in caso di crediti già ceduti al sistema bancario, il pagamento (alle banche) dovrà avvenire attraverso titoli di stato, sorvolando, de facto, le imprese cedenti. Le quali imprese, in alternativa, nell’impossibilità di ottenere un pagamento liquido, avrebbero eventualmente potuto utilizzare i titoli avuti in pagamento ponendoli a garanzia di ulteriori linee di credito, superiori alla garanzia offerta, generando liquidità aggiuntiva rispetto all’anticipazione estinta, e allentare la perseverante stretta creditizia.
Inoltre, dei 40 miliardi di euro in “pagamento”, una parte di questi, circa 8 miliardi, dovrebbero tornare nuovamente in tempi brevi nelle casse dello stato come gettito IVA, visto che i fornitori delle pubbliche amministrazioni sono tenuti a corrispondere l’Iva sulle vendite effettuate nei confronti delle PA, successivamente al pagamento delle forniture effettuate.
http://finanzanostop.finanza.com/201...-alle-imprese/
sinistri, siete dei luridi da vomito, fatevene una ragione
L'Impregilo, tanto per fare un nome, non mi sembra un'azienda del Sud. Il generale Jean, l'esperto del depostito delle scorie nucleari in Basilicata, non è certo del Sud. Come non lo è l'ex ministro delle infrastrutture e titolare di studio tecnico Lunardi.
Insomma il classico percorso ad U: e io che avevo detto...?
Ultima modifica di Roberto il Guiscardo; 10-04-13 alle 10:27