Ben cento sono stati i parlamentari piddini che nonostante la mattina avessero, per alzata di mano, promesso di votare Prodi, nel segreto dell' urna hanno tradito la promessa. Votando chi scheda bianca, Cancellieri o D' Alema, in tutto una 50ina, chi Rodotà, l' altra metà.
E sono sopratutto questi che più mi fanno incazzare. Perché nonostante il giurista calabrese sia una degnissima persona, per di più ex Pci mentre Prodi è un ex democristiano, il fatto che sia Grillo a proporlo, aggiungendovi una mezza promessa di un' alleanza di governo, dovrebbe consigliare di stargli ben alla larga.
Perché eleggendo Rodotà non è detto che poi Grillo non si rimangi la parola. E anche se la mantenesse, dando vita a un esecutivo Pd-M5S, avremmo barattato un giorno di gloria per 5 anni di inferno. Perché è chiaro che Grillo pretenderebbe, uno: di avere la presidenza del Consiglio per uno dei suoi. Due: di adottare come programma di governo i 20 punti del suo Movimento. Mai, mai, mai con Grillo.
E allora a questo punto che si fa? A questo punto dopo due nostri tentativi falliti, è giusto lasciare la palla al PDL. Che siano loro a proporre un nome, magari Gianni Letta, e noi lo voteremo. Poi faremo un bel governissimo, con Alfano premier e Bersani vice. Il programma? Economia in primis, e riforme istituzionali in secundis. Dopo di che, si vede se ci sono le condizioni per andare avanti, sennò si torna alle urne con una nuova legge elettorale. Che sicuramente vedrà Berlusconi trionfare. Cosi quei 50 traditori piddini che si sono fatti abbindolare dalle promesse di Grillo, se la piglieranno in saccoccia.
Dite che somiglia molto alla storia di quel tizio che per far dispiacere alla moglie si tagliò le palle?
Verissimo, ma meglio diventare eunuchi che allearsi con uno che vuole solo distruggerti. Anche se hai votato il suo candidato alla presidenza.
gianniguelfi | blogpdnetwork