15 Apprile 2013
La candidatura di Romano Prodi al Quirinale svela la carta d’identità di Beppe Grillo: poteri storti. Le carezze elargite a M5S da Goldman Sachs a Grillo assumono oggi un significato inquietante nonostante la retromarcia tattica della stessa banca d’affari, troppo tempestiva rispetto alle reazioni negative che suscitò la prima sortita a favore di M5S.
Romano Prodi fu consigliere di Goldman Sachs durante la speculazione contro la lira nel 1992. Egli è il predecessore di Mario Monti in quell’incarico. La candidatura Prodi al Colle si realizza attraverso la sincronizzazione fra la banca d’affari, M5S e lo stesso Prodi.
I poteri storti operano come il fruttivendolo. All’alba, ai mercati generali, compera un quantitativo d’arance a un prezzo X. Le cassette contengono frutti non tutti delle stesse dimensioni e della stessa qualità. Egli fa una cernita accurata e divide le arance fra le migliori e le peggiori. Quest’ultime le butta via? Neanche per sogno: le unisce alle arance invendute il giorno prima, conferendo ad esse un prezzo più conveniente di quelle di prima qualità. Le migliori le vende invece a un prezzo almeno doppio rispetto a quello d’acquisto. Egli sa che la grande massa compera a poco, solo le élite sono selettive. Oltre tutto, in questo modo, il fruttivendolo offre il medesimo frutto a un ventaglio più ampio di acquirenti. Le arance di migliore qualità, sebbene più care, fanno parere più convenienti quelle che altrimenti sarebbero di scarto.
I poteri storti ci hanno offerto le arance nuove – Beppe Grillo – confidando che attraverso lui paiano convenienti anche le arance vecchie – i Prodi, i Violante, gli Amato, i Caselli – a un prezzo comunque congruo per i nostri oscuri padroni.
Fra tutte le arance di scarto quella più difficile da piazzare sarebbe stato proprio Romano Prodi, il medium di Aldo Moro e – giovi ripeterlo – già consigliere di Goldman Sachs ai tempi della devastante speculazione contro la lira del 1992-1993. Ripetiamolo: egli è il predecessore di Mario Monti nella banca più nemica dell’Italia, Goldman Sachs. Per saperne di più leggere qui, in particolare occorre leggere a pagina 17 di questo allegato la risposta del giudice Ferdinando Imposimato alle insinuazioni del giornalista dell’Economist. Ferdinando Imposimato è fra i papabili di M5S – mossa geniale – ma ha tante probabilità di vincere il concorso a punti quanto io di diventare papa.
Romano Prodi è stato inserito nel ventaglio dei papabili al Colle, proprio per le difficoltà intrinseche che altrimenti la sua candidatura avrebbe comportato se fosse passata solo per il Parlamento. Il suo passato, prossimo e remoto, rende il medium impresentabile. Il M5S tuttavia lo presenterà come un “candidato dal popolo”. I fessi abboccheranno, i furbi sfrutteranno.
Prodi è certamente, fra il manipolo di candidati, il “presidente” preferito dei poteri storti che sono dietro le quinte di Grillo.
Prodi dunque è colui che “vincerà” il concorso aperto da Beppe Grillo. Un paese che possa inghiottire una candidatura come quella di Romano Prodi è pronto a qualunque disastro.
Scommettiamo? Vince Prodi... - Piero Laporta Blog