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Discussione: Prima il Nord!

  1. #941
    Blut und Boden
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    Predefinito Re: Prima il Nord!

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    :d
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  2. #942
    Blut und Boden
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    Predefinito Re: Prima il Nord!

    Ferragosto, povero Nord…
    14 AGOSTO 202114 AGOSTO 2021 ECONOMIA LETTURA 10 MIN

    Ecco la fotografia scattata dall’Osservatorio del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti sulle famiglie italiane Nell’anno del Covid-19, nonostante i massicci aiuti statali, le famiglie povere sono aumentate di 333 mila colpendo in particolare il Nord, le famiglie con minori e quelle con stranieri.

    Nello stesso tempo, però, la pressione fiscale delle famiglie, pari al 18,9%, è aumentata di 1 punto di Pil, mentre quella generale si è incrementata di 0,7 punti, arrivando al 43,1%

    Dal 2011 il Pil è aumentato di 2,8 miliardi di euro, mentre la pressione fiscale delle famiglie è aumentata di 46 miliardi di euro: +2,8 punti di Pil rispetto a -1 punto di Pil di tutte le altre entrate fiscali

    Il 50% dell’incremento di pressione fiscale delle famiglie è imputabile all’Irpef e all’Imu. Dal 2011 il gettito erariale dell’Irpef è cresciuto di 11,7 miliardi di euro (+7,2%), quello dell’IMU è aumentato di 11,1 miliardi di euro facendo registrare l’incremento più elevato in termini percentuali pari, addirittura, al 120%

    L’Irpef, comprensiva delle addizionali locali, è aumentata di 17 miliardi di euro. Nello stesso periodo, il gettito erariale dell’Iva si è incrementato di soli 1,2 miliardi di euro

    La pandemia ha spinto 333 mila famiglie, il 20% in più rispetto al 2019, nell’area della povertà assoluta e non ha frenato la pressione fiscale che, anzi, è cresciuta ancora di più. L’anno scorso, mentre molte famiglie oltrepassavano la soglia di povertà non riuscendo a mantenere il livello dei consumi ritenuto essenziale dall’Istat, la pressione fiscale generale pari al 43,1%, è aumentata di 0,7 punti di Pil, mentre quella delle famiglie, pari al 18,9%, è cresciuta di 1 punto di Pil. L’incremento è avvenuto a causa della rigidità del gettito delle imposte dirette, in particolare dell’Irpef, e dell’Imu al calo del Pil.

    Il dato emerge dall’Osservatorio del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti sulle famiglie italiane che traccia un bilancio del primo anno di pandemia e di dieci anni di crisi. L’Osservatorio evidenzia come nel 2020 sia Il Pil che il gettito fiscale si sono ridotti, ma in misura diversa. Nel dettaglio, mentre il Pil è calato del 7,8%, le entrate fiscali delle famiglie sono diminuite del 3,2%, mentre tutte le altre entrate fiscali si sono ridotte dell’8,7%. Di conseguenza, la pressione fiscale generale è salita, ma quella delle famiglie, costituita in massima parte dalle imposte dirette e dall’Imu, è aumentata in misura maggiore. Ad aver inciso in modo particolare su tale tendenza è stato il gettito erariale dell’Irpef che nel 2020 si è ridotto solo del 2,2%.

    Il bilancio complessivo della pandemia, per il 2020, nonostante gli ingenti aiuti statali è dunque negativo. In particolare, a fronte di un calo del Pil di 139,4 miliardi di euro (-7,8%) e di un incremento del deficit pubblico di 129 miliardi di euro, il reddito disponibile delle famiglie si è ridotto di 32 miliardi di euro (-2,8%), mentre l’effetto combinato degli aiuti pubblici e del crollo dei consumi, calati di 116 miliardi di euro (-10,9%), ha determinato un incremento del risparmio lordo delle famiglie di 83,4 miliardi di euro (+88,3%). L’analisi dell’Osservatorio fa emergere, dunque, il paradosso di un aumento della povertà e allo stesso tempo di un aumento del risparmio reso evidente anche dall’incremento dei depositi bancari delle famiglie unito ad un aumento della pressione fiscale.

    Su quest’ultimo fronte, inoltre, pesano i risultati già negativi del 2019 che aveva segnato un’interruzione della fase di rientro della pressione fiscale avviata nel 2014 e durata cinque anni. Il passo indietro dell’ultimo biennio ci riporta agli anni dello shock fiscale seguito alla crisi del debito sovrano del 2011, annullando quasi del tutto i progressi ottenuti dal 2014 al 2018. L’effetto finale, inoltre, è fortemente sbilanciato dal lato delle famiglie che, a conti fatti, hanno sopportato interamente il peso dello shock fiscale e dell’aggiustamento di bilancio. Dal 2011 ad oggi, infatti, a fronte di un incremento del Pil di 2,8 miliardi (+0,2%), le entrate fiscali delle famiglie, che pesano per meno della metà sulla pressione fiscale generale, sono aumentate di 46 miliardi di euro (+17,3%), mentre le altre entrate fiscali sono diminuite di 15,7 miliardi di euro (-3,8%). In particolare, il gettito erariale dell’Irpef dal 2011 è cresciuto di 11,7 miliardi (+7,2%) e quello dell’Imu, confrontato con il gettito Ici, è aumentato di 11,1 miliardi di euro facendo registrare l’incremento più elevato in termini percentuali pari, addirittura, al 120%. Stessa dinamica, per le addizionali regionale e comunale che hanno contribuito ulteriormente con impatti diversificati e rispettivamente pari a +3,5 e +1,8 miliardi di euro. Le imposte sui redditi di capitale sono aumentate di 9,3 miliardi di euro (+92,8%) e i contributi sociali sono aumentati di 8,5 miliardi di euro (+12,6%).

    Dall’Osservatorio dei Commercialisti emergono altri dati sull’andamento dei redditi familiari e sulla povertà. I dati mostrano come la lunga crisi economica e finanziaria degli ultimi anni abbia depresso fortemente i redditi familiari: dal 2003 al 2018, il reddito medio in termini reali ha perso l’8,3% del suo valore. Nello stesso periodo, il divario Nord-Sud è aumentato (+1,6%) arrivando a raggiungere i -478 euro al mese. Nelle famiglie in cui prevale il reddito da lavoro autonomo la crisi ha colpito ancora più duramente: la perdita in termini reali è pari al 28,4%. Il divario Nord-Sud è forte anche nella spesa media mensile dei consumi delle famiglie anche se, in questo caso, il Covid-19 ha giocato all’inverso, colpendo maggiormente il Nord e riducendo, anche se solo leggermente, il divario. Nel 2020, la spesa mensile media di una famiglia meridionale è pari al 75,2% rispetto ad una famiglia che vive al Nord: 1.898 contro 2.525 euro. Il calo dei consumi è certamente alla base dell’aumento della povertà. Infatti, l’Istat misura la soglia di povertà nei termini di un livello di consumi ritenuto essenziale per una famiglia in base alle sue caratteristiche, tra cui spicca anche la residenza. E dal momento che i consumi si sono ridotti molto di più al Nord che al Sud, la povertà è aumentata più al Nord che al Sud. In realtà, però, mentre molte famiglie scendevano sotto la soglia di povertà (+333 mila famiglie), l’intensità della povertà, cioè la distanza dalla soglia, si riduceva (dal 20,3 al 18,7%). Infine, la povertà relativa migliora più al Sud che al Nord.

    “Da questa analisi – dichiara il presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, Massimo Miani – risulta evidente come che le famiglie italiane, su cui grava in definitiva il peso dell’Irpef, hanno pagato e continuano a pagare un conto salatissimo a causa degli squilibri macroeconomici e di finanza pubblica del nostro Paese. L’Irpef, la principale imposta italiana, includendo anche le addizionali locali, nel 2020 ha raggiunto il livello di 191 miliardi di euro, pari all’11,6% del Pil. Basti pensare che nel 2011, alla vigilia dello shock fiscale causato dalla crisi del debito sovrano, era pari al 10,5% del Pil e che, addirittura, nel 1995, prima dell’introduzione delle addizionali locali, si fermava all’8,4%. La riforma fiscale non può non farsi carico di questa problematica. Come più volte abbiamo sostenuto, il peso dell’Irpef grava soprattutto sui redditi del ceto medio ed è evidente anche da questa analisi come negli ultimi dieci anni il peso dell’Irpef su questa categoria di contribuenti sia aumentato a dismisura. Se volessimo riequilibrare le cose e riportare il rapporto tra l’Irpef e il Pil ad una dimensione normale, potremmo parametrarlo alla media europea pari al 9,6%. In questo modo, restando ai dati a consuntivo del 2020, occorrerebbe ridurre il gettito complessivo di almeno 33 miliardi di euro”.

    https://www.lanuovapadania.it/econom...o-povero-nord/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  3. #943
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    Predefinito Re: Prima il Nord!

    Che problema c'è?
    I Padioti hanno ciò che meritano.
    E anche di più.

  4. #944
    Blut und Boden
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    Predefinito Re: Prima il Nord!

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Che problema c'è?
    I Padioti hanno ciò che meritano.
    E anche di più.
    I beoti polentoni amano la schiavitù più di ogni altra cosa.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #945
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    Predefinito Re: Prima il Nord!

    Desiderano avere qualcuno che si occupi di tutto, non importa se sia un delinquente, a loro basta lavorare.

  6. #946
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    Predefinito Re: Prima il Nord!

    Due paroline su un episodio di cronaca nel bergamasco.
    Imprenditore ucciso dall'ex fidanzato della figlia.
    Un marocchino.
    Cioè. Tu imprenditore bergamasco hai la figlia più grande che si mette con un marocchino e gli presto pure soldi e auto.
    E poi pretendi pure che te li restituisca?
    E lui ti ammazza.
    Con tutto il rispetto per quanto accaduto.
    Ma quanto sono idioti i Padani?

  7. #947
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    Predefinito Re: Prima il Nord!

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Due paroline su un episodio di cronaca nel bergamasco.
    Imprenditore ucciso dall'ex fidanzato della figlia.
    Un marocchino.
    Cioè. Tu imprenditore bergamasco hai la figlia più grande che si mette con un marocchino e gli presto pure soldi e auto.
    E poi pretendi pure che te li restituisca?
    E lui ti ammazza.
    Con tutto il rispetto per quanto accaduto.
    Ma quanto sono idioti i Padani?
    Troppo.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  8. #948
    Blut und Boden
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    Predefinito Re: Prima il Nord!

    Nasce Alleanza per l’Autonomia
    19 GIUGNO 202220 GIUGNO 2022 POLITICA LETTURA 2 MIN

    di Roberto Pisani – Domenica 19 giugno 2022 presso l’hotel Villa Rosa di Desenzano del Garda è stato firmato un accordo politico e programmatico fra 18 tra partiti, movimenti e singoli esponenti di spicco politici.

    Tale accordo che si basa su cinque è il seguito di una primo incontro svoltosi a Sabbioneta il 5 giugno 2021 dove si erano gettate le prime basi.

    Questa alleanza, che si chiamerà ALLEANZA PER L’AUTONOMIA, è stato sottoscritta da: on. Giancarlo Pagliarini già ministro e presidente onorario di Rete22ottobre per l’autonomia, Alpi, Partito dei Veneti, Gente di Rho, Fondation Chanoux-Autonomie per l’Europa, Gente del Piemonte, Claudio Bizzozzero già sindaco di Cantù e esponente di Confesercenti Como, Raixe Venete, Indipendenza Lombarda, Grande Nord Emilia, Rete22ottobre per l’autonomia, sen. Paolo Franco, Terre del Nord, Gabriella Poli di Federalismo Si a titolo personale, Grande Nord Lombardia, Legnaro autonomia per il Veneto, Pays d’Aoste Souverain, on. Gianluca Pini Lega Nord Romagna.

    I cinque punti programmatici sono:

    passaggio dal modello di stato centralista verso un modello basato sulle reali autonomie a tutti i livelli e su un concetto federale dello stato;

    attenzione alle reali necessità dei territori e delle loro peculiarità produttive;

    un rapporto con le forze politiche italiane che eviti ogni commistione con coloro che avversano ogni forma di autonomia e contrarie alle logiche federalista;

    un’Europa che consegni alla storia la funzione degli “stati nazionali” e guardi, in senso federale, alle aeree geopolitiche e sociali omogenee tra loro;

    un modello in cui i cittadini tornino a contare anche attraverso forme di democrazia diretta.

    Tre gli organismi che coordineranno il lavoro di Alleanza per l’Autonomia: uno politico, uno organizzativo e uno di comunicazione.

    L’organizzazione sarà volutamente a livello regionale per dare la massima libertà di movimento ai singoli territori.

    Finalmente l’autonomia, totalmente dimenticata dai partiti nazionali, torna ad avere un ruolo centrale nella politica regionale e nazionale.

    https://www.lanuovapadania.it/politi...er-lautonomia/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  9. #949
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    Predefinito Re: Prima il Nord!

    Il Gazzettino
    Liste della Lega, l'ira degli esclusi vicini a Zaia. «Stiamo consegnando il Veneto a Fratelli d'Italia»

    Cosa si aspettavano da questo traditore?
    Questo bisogna andare a prenderlo altro che lamentarsi per le cadreghe.
    Siamo in tempi di guerra, lo si vuol capire o no?
    Le chiacchiere e le lamentele non servono, cari amici veneti.

  10. #950
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    Predefinito Re: Prima il Nord!

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Il Gazzettino
    Liste della Lega, l'ira degli esclusi vicini a Zaia. «Stiamo consegnando il Veneto a Fratelli d'Italia»

    Cosa si aspettavano da questo traditore?
    Questo bisogna andare a prenderlo altro che lamentarsi per le cadreghe.
    Siamo in tempi di guerra, lo si vuol capire o no?
    Le chiacchiere e le lamentele non servono, cari amici veneti.
    Intanto Zaia è presente con Salvini in tutti i manifesti elettorali che ho visto finora...
    Il che ci suggerisce qualcosa su:
    - quanto è amato il "capitano" da dover essere rappresentato sempre con Zaia
    - il fatto che probabilmente il brand Lega non tira più come prima, non basta il simbolo per prendere i voti
    - il fatto che Zaia al momento resta fedele alla linea e non protesti per le liste

 

 
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